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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   somme di danaro. L'ingente e grande Sda — come la chiama Virgilio — resa minore nella moderna geografia, pei dividersi poi in Gran Sila e Piccola Sila, ha le alte sommità dette del Gigante, di Scacciadiavolo, Fu mi ero, Forca, Negro, Calabrese e Porcino, per tacere d'altri nomi tutti famosi per tradimenti ed imboscate. E sono tutti chiamati dalle più belle selve di pini che si trovino in Italia, dai (piali si estrae la pece bianca, nera e odorosa che i Romani chiamavano pece Inizia, molto in credito presso di loro, un numero di tavole da costruzione e le fiaccole delle genti povere che in terra d'ulivi non hanno olio da ardere.
   < La strada che da Cosenza inette a San Giovanni in Fiore, dalla tomba dei Bandiera al luogo ove furono traditi dal córso di mezzo sangue greco e mezzo ribaldo, è meravigliosamente tagliata sui colli e si arrampica per molte ore di salita fino colà, quasi legame che deve congiungere la marina di Paola con quella di Cotrone. Si sviluppa attraverso l'Apenniiio in leggiadre ritorte, ora salendo a picco sul fiume o sui burroni, ora discendendo nello chine delle valli ombrose solcate da torrentelli spumeggianti che serpeggiano in fondo. Spiegata e condotta con arte somma, larga da lasciar passare tre vetture di fronte, coi suoi rialzi di terriccio nei luoghi pericolosi o coi muriecioletti di creta e ciottoli diligentemente costrutti, salendo lungamente per l'erta dei monti, ti permette di arrivare all'altezza dai 1500 ai 1800 metri quasi sempre al gran trotto.
   < Decretata sin dal tempo dei Borboni e cominciata nel 1856, a spese dello Stato e di quella miriade di villaggi che incoronano Cosenza, i quali pagavano un 18.000 ducati all'anno sui loro diritti di pascolo, di legname, di pece e d'altro sulle terre silane e oggi, mercè le cambiate condizioni dello Stato, terminata a spese di tutta quasi la provincia, che vi ha profuso tesori, la strada della Sila è una delle opere più utili e meravigliose dell'Italia redenta.
   < Non si può immaginare nulla di più pittoresco di quel lungo serpeggiare attraverso le varie zone agricole in cui, con linee precise di demarcazione, vedi finire i vitigni, gli ulivi, i fichi, i gelsi; poi le quercie e ì castagni, poi i faggi immensi per cominciare i pini delle vergini e intentate foreste. E uno spettacolo stupendo che uè lingua, uè penna potranno mai esprimere >.
   La famosa foresta della Sila — la più vasta e la più maestosa della penisola italiana — coi suoi due piani di vegetazione che raggiungono proporzioni gigantesche, il pino laricio, il faggio, la quercia, il castagno, ecc., occupa i pendìi di quest'ultima catena e tutta la parte occidentale del pianoro. Il rimanente è occupato da grandi praterie alternanti coi boschi. In tutta l'estensione di questo pianoro non vi ha che un centro d'abitazione permanente, San Giovanni in Fiore, all'altezza di 988 metri, con 10.813 abitanti nella provincia e circondario di Cosenza, ove lo troveremo (1).
   (-1) b Con la legge in data 25 maggio 1876 furono comprese fra i boschi inalienabili anche le selve toccate al Demanio nella ripartizione della Sila. Queste solve, che avevano allora una superficie totale di ettari 3500, sono situate nel territorio della provincia di Cosenza.
   a La Sila non è una foresta di un sol corpo, bensì l'aggregato di parecchie selve raccolte in tre gruppi situati ad una eerta distanza l'uno dall'altro. La parte più ragguardevole e sotto ogni aspetto più importante è costituita dal primo gruppo, del quale fanno parte la leuuta di Maccìdaluntja e quella di Gallonano che in complesso hanno una superficie di ettari 14(J5.
   « La parte più elevata della Sila raggiunge 1G50 metri sul livello del mare. La superficie complessiva della Sila è di ettari 3250, cioè di ettari 250 in meno della superficie stabilita dalla surriferita legge 25 maggio 1876. Questa differenza è dovuta alla cessione fetta dal Demanio di un'uguale superficie a certo Luigi Casole, cui spettava a termini della legge stessa.
   « La specie legnosa elle predomina nella Sila è il pino laricio e quella secondaria è il faggio. Da queste piante si ritraggono assortimenti per le costruzioni e per gli usi sociali » (V. Sappi, alla 6» ediz. deli'Enciclopedia IlaL, disp. GG, pag. 401, nell'articolo Italia. Torino, Unione Tip.-Editrice, 1SD8).