37-2 Parte Quarta —
Marco Aurelio c di Settimio Severo, l'edilizio è qualificato come X'Acdes di Serapide, termine che occorre eziandio nel suddetto Iseo di Pompei, I signori Martorelli e Paolini videro nei pilastri ali ingresso altre iscrizioni con le parole Dusari sacrum, che è il Bacco Fenicio, l'Osiride o Se-rapide degli Egizi, Nella nicchia semicircolare fu rinvenuta la statua di Serapide, ora nel Museo Nazionale di Napoli, Le iscrizioni greche, in cui i mercanti Tirii parlano delle spese per mantenere il loro culto patrio nei tempii, porgono una testimonianza autentica che il culto della deità egizia vi fiorì sino al secondo secolo. Nonostante però questi fatti e 1 esistenza dell'Iseo a Pompei alcuni archeologi hanno posto in dubbio che il culio egizio fosse tolleralo a quel tempo, ed hanno arguito, dai canali pel trasporto delle acque, che l'edilìzio fosse un mero stabilimento balncario, ponendo in non cale l'asserto di Apuleio o di Arnobio rhe l'acqua era non meno necessaria del fuoco nel servizio dei tempi egiziani, 1 cambiamenti fisici di cui le rovine olirono un esempio così notabile, diedero origine a cognizioni più notevoli del carattere archilei turale del-l'edifizio. Le tre suddette colonne di cipollino del pronao presentano un'istoria di questi cambiamenti in caratteri evidenti e che niuna controversia può alterare. Codesta istoria comprende due epoche distinte, una di abbassamento e sommersione sotto il livello del mare, l'altra d'innalzamento sopra quel livello. La porzione più bassa delle colonne per circa m. 3 '/s sopra il piedestallo ha una superficie levigata ma con traccio distinte a varie altezze di antichi livelli acquiferi. Sopra questa porzione le colonne sono perforate per circa 2 metri da buchi scavati dal dattero inarino o litlwdomus (la Modiola lithopha/ja di Larnarck). La parte superiore delle colonne non è danneggiata tranne che dalle intemperie e dalla corrosione dell'acqua marina. Queste alterazioni furono attribuite a prima giunta all'elevazione dell'acqua sul suo livello odierno, ipotesi riconosciuta erronea dappoiché tutti i cambiamenti sulle spiaggie del golfo di Napoli furono riconosciuti locali
Non v'ha dubbio che la costa della baia di Pozzuoli andò soggetta ad alternanza di abbassamento c di innalzamento dalla data della fondazione dell edilìzio in discorso. Quando fu costruito primamente, il suddetto pavimento in musaico doveva trovarsi alcuni metri sopra il livello del mare; deve dunque essere avvenuto un abbassamento che rese necessaria la costruzione di un altro pavimento ad un livello più alto.
Le iscrizioni prementovate attestano che l'edilizio era in esercizio nel regno di Settimio Severo. In meno di cento anni dopo la morte di quest'imperatore i templi pagani furono soppressi perla conversione di Costantinoenon v'ha dubbio che questo fu abbandonato intieramente. Dopo di
Italia Meridionale
ciò l'abbassamento dovette continuare pei movimenti successivi, finché la parte inferiore delle colonne fu sommersa, dacché ì segni dell'acqua appartengono evidentemente a varii livelli.
Nel secolo XII l'eruzione della Solfatara pare colmasse la suddetta corte, sino all'altezza di metri 3 Va. di scorie e altre materie eruttate le quali, per l'abbassarsi del suolo sott'acqua, preservarono questa porzione delle colonne dall'azione del litodomo o dattero di mare. L'abbassamento continuò finchélecolonne furono sommerse all'altezza di metri 3 sopra i depositi vulcanici ed in tale stato dovettero rimanere esposte all'aziono dell'acqua marina per circa tre secoli e mezzo, mentre la parte superiore delle colonne emergeva dal mare. Ciò è provato dal gran numero, dall'ampiezza e profondità delle buche scavate dai datteri di mare, i cui gusci rinvengonsi in fondo alle buche insieme a quelli di altre specie esistenti.
11 canonico Jorio, nella sua Guida di Pozzuoli, ha dimostrato, con la scorti di documenti municipali, che sin dal principio del secolo XVI ebbe principio un innalzamento del terreno sulle spiaggie di Pozzuoli. Questo cambiamento pare locale, dacché Ferrante Loffredo nelle sue Antichità di Pozzuoli, pubblicate nel 1550, riferisce che, nel 1530, un pescatore poteva pescare dal luogo detto ora il Circo o Stadio. Da ciò puossi inferire che, come ha mostrato l'inglese Forbes, immediatamente prima della comparsa di monte Nuovo, il mare bagnava le antiche balze che stanno ora entro terra ai due Mi di Pozzuoli dalla punta di Coroglio al lago Lucrino. Noi possiamo perciò assegnare la data dell'innalzamento che sollevò il Serapeo e il basso tratlo di deposito sottomarino a ovest di Pozzuoli, detto La Slarza, ai trernuoti che procederono ed accompagnarono, nel 1538, la formazione di monte Nuovo.
Dalla metà del secolo scorso, od almeno dal 1780, il tempio di Serapide ricominciò ad abbassarsi lentamente e non v'ha dubbio clic durante codesta metà il terreno sprofondò di almeno mezzo metro. Presentemente si calcola che le sudde-seritte colonne superstiti del tempio si abbassino annualmente di 1 millimetri.
Ci siamo alquanto indugiati, con la scorta del Murray, su questo antico tempio di Serapide non tanto pel fenomeno naturale dell'innalzamento ed abbassamento che presenta, quanto per la sua magnificenza la quale viene cosi compendiata da Gaetano Nobile:
« Nello stato in cui si presenta non si può abbastanza deplorare le ingiurie che ha sofferto, non tanto dalle mani de' Barbari o del tempo, quanto da quelle degli stessi abitanti della contrada. Le depredazioni continue che si son fatte dei suoi marini pure non sono giunte a segno di togliere lo splendore a questo solenne edilìzio ; u