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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .'ì(3 Parie Quarla — Ualia Meridionale
   Fig. 9. — Reggio Calabria : 11 Castello (da fotografia Sergi).
   Fra gli edifizi privati sono da ricordare; la villa Genoese-Zerbi, in istile gotico con giardino lussureggiante: ha due ingressi, l'uno dalla via Marina e l'altro dalla via Diana, che diramasi dal corso Garibaldi ; il palazzo JUusitano-Guerrera, sede del Casino di Società e del Globo del commercio.
   MUSEO
   Gode considerazione specialmente presso i cultori delle archeologiche discipline. In 1111 terreno cosi classico quale fu la Magna Grecia, doviziosa messe di cose antiche, che valgono ad illustrare la vita pubblica e privata di quegli antichi abitanti, vengono ogni giorno alla luce oggetti pregevoli, che si rinvengono nei continui scavi. Fra le molte collezioni di marmi, bronzi, musaici, ecc., quelle che piti attirano lo studio degli archeologi ed artisti sono le terrecotte. L'arte ceramica è rappresentata ampiamente sotto tutte le forme dalle più arcaiche alle più line. Gli scavi fatti a lteggio, Locri, Medensa, ecc., dettero doviziose raccolte.
   Nel Museo vi è pure una interessante raccolta di bolli, plumbei bisantini, greci, illustrati dal prof. Solona. Vi si contengono pure alcune antiche pergamene e diplomi di privilegi reggini. Ma più di tutti è preziosa la collezione delle monete di Reggio, essendo completa e contenendo monete e medaglie rarissime. È degna d'essere illustrata quella raffigurante Escuta pio ed Igea. Si vuole che un tempo, in cui a Peggio infieriva una grave epidemia, si pensasse di spedire in Fpidauro messi propiziatori, aftinché chiedessero ad Esculapio un farmaco efficace ad arrestare il morbo; gli ambasciatori reggini non ebbero da quell'oracolo altro consiglio che quello di erigere un simulacro ad Igea. I Reggini più che un simulacro fecero alla Dea della salute un monumento perenne, coniando una stupenda medaglia ed un bellissima moneta d'argento, che si rinvengono dopo 2300 anni perfette in quel suolo. Esse portavano sul diritto la testa del vecchio Dio e sul rovescio la nobile figura d'Igea col peplo succinto, che col braccio proteso fa rientrare un serpente in una patera (fig. 17). È la risposta dell'oracolo, che meglio d'ogni altro rimedio violento, sarebbe bastata l'igiene del'a città per sopprimere l'immondo morbo che serpeggiava nel popolo. Altra moneta rappresenta il Sole ed Apollo, che ricorda il gran culto dei Reggini per il Dio della luce e della poesia (fig. 18).