Circondario di Pozzuoli
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spiaggia stendonsi alcune boscaglie che sin dal 1239 eran le regie caccie di Federico II. A destra, le alture di Gaudio ove sgorgava quella fonte rinomata clic aveva, al dire di Plinio, la virtù d'inebriare.
La Selva di Hamae (il Triviae Lucus di Virgilio) fu identificata con un bosco a nord di Clima verso Literno. Narra Livio che vi si soleva celebrare una festa notturna a cui accorrevano le popolazioni finitime. Ninfio, comandante dei Campani, disegnando sorprender Cuma per consegnarla ad Annibale, v'invitò co'suoi abitanti il Senato, dopo di essersi nascosto con 14,000 armati dietro la Selva. Mai Cumani subodoraron l'insidia ed uniti al console romano Sempronio accorso da Literno in loro aiuto, assalirono i Campani, ne uccisero 2000 compreso Ninfio stesso ed impadronironsi di trentaquattro vessilli.
Literno, ora Patria, reso immortale dal grande Scipione Africano che vi ebbe una villa e vi mori, è ora rappresentato da Tor di Patria, con stazione di pescatori, situata presso il ponte per ,IHliWiM.g.'Ii l'h
mezzo del quale la via Domiziana J^V ¦ eSjggjÉ^m
traversava il canale che congiun- IlllSfv^^^Hfc^^^^fe^l^' geva col mare l'antico porto, ora wBB^^^^^^^^w ,fl
detto Lago di Patria.
Literno, fondata dai Cumani, fu occupata, verso il 200 av. C., j^^^^^fep^ '-'f
da una colonia romana marittima, Sl&lm?''^*'
accresciuta in seguito da Angusto, Kt^'i^^^^a Bfe^jfc- U'^r-fe
sotto il cui regno il suo genero
Agrippa ampliò e restaurò il porto «•'•^v^^j^W» flH V-^'Jjg^^^^M
e il suo canale, ora divenuto un •V^fflHL f «IP
lago paludoso, l'antica Li terna o ''
Clania Palus. La città fu distrutta «BjBjBffl^^^gfiiiffr^i^^ ;
nel 455 da Genserico, duce ilei
Vandali,ci............ Ir,ieri.i >li i i^^g-j.yfy- ¦_
sua antica grandezza. Scipione
Africano vi possedeva una villa in Fig. '2*27. — Arco Felice (da fotografia iMauiu).
cui si ritirò quando fu accusato
ingiustamente di estorsione nella guerra contro Antioco, c vi morì nel 184 av. C. in esilio volontario. Narra Valerio Massimo (v, 3) che, nell'amarezza del suo cuore per l'ingratitudine de'suoi concittadini, egli ordinò morendo fossero scolpile sul suo sepolcro le celebri parole: Ingrata Patria, ne ossa quidem mea habebis. Dopo la sua morte i Romani, per cancellar l'onta di tanta ingratitudine verso il vincitore di Siface, dei Cartaginesi e di Antioco, colmarono d'onori il suo nome e la sua memoria. Una tomba sormontata da una statua fu eretta a Literno sul luogo ove giaceva sepolto e si volle persino far credere ch'ci fosse sepolto nel celebre sepolcro degli Scipioni iu Roma.
Seneca nella sua 8Ga Epistola, reca una descrizione interessante della villa. « Dimorando (dic'egli) nella città stessa di Scipione Africano, ho adorato il suo spirito e l'altare ch'io suppongo
esser la tomba di un sì grand'uomo.....Ilo veduto la sua villa di pietre riquadrate ; 1111 muro clic
circonda il bosco e torri ai due lati per la sua difesa; una cisterna sotto la casa c giardini ampii abbastanza per un esercito ; un piccolo e buio bagno, secondo l'antica usanza, dacché un bagno