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Parte Quarta — Italia Meridionale
Miseno. L'antica galleria nella montagna per mezzo della quale la città deriva la sua provvista d'acqua, fu restaurata da Don Pedro di Toledo.
I colli in vicinanza sono sparsi di rovine, di bagni e di edilìzi minori a cui furono dati varii nomi, ma che non vale la pena di descrivere. Nella villa Licastro furono scoperte, nel 1838, alcune belle colonne con capitelli finamente lavorati e frammenti di archi marmorei. Una statua di Antinoo, trovata nelle rovine, fece dar loro il nome di Tempio di Anlinoo.
Anfiteatro (fig. 230).—'Situato sul colle dietro Pozzuoli, la rovina più perfetta e più interessante di tutte, dissotterrato intieramente dal 1848 sotto la direzione del dotto archeologo Michele Ruggiero. Stupenda e la sua forma esterna ed interna, come quello che è situato in un piano perfetto e visibile perciò nel suo intiero circuito. La solida costruzione è in opera laterizia e reticolata e vi si ammirano le munizioni più sorprendenti di quante se ne conoscano degli antichi con un metodo di fabbricazione che non si \ede in verun altro edilìzio pubblico.
II gran diametro dell'edilìzio ha m. 100.93 di lunghezza e il piccolo diametro metri 144.87 : l'arena m. 111.93 di lunghezza e m. 65.25 di larghezza. Ne risulta perciò ch'esso è minore di una quarta parte dell'anfiteatro di Roma e di quello di Capua, ed una volta maggiore di quelli di Pompei e di Verona. Però esso poteva contenere circa 50,000 spettatori. Ha quattro ingressi e tre ordini sovrapposti. Il primo, scompartito
da arcate, agguaglia l'altezza del primo piano e corrisponde alla metà dei sedili in giro; il secondo ha sostegni ed archi meno ampii che pareggiano l'altezza del secondo piano, ove terminano i gradi in giro: ed il terzo, fornito di sostegni e di fine-stroni, corrisponde alla sommità della loggia ove aveva fine l'intiero edifizio.
Nel fregio del soprarcato sono distribuite le aperture bislunghe per fissare le corde dei velarii che proteggevano gli spettatori dal sole e dalla pioggia. L'edilìzio è incoronato da un continuo acroterio sul quale dovevano sorgere le statue degli dei o degli imperatori.
Gli spettatori godevano dalle loggie di un panorama incomparabile. Sotto, l'intiera città coi suoi edifizi grandiosi, la spiaggia con le sue moli gigantesche e le squadre che vi approdavano da tutte le parti del mondo, e, in lontananza, l'arco di Cuma, i due Mari, il monte Gauro, Baja, Miseno e l'isola d'Ischia.
1 grandi pilastri degli archi in lutto il giro esterno sono basati sopra grossissimi quadroni di pietre vulcaniche sovrapposti senza calce e decorazione esterna di opus ìncerlum, come la chiama Vitruvio. Il corridoio circolare si compone di un gran numero di camere, di carceri, di vomitorii, vale a dire, a sinistra per salire ai portici superiori, ed a destro per entrare nelle prime gradazioni dell'anfiteatro.
Secondo la tradizione, sotto il regno di Diocleziano, S. Gennaro e i suoi compagni furnro esposti in quest'Antiteatro alle fiere le quali li