Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza', Gustavo Strafforello

   

Pagina (28/266)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (28/266)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Provincia di Reggiti Calabria
   23
   di Garibaldi, il quale accingevasi ad invadere lo Stato pontificio muovendo da Melito a Palmi, IJn semplice ina severo ricordo venne innalzato sul famoso monte, rammemorante l'eroe nizzardo il quale, ferito al piede e non volendo versare, sangue fraterno, dava ordine ai suoi Volontari di sciogliersi ed obbedire alla volontà del Re (fig. 4).
   Fiumi. — Molti sono i fiumi e 1 torrenti che bagnano la provincia di Reggio Calabria e clic, dopo breve corso, scendono a metter foce nel Tirreno o nel Jonio. I più cospicui, nel declivio occidentale, sono il Mesima, il Metramo, il Marra ecc., e nel declivio orientale, l'Alaro ecc.
   1. Il Mesima. — Separa la provincia di Catanzaro da quella di Reggio Calabria; nasce nel circondario di Monteleone, scorre a destra del bosco di Borello, lascia a sinistra Rosarno e, dopo ricevuti alcuni fiumicelli a destra e a sinistra, va a mettere foce nel Tirreno per due bocche, separate da un'isoletta sabbiosa. Straripa spesso in uu punto formando colmate naturali irregolari, ristagni pestilenziali. Non ha gran tempo il Mesima lasciò il suo letto per gettarsi nell'emissario del laghetto dell'Aquila, formandovi un nuovo alveo lungo circa 2200 metri. L'antico alveo si colmò e sì riconosce ancora dal ponte della strada nazionale che vi è rimasto. Nel suo ultimo tronco, vale a dire dal canale Judieello o Nunziante al mare, scorre in un letto artificiale in linea retta, scavato non ha gran tempo.
   La valle del Mesima è rinchiusa fra i monti sino al suo sbocco nella pianura, che stendasi dalle falde delle alture di Nicotera a quelle di Laureana, San Giorgio e Casa In uovo al Mare, per una lunghezza di circa 20 chilometri ed una larghezza nella piana di Gioja di 16. Sorgono a destra i boschi di Barello, di Mileto e del Sovero e a sinistra quelli di Rogamo e di Gioja lungo le falde delle alture. La bassa valle del Mesima e dei suoi influenti è paludosa e insalubre, così per Rosarno come per Nicotera.
   Presso le sponde del Mesima giaceva antichissimamente la città greca di Medina (i\L?fjia) o Mesma (M:s«p()j colonia fondata dai Locri Epizefìzii, la quale vuoisi derivasse il nome da una fontana adiacente. Ma, quantunque annoverata reiteratamente fra le città greche in quella parte d'Italia, non pare giungesse mai a grande importanza e potenza ed il suo nome non si rinviene nell'istoria antica. E però probabile che i Medmeani, citati da Diodoro fra i coloni inviati da Dionisio a ripopolare Messina, non fossero altri che gli abitanti di Medina. La quale, sebbene non molto cospicua, pare sopravvivesse alla caduta d'altre città più importanti della Magna Grecia, come quella ch'i citata come sempre esistente da Strabene e da Plinio. Al dire del primo Medina era situata un po' dentro terra ed aveva un porto od emporio sulla spiaggia.
   2. Il Metramo. — Ha le fonti nel monte Croceo, scorre tortuoso verso ovest per Galatro nel circondario di Palmi; sbocca nella pianura sotto Feralcto; lambisce, nel medesimo circondario, le falde delle alture di Laurearla, di Borello e quindi il bosco di Gioja Tauro e il piede delle alture di Rosarno, finché va ad ingrossare, a sinistra, il suddetto Mesima, in faccia al bosco di Mileto, dopo ricevuti parecchi piccoli affluenti.
   3. Il Marra o Petrace. — Il Metaurus di Plinio scende al mare Tirreno a circa
   10 chilometri dal Mesima, fra Medina e il promontorio Scillaceo. È registrato dai suddetti Plinio e Strabene e non vi può esser dubbio ch'esso è l'odierno Mano, uno dei fiumi più ragguardevoli della provincia di Reggio Calabria, che gettasi in mare nel golfo di Gioja presso quella città. Sorgeva anticamente alla sua foce la città di Metauro, una colonia dei Locri secondo Stefano Bizantino, ma di poca importanza e nota principalmente qual patria del poeta Stesicoro, il quale è però più generalmente creduto nativo d'Imeni.
   Degli altri fiumi minori che seguono dopo lo stretto di Messina, vale a dire che versansi nel mare Jonio, citeremo il Melito, l'Amendolea, il Buonamieo, il Turbolo,
   11 Novito, 1*Amusa, l'Allaro, il Precariti e l'Assi, che fa da confine con la provincia di Catanzaro dalla parte del Jonio. Di tutti questi il più importante storicamente è :