Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza', Gustavo Strafforello
Pagina (26/266) Pagina
Pagina (26/266)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
21
PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA
(CALABRIA ULTERIORE 1}
vb
ju^ a superficie della provincia di Reggio Calabria è di 31G4 chilometri quadrati. I l La sua popolazione di fatto o presente, secondo l'ultimo censimento ufficiale del 31 dicembre 1881, era di 372.723 abitanti. Essa fu calcolata, approssimati- vainente, pel 31 dicembre 1899, di 409.453 abitanti (129,41 per chilom. quadr.). La provincia è amministrativamente ripartita nel seguente modo (31 die. 1899):
CIRCONDARI comuni mandamenti giudiziari 31 iugiTo iste collegi elettorali polilici superfìcie 111 Chilometri quadr. (dati ufficiali)
REGGIO CALABRIA............ 33 8 952
GERACE................... 39 7 1337
PALMI................... 34 9 875
Totale . . 106 26 7 3164
Confini. — La provincia di Reggio Calabria occupa la parte più meridionale del classico stivale d'Italia c confina: a sud ed a est col mare Jonio, a nord con la provincia di Catanzaro (già Calabria Ulteriore lì) e a ovest col mar Tirreno e con lo stretto di Messina, che la separa dalla Sicilia.
Monti. — Dallo strozzamento, come lo qualificò Carlo Botta, dell'istmo compreso fra i due golfi di Squillace e di Sant'Eufemia noi poniamo ora piede nell'ultima porzione della penisola italiana verso mezzodì, in quella porzione che sola portava in origine il nome d'Italia, quella in cui i Siculi dimorarono per un certo tempo dopo la loro espulsione dal rimanente del continente, come vedremo in seguito, e dove continuarono a dimorare all'arrivo dei primi coloni ellenici. Qui terminava l'antica Enotria.
Orograficamente la penisola montagnosa, di cui seguiremo la costa ovest sino allo stretto di Messina, costituisce quel che puossi chiamare, dalla sua montagna più eccelsa, il sistema montagnoso dell'Aspromonte. Nel presente periodo geologico esso è la continuazione della lunghissima catena apennìnica, la quale, estesa dall'una all'altra estremità d'Italia, forma come lo schienale della sua ossatura.
Dopo di essersi abbassata verso la metà dell'istmo anzidetto la catena si rialza e prosegue il suo tracciato col monte San Vito (1013 ni.) e col monte Croceo (1269 ni.) e termina coli'Aspromonte propriamente detto, di cui il punto culminante, il monte Alto, raggiunge l'altezza di 1958 metri, un po' superiore a quella della Sila, ma inferiore a quella di monte rollino (2248 m.), e più assai a quella dell'Etna (3313 m.). < Gruppo enorme — osserva il celebre geografo Eliseo Réclus nella sua stupenda NouveUe Géograplrìe JJniverselle — frastagliato appena in vette distinte, ma solcato in tutto il suo contorno da burroni rossastri in cui torrenti furiosi precipitanti al