Circondario di Pozzuoli
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aperture laterali e passaggi sotterranei, fu identificata con la caverna descritta da Virgilio nel vi [h\V Eneide, :
È da l'un canto Dell'euboica rupe un antro immenso Che nel mondo penétra. Avvi d'intorno
Cento vie, cento porte, e cento voci N'escono insieme, allor che la Sibilla Le sue risposte intuona,
L'ingresso principale è dal lato del colle prospiciente il mare, ma i passaggi a cui conduce son la più parte otturati. Una serie di gradini a sinistra mette da quella ch'é ora la maggior caverna ad un piccolo e buio recesso che non ha alcuna comunicazione con la parte soprastante della roccia. Uno dei passaggi più ampii credesi conduca al lago del Fusaro. « Nel mezzo della vasta e profonda grotta, ove la Sibilla Cumana dava gli oracoli, vedevansi tre grandi bacini scavati nella roccia che avevano servito alle lustrazioni (purificazioni) della Sibilla, la quale ritiravasi poi nell'interno della basilica (grotta) in cui pronunciava poi da un alto trono le sue predizioni dell'avvenire ». Cosi Giustino Martire in un passo in cui descrive la sua visita (circa il 150) a Cuina ed alla grotta in cui la Sibilla profetizzava.
A breve distanza dalla via Domiziana, oltre Cuma e fra i sepolcri che la fianeheggiano, son le rovine di una casa a cui fu dato il nome di Tomba della Sibilla.
3. Tempii ed Anfiteatro. —In cima all'Acropoli sorgeva il famoso tempio d'Apollo di architettura dorica primitiva. Non ne pervenne sino a noi che un capitello e qualche tronco di colonna scanalata. Le fondamenta sono in grosse pietre, ma i pochi avanzi delle mura del tempio e dei pilastri sono in mattoni e di opera reticolata, il che attesta i restauri romani. Era di poca estensione, ma, situato in vetta ad una piramide assai alta, doveva scorgersi a grande distanza e presentare un aspetto imponente al riguardante. Al dire di Virgilio (/?/»., vi) Dedalo, fuggito dal Labirinto, piegando su quell'altura il suo volo, vi prose terra, conseerò le sue ali ad Apollo, gli edificò questo tempio e scolpi sulle sue porte la morte di Androgeo, gli amori bestiali di Pasifae e i ciechi ambagi del labirinto di Creta.
A questo monte alfine Del Calcidico seno il corso volse. Qui giunto e fermo, a te, Febo, de l'ali L'ordigno appese, e '1 tuo gran tempio eresse.
Se non che, volendo rappresentarvi anche la morte del suo diletto figliuolo Icaro, il cuore gli s'intenerì, lo scalpello gli sfuggi di mano ed il pianto dirotto troncò a mezzo il lavoro:
E tu, se '1 pianto del tuo padre o '1 duolo Noi contendea, saresti, Icaro, a parte Di si nohil lavoro. Ma due volte Tentò rilrarli in oro; ed altrettante Sì l'abborrì, die l'opera e lo stile Di man gli cadde.
Il tempio dei Giganti, nella cui cella fu rinvenuta la statua colossale di dove seduto, ora nel Museo Nazionale di Napoli, è ora distrutto. — 11 tempio di Serapide, scoperto nel 1839, è una rovina dei tempi imperiali di Roma, notevole principalmente per gli oggetti rinvenutivi, fra i quali alcune statue egiziano colossali. — Del tempio di Augusto, scoperto nel 1000 dal cardinale Acqua-viva che trasse di molte statue dalle sue rovine, non si conosce ora neppur più il luogo. — 11 tempio di Diana, scoperto nel 1852 da Leopoldo, conte di Siracusa, nel luogo iu cui credesi sorgesse il Foro, fu spianato intieramente. Era lungo più di 30 metri o semicircolare ad una delle estremità; le colonne del portico erano di cipollino, d'ordine corinzio e, come i cornicioni, ili una granile finitezza e di magistero squisito. Fu raccolta nelle rovine mia statua di Diana co'suoi cani ed una iscrizione latina dichiarante che il tempio fu eretto a spese di un Lucccio. Il tempio sarebbesi potuto restaurar facilmente, ma il conte ili Siracusa fece trasportare, non sì tosto scoperte, le colonne e le sgottare a Napoli.
L'Antiteatro, ora coperto di terra e di alberi, ò un edilìzio ovale in cui scorso usi ancora gli avanzi di ventuu ordini di sedili clic scendono verso l'arena.