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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Calabria 19
Sepolto sotto un lenzuolo di neve, il pianoro si rimane deserto durante l'intiero inverno e sino al giugno. Ma da quel mese sino all'ottobre tutta quella regione diviene una dimora deliziosa, ove si sfugge al calore ardente e tormentoso delle bassure. La popolazione dei villaggi e dei borghi, costruiti nelle valli, dei pioventi della Sila, sale allora a porre dimora coi suoi greggi ed armenti nel pianoro superiore, ove passa tre, mesi in capanne di frascame. Questa migrazione periodica, analoga a quellaìlella Svizzera nella medesima stagione, risale all'antichità. I pascoli e le greggio della Sila andavano rinomati e Virgilio derivò da essa una delle sue più splendide comparazioni, là dove descrive il certame singolare di Enea e di Turno, re dei Ruttili (Eh.. xu, 715):
Ac velut ingenti Sila summave Tabitrno, .....In cotal guisa
Quenn duo conversis inimica in praelia tauri Sopra al gran Sila o del Taburno in cima
Frontibus incurrunt..........D'amore accesi, con le fronti avverse
Van due tori animosi a rincontrarsi.
VI. — Il brigantaggio.
La Sila e il brigantaggio hanno una triste e ben nota affinità, sì che la descrizione della prima si rimarrebbe incompiuta senza toccare un motto del secondo.
11 brigantaggio — come osserva il tedesco Victor Hehn nel suo stupendo libro Italien Ausicìden v.nd Streijlichter (Berlino 1804, 5tt ediz.) — è un'eredità storica della Calabria, ove fiorì sino ai dì nostri.
La tradizione del brigantaggio risale all'antichità più remota e basta la testimonianza di Tito Livio, il quale, nel 185 av. C., narra che il pl etore L. Postumi», presidente della provincia di Taranto, condannò a morte ben 7000 briganti che infestavano le strade ed i pascoli comunali della provincia (Ad septem millia Itominum condem-navit: multi inde jugerunt, de midtis sumptum est supplici uni [Liv., xxxix, 29]).
Questi lalrones et grassatores perdurarono anche negli ultimi tempi del dominio romano nell'Italia meridionale e naturalmente anche nel medioevo. Durante le vicende rivoluzionarie della line del secolo scorso e del principio del nostro il brigantaggio fu in pieno vigore e fu qualificato dal partito reazionario un'insurrezione nazionale.
Durante la signoria borbonica il morbo mai non si estinse ed assunse un carattere cronico. Caduti i Borboni rincrudì per incitazione loro propria e Ferdinando II aveva detto: « Io governo in modo che se sarò costretto a lasciare il regno lascierò anche al mio successore un'anarchia di 50 anni ».
Il brigantaggio politico, fomentato dai Borboni, ebbe principio dopo la battaglia del Volturno, che abbiamo narrato in addietro, e perduri cinque anni. Chi lo aizzava se ne stava al sicuro in Roma nella Corte papale, spalleggiato dal prelato belga De Merode, molto potente in Vaticano. Gli eroi del brigantaggio politico furono i famigerati. Pilone, comandante delle forze di S. il1. sul Vesuvio; Chiavone, fa mentegenerale, che aveva il ticchio di scimmiottare Garibaldi; Ninco Nanco, Bianco dei Bianchi, Tardio, Palma, il feroce Caruso, che mozzò il capo a tredici operai, lasciando in vita il quattordicesimo perchè andasse a riferire la strage, e i ferocissimi antropofaghi fratelli La Gala che arrostirono e mangiarono un sacerdote.
Alle bande brigantesche erano associati ufficiali francesi e belgi ed uno prussiano. Un nipote del De Merode era con Chiavone; il caiiista spagnuolo José Borjes con Crocco. Il compito di ristabilire l'ordine fu assegnato al generale Cialdini, il quale, investito dei supremi poteri militari e civili, procedè con rigore e senza posa finche fu estirpata la mala pianta, a tale che la Calabria si può percorrere oggidì con piena sicurezza persili nelle regioni più selvatiche in mala fama in addietro.
La compiuta ed interessante Relazione della Commissione d'inchiesta della Camera dei deputati (Relazione compilata dal deputato Massari e pubblicata nell'agosto dei-ranno 18G3), ha posto in sodo che nelle provincie ove le condizioni economiche della