Circondario di Pozzuoli 389
chilometri, è tutta composta di tufo e serba ancora il cratere antico, i! cui orlo rovinando a sud formò il porticcìuolo detto Porto Paone.
Nisida formava parte della suddetta villa Luculliana e Cicerone vi ebbe, prima della battaglia di Filippi, un abboccamento con Bruto, la cui moglie Porzia vi si suicidò inghiottendo carboni ardenti, dacché l'isola apparteneva allora al figlio di Lucullo parente di Bruto. Nel secolo XV la regina Giovanna II fece edificare in cima all'orlo nord-ovest del cratere una villa che fu poi trasformata in castello por tenere a freno la squadra di Luigi d'Àngiò. Appartenne successivamente ai duchi di Amalfi, ai Piccolomini e ad altri grandi del regno, finché fu convertita in Ergastolo in cui furon rinchiuse alcune delle vittime più illustri della tirannia borbonica. Nel 1024 il duca d'Alba fece costruire il Lazzaretto su di un isolotto fra l'isola e il continente.
Nel lato est dell'isola si videro per lungo tempo sott'acqua le pile del ponte fatto costruire da Lucullo e pilastri consimili di un molo a foggia di ponte, modello dei celebri porti di Pozzuoli, di Miseno e d'Anzio. Nel 1832, sulla proposta e sotto la direzione dell'ingegnere Fazio, si die mano alla ricostruzione del porto antico. Ultiinaronsi gli antichi pilastri del molo settentrionale e s'innalzò un faro all'estremità; dei pilastri del ponte meridionale fu necessario rifabbricare la metà ed essendosi trovato che il mareggio che entrava dalle aperture era ancor troppo forte, fu rizzata innanzi ad esse un secondo ordine di contropiloni. Con siffatti moli a traforo si sperò, non solo di mantener pura e profonda l'acqua nel porto, ma di toglier eziandio la Risacca, od agitazione del mare nell'interno del porto. Il quale è più grande di quello di Napoli, profondo e capace di grossi bastimenti. Nello sfondo sul quai, o banchina, son gli edilizi della Quarantena separati da un muro dal rimanente dell'isola. Le costo nord e sud dell'isola sono roccie inaccessibili e l'altezza massima ne è di 109 metri ; molte cisterne raccolgono la necessaria acqua piovana. Molto pregiali a Napoli sono gli asparagi di Nisida com'anco le ortaglie, i funghi, le frutta.
Sino alla metà del secolo I di C. Nisida paro andasse soggetta a vapori mefitici e ad esalazioni gassose da alcune parti del suo cratere, come rilevasi dai seguenti versi di Lucano :
Emittit stygium nehulosis aera saxis, Antraquc lelhiferi rabiem Typltonis auhelant.
Lago d'Agnano, — Or non più lago, come quello che fu prosciugato nel 1870. È cinto ogni intorno da alle colline, di cui le principali sono Spina, Àstroni ed Olibano, quest'ultimo facilmente riconoscibile pel suo brullo aspetto. La circonferenza del cratere è dì quasi 8 chilometri, ma è più irregolare nel suo contorno degli altri in vicinanza. Nò il lago, né il cratere son mentovati dagli antichi scrittori, il che non ò però una ragione sufficiente per inferire ch'essi non esistessero in epoca più antica. Molte congetture furono fatte intorno al suo stato antico ed all'origine dell'odierno suo nome, ma la più plausibile di tutte è forse quella che afferma ch'esso occupa il luogo di un podere della famiglia Annia di Pozzuoli: il fundus Anniunus in tal caso diverrebbe naturalmente il incus Annianus donde deriverebbe naturalmente il nome moderno di Lago di Agnano.
La superficie del lago, anzi clic fosse prosciugato, era di 924,020 metri quadrati, la sua profondità di m. 12 e la sua altezza sul mare di ili. 20. Quantunque ornato di una verde cintura e frequentato da uccelli acquatici, era una sorgente costante di malaria a tutto il distretto adiacente, principalmente a cagione della fermentazione della canapa e del lino che vi si ponevano a macerare. 11 drenaggio o prosciugamento fu incominciato nel 1805 e fu compiuto per mezzo di un emissario, o galleria, lunga quasi un chilometro e mezzo, a traverso il monte Spina al mare. I torrenti che alimentavano il lago son ora deviati da canali nell'emissario e il letto del lago o cratere ò or coltivato.
Le stufe di San Germano, situate nel Comune di Pianura e sull'orlo sud-est dal lago ora asciutto di Agnano, si compongono di alcune stanzuccie nelle quali i vapori esalano da quattro spiragli e giovano per la cura delle affezioni croniche reumatiche ed artritiche. 11 nome rammemora la visione di S. Germano, vescovo di Capua nel VI secolo, di cui parla S. Gregorio Magno nei suoi Dialoghi. Dietro le stufe son le rovine romane che eredonsi avanzi di Bagni. Il geologo l'reislak vi trovò ancora i residui di un'antica e grandiosa fabbrica, in cui molli tubi in terraeoLLa incastrati nelle pareti e diretti verso le sale attestavano la destinazione.