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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
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l'arte Quarta — Italia Meridionale
Cristo 1797, dì Domenico Spanò Bolani (Napoli 1S57). Oltre di ciò, nelle biblioteche pubbliche e private, .si conservano molte opere manoscritte intorno a Reggio, fra le altre: Cronaca di Reggio, di Antonio Tegani (1522); Compendio della Storia ecclesiastica antica e moderna della Calabria del cantore Giuseppe Molisani (.1755).
UOMINI ILLUSTRI
Reggio andava celebrata nell'antichità come patria del poeta lirico Ibico, del pari che come quella di Lieo, lo storico, padre di Licofrone, come leggesi in Snida. Diede anche i natali al celebre Pitagora e a parecchi dei minori filosofi Pitagorici ricordati da Gianiblico. Vi nacquero inoltre: Agatocle, figliuolo di un-vasaio che, per ingegno e valore, divenne signore di Siracusa; Ippi, autore di un libro sulla Sicilia; e Glauco, autore di un'opera famosa sui poeti e musicisti antichi, attribuita all'oratore Antifonte.
Nelle belle arti antiche va celebrato Learco da Reggio, autore del Giove in bronzo, venerato dagli Spartani, composto di lamine congiunte da chiodi e creduto la statua più antica in quel metallo; Glearco, scultore anch'esso e rinomatissimo, al dire di Pausarne, nella sua patria e fuori; e Silace, cos'i famoso che fu invitato a dipingere nel Peloponneso.
La Chiesa annovera tre papi nativi di Reggio: Agatone I (G79-CS2); Leone II, suo successore, morto nel G81-; e Stefano III (7G8-772).
Niccolò da Reggio tradusse dal greco e dal latino le opere di Galeno con grande vantaggio dell'arte salutare; Luigi Arcovito si segnalò, in tempi assai posteriori, nell'arte militare, fece molte campagne durante l'occupazione francese e divenne luogotenente generale.
Culi, elett. e IJioc. Reggio Calabria — P1, T., Slr. feri-, e Scalo marittimo.
Mandamento di BAGNARA CALABRA (comprende il solo Comune omonimo). — Territorio all'estremo nord'del circondario, montuoso ma fertile, principalmente di ottimi vini, bagnato da due fiuinicelli fra i quali sorge la città capoluogo.
Bagnara Calalna (952G ab.). — Giace in pendìo a 10G metri d'altezza sul mare, a 33 chilometri a greco da Reggio Calabria! in bella situazione sulla spiaggia, in un'insenatura ricca di pesci con rada aperta. Castello diruto e non lungi, sopra un promontorio, un piccolo forte da cui vuoisi che Ferdinando II d'Aragona traesse dodici cannoni, detti i Dodici Apostoli, e li facesse trasportare a Gaeta dopo la sconfitta inflittagli, nel 1195, dai Francesi presso Seminara.
Seguitando la curva della spiaggia la strada verso Reggio attraversa il villaggio di Favazzina. Un torrente, che si versa in mare un po' a nord-est di questo villaggio, si supponi sia il Crataeis di Plinio, il quale derivò il nome da una ninfa omonima, madre di Scilla secondo Omero e Virgilio. Il fiume Kjmebiì, registrato soltanto da Plinio e da Solino, probabilmente non era che un fiuinicello che mette foce a circa 5 chilometri a est di Scilla ed ad dimandasi Fiume di Solano, da un villaggio omonimo, o Fiume dei l'esci.
Pagliara va rinomata per la bellezza delle sue donne, la squisitezza dei suoi vini e dei suoi pasticci, che smerdatisi in iscatole variegate in tutta la Calabria. Fabbriche di botti, di sedie, di candele di cera, di paste alimentari, di cordami, di olio, liquori, sapone, ecc.; costruttori navali, spedizionieri, ecc.
Cenni storici. — Credesi uno dei vanì porti antichi senza città, frequentati ai tempi di Plinio e di Strabene, e propriamente il Portits Balartts ricordato da Appiano come situato in vicinanza dello Stretto siciliano. Nel 1085 Bagnara Calabra fu assegnata ili feudo alla chiesa di Santa Maria e dei Dodici Apostoli, eretta dal conte Ruggero, e ad essa rimase finché la regina Giovanna II la diede in pegno, per 12.000 ducati, al conte di Sìnopoli, dal quale passò poi al R. Demanio.