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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Hogjjio Calabria
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era un errore enorme, come quella che porgeva il destro a re Ferdinando di dichiarare al inondo che, sul continente come in Sicilia, i liberali attentavano alla sua corona e gli somministrò il pretesto ch'egli andava cercando per riacquistare l'amicizia dell'Austria, richiamando le sue truppe dalle sponde del Po ov'erano state inviate per prendere parte alla guerra dell'indipendenza nazionale.
La radunanza principale degli insorti Calabresi avvenne, come già abbiamo visto, intorno a Nicastro sotto il comando del barone Stocco e fu ingrossata da alcune centinaia di volontari siciliani. Vinse dapprima e sforzò il passo del fiume Angitola, non ostante la resistenza delle truppe borboniche, lo quali, respinte in disordine, andarono a chiudersi in Monteleone. Ma mentre il generale Busacca, clic aveva il regio comando
Fig. 18. — Medaglia di Reggio Calabria esistente nel Museo (da fotografia Moro).
111 Calabria, teneva testa agli insorti nella forte posizione, di questa città, il generale Nunziante si avanzava lungo la strada di Cosenza coll'esercito che aveva abbandonato proditoriamente le sponde del Po. Per staccare gli abitanti delle campagne dalla causa della borghesia liberale, Nunziante faceva spargere proclami che invitavano, in nome del re, i contadini a dividersi i beni e il bestiame dei proprietari che patteggiavano coli'insurrezione; e in più di un luogo questa divisione spogliatrice fti compiuta sotto la protezione dei soldati borbonici.
Stretti in tal guisa fra due fuochi, come suol dirsi, da forze infinitamente soverchiaci gli insorti Reggini e i loro compagni calabresi furono facilmente schiacciati. E, terminata la lotta armata, incominciò il lavorìo delle Commissioni militari, le quali moltiplicarono le condanne e le uccisioni, non solo di quelli che avevano dato di piglio alle armi, ma anche dei segnalati meramente per le loro opinioni liberali, come Domenico Muratori di Reggio, vecchio ottantenne ed antico regio intendente della provincia.
Quanto all'istoria ecclesiastica, il Cristianesimo fu, giusta la tradizione, predicato a Reggio da San Paolo, il quale, dopo di aver convertito e battezzato molti abitanti, vi avrebbe fondato una sede episcopale consacrandovi vescovo il suo discepolo Santo Stefano. Per ben sette secoli ebbe vescovi di rito latino; indi, e per lungo tempo, vescovi di rito greco. Nel secolo Vili fu istituita metropoli e il suo arcivescovo ebbe il titolo di primate della Calabria. Tornò al rito latino nel 1081 sotto Gregorio VII, per opera di Roberto Guiscardo. Nel 1190 fu eletto arcivescovo di Reggio il celebre San Brunone, fondatore dei Certosini, il quale però non accettò. Nel 1560 fu insediato Gaspare Dal Fosso, preclaro per virtù e sapere, il quale riedificò la cattedrale arsa dai Turchi, fondò il Seminario e il Monte di pietà, introdusse i Gesuiti e i Domenicani. L'arcivescovo di Reggio ha parecchi snffraganei.
Città antichissima e con un'istoria importante, Reggio figura molto, come abbiamo visto, nelle opere degli antichi autori greci e romani ed ai dì nostri fu pubblicata in 2 volumi la Storia di Reggio di Calabria dai tempi primitivi sino all'unno di
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