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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Circondario di Ceraci;
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Locri.
Dotta anclic Locri Epirefìria, era mia colonia noli'odierna pianura di Locri, che stendesi da Roccella .Ionica sino a llrancaleoiie, fondata dai Locrii venuti dalla Grecia, ma vi ha molta discrepanza intorno alla tribù ili quella unzione da cui derivò l'origine. Apprendiamo però da Polibio che l'origine della colonia fu attribuita dalla tradizione vigente fra i Locrìi stessi e sancita dall'autorità di Aristotile, ad un corpo di schiavi fuggiaschi che avevano recate con loro le ganze, con le quali avevano avute in prima relazioni illecite. A ciò allude anche Dionisio Denegete.
La data della fondazione di Locri è parimenti ignota. Strabone la pone un poco dopo quella di Crotona e di Siracusa, ch'ei tiene come quasi contemporanee, mentre Eusebio la fa scendere al 673 av. 0.; ma pare abbiasi ad ammettere con Strabene che Locri fu fondata poco dopo il 710 av. Cristo.
La tradizione adottata da Aristotile e da Polibio riferisce che i primi coloni tolsero il possesso del territorio ai natii Enotrii (che chiamano Siculi) con una frode, non dissimile a quelle narrate ili simigliatiti leggende. Il fatto riferito da Strabone, che essi stabilironsi primamente a capo Zeffirio (ora capo di Pi azzano, come abbiani visto in addietro) e passarono in seguito al luogo più a nord che occuparono stabilmente è soffulto dalla prova della loro denominazione distintiva.
A somiglianza della più parte delle altre colonie greche, noi abbiamo scarsa ed imperfetta contezza dell'istoria primitiva di Locri. Il primo evento nei suoi annali, ed uno di quelli a cui va debitrice della sua principale celebrità, è la legislazione di Zaleuco. La quale vuoisi sia il codice scritto più antico che abbia avuto la Grecia; e, quantunque l'istoria di Zaleuco stesso sia molto oscura, incerta e frammista alle favole, non v'ha dubbio, al fermo, che i Locresi, o Locrìi che dir si voglia, possedevano un codice scritto che andava sotto il nome di lui e che continuò sino ad un tardo periodo ad aver vigore nella loro città. Anche ai tempi di Pindaro e di Demostene, Locri era considerata quale un modello d'ordine e di buon governo e i suoi abitanti erano citati per la loro ubbidienza alle leggi vigenti e per la loro avversione ad ogni innovazione.
11 periodo della legislazione di Zaleuco mal puossi determinare con certezza; ma la data assegnata da 'Eusebio della 30a Olimpiade (660 av. C.) si può accogliere come approssimativamente corretta. Dei suoi principi! poco sappiamo: e le citazioni delle sue leggi, anco prestando fede alla loro autenticità, non riferiseonsi alle istituzioni politiche dello Stato. Pare però che il governo di Locri fosse un'aristocrazia in cui certe famiglie scelte, dette le Cento Case, godevano di privilegi Superiori : esse erano considerate come discendenti dai primi fondatori della colonia.
11 secondo avvenimento nell'istoria di Locri di cui abbiamo contezza è la famosa battaglia della Sagra (che narreremo nel circondario di Cotrone in provincia di Catanzaro), in cui vuoisi che un corpo di soli 10.000 Locrii, con un piccolo corpo di ausiliari di Reggio, sconfiggesse pienamente e con grande strage un esercito di 130.000 Crotoniati, come leggesi in Cicerone, Strabone e Giustino. 11 carattere straordinario di questa celebre vittoria e l'esagerazione evidente delle cifre diedero origine ad uu proverbio scettico fra i Greci. Anche la data è incerta in sommo grado; v'ha chi la pone dopo la caduta di Sibari e chi la fa risalire a quasi cinquant'anni addietro.
Il piccolo numero di combattenti che i Locrii posero in campo in quell'occasione in paragone di quello di Crotona pare addimostri che la loro città non era allora gran fatto potente: è chiaro almeno che non era paragonabile alle grandi repubbliche di Sibari e ili Crotona. Ma pare fosse in florida condizione; e a quel periodo si ha certamente a riferire la fondazione delle sue colonie di Ipponio e di Medina nel lato opposto della penisola Bruzia, che abbiamo descritta in addietro.