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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Reggiti Calabria
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   verso nord-est. Esso trovasi però a latitudine poco diversa da quella di capo dell'Armi, considerato comunemente dagli antichi qua! punto estremo della penisola italiana, e prenderebbe il nome di Sparti-vento dal fatto che i naviganti da o verso la Sicilia 11011 possono navigare col medesimo vento; mentre altri vuol derivarlo da ciò ch'esso forma il confine fra il mare Jonio ed il Siculo. Fra capo Sparavento e Melito sbarcò Garibaldi dalla Sicilia il 25 agosto 1862.
   Fra il capo Sparavento e il capo dell'Armi, a breve distanza dalla spiaggia e di accesso malagevole, sono sparsi alcuni villaggi, i cui abitanti parlano ancora un dialetto greco. Si possono visitare senza molta difficoltà in tre o quattro giorni da Reggio Calabria e la bellezza straordinaria dei luoghi, accoppiata all'interesse che suscitano questi ultimi avanzi dell'ellenismo in quell'angolo estremo e remoto d'Italia, sono un compenso adeguato ai disturbi del viaggio.
   4. Capo déWAfmi. — E il Leucopetra degli antichi geografi, cosidetto per la candidezza notevole delle sue roccie, termine della grande catena apenninica prospiciente il mare Siculo e la costa orientale della Sicilia. PAidentemente questi è il promontorio detto da Tucidide Fliffa p< IfyfiVj e fu l'ultimo punto in Italia ove approdarono Demostene ed Euriinedonte coll'esercito ateniese prima di avviarsi in Sicilia.
   Il capo dell'Armi va rinomato nell'istoria antica come scena di un avvenimento importante nella vita di Cicerone. Nel suo viaggio da Siracusa in Grecia, dopo la morte di Cesare nel 44 av. C., ei fu colà sospinto da venti avversi. Rimbarcatosi, fu di liei nuovo spinto indietro dai venti contrari ed andò a dimorare nella villa del suo amico P. Valerio. o\e fu visitato da alcuni cittadini di Reggio giunti di fresco da Roma, i quali recarongli nuove che lo indussero a modificare il suo viaggio ed a recarsi direttamente a Velia, ove incontrò Bruto.
   5. Scilla. — L'antico Scillae-um (tò Sxua}.o    Il promontorio di Scilla diede origine a molte favole e a molte descrizioni degli antichi poeti, a far capo da Omero nell'CW/ssm e da Virgilio nel in deW Eneide:
   Nel destro lato è Scilla : nel sinistro È l'ingorda Cariddi. Una vorago D'un gran baratro é questa, che tre volte I vasti flutti rigirando assorbe, E tre volte a vicenda li ributta Con immenso bollor fino alle stelle.
   Scilla dentro a le suo buie caverne Stassene insidiando; e con le bocche De' suoi mostri voraci, che distese Tien mai sempre ed aperte, i naviganti Entro al suo speco a sè tragge e trangugia.
   Traduz, del Caro.
   E anche Dante cantò di Scilla e Cariddi nel vii canto àeW Inferno:
   Come fa l'onda là sovra Cariddi
   Che si frange con quella in cui s'intoppa, Cosi convìen che qui la gente riddi.
   Cariddi, posto dagli antichi poeti immediatamente dirimpetto a Scilla, fu trasferito dai moderni geografi in un luogo situato fuori del porto di Messina e distante almeno 16 chilometri. Questo vortice o gorgo che dir si voglia, noto sotto il nome di Galofaro, corrisponde più strettamente alle relazioni degli antichi scrittori su Cariddi delle odierne correnti a punta del Faro; vuoisi però riflettere se il corso di tanti secoli e i terremoti così frequenti non abbiamo cambiato materialmente le correnti, che rendevano anticamente pericoloso il valico. I classicisti (se ancor ve n'ha) abbandoneranno mal volentieri l'idea che Cariddi era realmente opposta a Scilla: Inridit in Scyìlam cupiens citare Caryhdim. Essi rimarranno anche sorpresi dal fatto che una
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