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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   37-2
   Parte Quarta — Italia Meridionale
   Fig. 223. — iiaja : Tempio di Diana (da fotografia Mauri).
   con vòlta, un'apertura circolare nel centro per ammetter la luce e Luche quadrate in altre parti della vòlta per regolare la temperatura. Noi muri quattro grandi nicchie ad arco. Credesi un vasto Frigidario susseguito da molte sale di una torma magnifica. Uno di questi edilizi doveva formar parte della villa di Pisono, ove villeggiava con la sui cara A irà e dove soleva recarsi spesso Nerone. I congiurati contro il tiranno istrionico fecero qui la proposta di ucciderlo a Pisonc, d quale la respinse obbiettando clic l'ospitalità era sacra ed inviolabile. Ma mal gliene incolse, che, scoperta la congiura da Yolusio Proculo, comandante della squadra di Miseno, Pisonc fu costretto a svenarsi, avvolgendo fra gli altri nella sua rovina Seneca, Lucano e Petronio.
   Anche il cosidetto Tempio di Venere (fig. 222) presso il moderno porticciuolo è una terma colossale che serviva pei bagni freddi. È una sala ottagona all'esterno con agli angoli pilastri accoppiati che racchiudono tuttora tubi in terracotta per la conduttura dell'acqua. L'interno è circolare con otto finestre e nicclnoui ove ciascuno stava in attesa di bagnarsi o dove asciugavasi preso che avesse il bagno. Veggonsi tuttora i luoghi ov erano il cornicione, i bassorilievi, gli ornati e le pareti ch'erano rivestite di marmi preziosi. In mezzo doveva essere una gran vasca con gradinata per discendervi. Questa gran sala divideva la terma in due sezioni per gli uomini e per le donne. Scavi recenti hanno tratto in luce a sinistra una bella stufa ed una fila di spaziosissime sale da bagno annesse alla suddetta che era la principale. Dall'altro lato furono scoperte le cupolette eleganti dei varii stanzini, uno dei quali riproduce in proporzioni minori l'idea della gran sala di mezzo con le nicchie e la vasca pel bagno freddo a cui tengono dietro il tepidario e la stufa. Ampii serbatoi d'acqua, coperti da vòlte ancora intatte, circondavano l'edifizio, inviando in tutte le sale l'acqua minerale che scendeva dai colli vicini. Per ultimo, nella parte soprastante, sporgevano terrazzi con portici sorretti da svelte colonne. Delle statue innumerevoli clic popolavano quelle Terme imperiali alcuna se ne rinvenne, ma dove sono i bassorilievi, i seggi di bronzo, i musaici imitanti i diaspri e i lapislazzuli, quando i Domani, al dire di Seneca, erano giunti a tale un eccesso di lusso e di molhzie che non volevano calpestare se non gemme? A codeste Terme famose traevano, da Roma, Cinzia, Tri fona, Lovina, cortigiane celebrate da Properzio, da Petronio e da Marziale.
   Non molto lungi sono altre tre sale ornate di colonne addossate alle pareti e con vòlte abbellite da bassorilievi e stucchi. In una di esse, scoperta or fa circa 50 anni, si ritennero le figure d