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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   37-2
   Parte Quarta — Italia Meridionale
   Alla regina di Napoli parve questa un'offesa alla figliuola e tentò di evitarla, ma accondiscese da ultimo, a patto però ch'essa fosse coperta da una leggiera veste di seta. Le mogli degli ambasciatori francesi, non parendo soddisfatte della visita, Clemenza esclamò iu latino: Non amittam regnimi Galline, provista intenda, e, spogliandosi ignuda, convìnse le dame ch'ella era degna di divenii la moglie di un principe di Francia. Ella divenne madre di Filippo VI, che fu sconfìtto dal Principe Nero, inglese, alla battaglia di Crécy.
   Carlo 11 diede poi Vico in feudo, in un coi casali, al suo favorito Giovanni Pipinos da cui passò a Matteo di Capua, principe di Conca, il quale ridusse il reale casino ad ampio castello, ornato di una galleria di quadri, di una biblioteca, di un museo e persino di un anfiteatro per la caccia delle fiere. Carlo V diede poi Vico Equense a Giacomo Tedesco, il quale lo vendè a un Carafa, conte di San Severino; avendo costui nominato erede il marchese di San Lucido, il feudo passò nella famiglia Ravaschieri dei principi di Satriano.
   Vico Equense fino al 1799 era sede vescovile, ma dopo la morte di monsignor Michele Natale, avvenuta il 20 agosto 1799, sul patibolo, per motivi politici, non fu più rimpiazzato e la diocesi vescovile fu aggregata a Sorrento. Monsignor Michele Natale era nativo di Casapula, presso Capua. Fu creato vescovo nel 1797 e fu giustiziato, per disposizione dei Borboni, per aver fatto un proclama contro gl'Inglesi ed una dottrina cristiana secondo il sistema repubblicano, con la quale dichiarava eterna guerra ai tiranni, nemici dell'umanità libera, mentre San Paolo disse ai Corinti: libi spiritus Domìni, ibi libertas. Morì martire e rassegnato in Napoli il 20 agosto 1799 ed il cadavere fu seppellito nella chiesa del Cannine Maggiore.
   Uomini illustri. — Oltre il gran Filangieri, principe di Satriano, che, se non vi nacque, vi morì, come abbiamo visto, Vico vanta ì due fratelli Della Porta e il teatino Antonio Agellio, vescovo di Acerno, versatissimo nelle lingue caldaica ed ebraica, erudito ed interprete dei Salmi; Caldino, celebre naturalista e Luigi Serio, poeta cesareo.
   Coli, elett. Napoli XI — Dioc. Sorrento — P3, T. e Scalo marittimo.