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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Caslellamrnare di Stabia
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   chiesa da ladroni e pirati. I signori di Alagno possedevano questa terra già da qualche tempo. Alla torre aggregaronsi nuove case e in breve sorse un villaggio e quindi la città di Torre Annunziata.
   Coli, elett. Torre Annunz. — llioc. Sala e Napoli — P2, T., Str. ferr. (anche nella fraz. Pompei)
   e Scalo marittimo.
   Mandamento di VICO EQUENSE (comprende il solo Comune di Vico Equense). -e- Territorio in colle, lambito dal mare pescoso, ferace di cereali, di ulivi, di uve, di ortaggi e ogni sorta di frutta.
   Vico Equense (11,603 ab.). — Sorge a 95 metri dal mare, sopra una rupe sporgente in mare, costruito da Carlo II, che vi dimorò di sovente, sul luogo dell'antico Vìcus Aequensis e vi si arriva da Castellammare per la strada costruita dal 1332 in poi, spaziosa ed amena che traversa il promontorio a mezza costa fra gli uliveti radendo sempre la Marina. La prospettiva è incantevole e variante ad ogni svolta. Da un lato il Vesuvio, Napoli e le isole; dall'altro, lunghesso la strada, villaggi sparsi su perle amene colline, bianche casine isolate nelle fauci dei monti e nelle vallette, fra gli ulivi, i noci e i castagni, ma principalmente fra i rigogliosi vigneti.
   Vico è un luogo di villeggiatura ameno e solitario e i re Aragonesi vi passavano qualche mese dell'anno in compagnia di alcuni membri della celebre Accademia Pon-taniana. Gaetano Filangieri, che ha una tomba nella cattedrale, vi si ritirò assai giovane per comporvi la sua opera famosa Stella legislazione. Ei vi morì il 21 luglio del 1788, e il suo amico, il medico Cirillo, non giunse in tempo a salvarlo.
   Il castello, già reale, oggi appartiene al conte Girolamo Giusso, il quale passa buona parte dell'anno in villeggiatura. Nel locale dell'abolito Seminario esiste un Collegio-convitto Sozi-Carafa, con scuole elementari, ginnasiali e liceali: posto in amena posizione, presso il mare, è frequentato da molti alunni ; detto istituto è di proprietà e sotto la tutela dell'arcivescovo di Sorrento. Fra non molto sorgerà in Vico uno stabilimento balneare, preventivato già per mezzo milione di lire. Lungo il lido del mare furono scoperte, non ha gran tempo, antiche fabbriche romane.
   I vini squisiti e le frutta saporitissime sono i principali prodotti del territorio dì Vico Equense, a cui vanno aggiunte le due seguenti sorgenti di acque minerali:
   1. Acqua solforosa salina arsenicale o dello Serajo. Sgorga in una grotta, alle falde del monte Scrajo, poco lungi da Vico, al cui Comune appartiene, e gittasi in tnare dopo un breve tragitto. È limpida, incolora, ma imbianca tosto leggermente e agitata sviluppa boliiciattole di acido solfidrico. Ila un'azione diaforetica alquanto purgativa an ti erpeti e a e si piglia in bevanda e anche per bagno. Vi accorrono annualmente circa 500 ammalati.
   2. Acqua acidula salina. Nell'antica Marina di Vico o Marina Equa, sotto la punta di Scutolo, a breve distanza dalla spiaggia. L'acqua è limpida alla fonte, inodora e incolora, di sapore salso gradevole ed ha una temperatura di gradi 21.25. È diuretica, leggermente purgativa e valevole nella cura dell'idropisia, dell'ipertrofia del fegato e della milza, della nevralgia e delle concrezioni or in arie; è però meno adoperata dell'antecedente.
   Cenni storici. — L'antica Aequa, celebre città della Campania, fu devastata e distrutta dai Goti. La moderna Vico, come già dicemmo, fu costruita da Carlo II d'Angiò verso il 1300, come attestano alcune iscrizioni, e durante la sua dimora a Vico gli ambasciatori di Filippo l'Ardito giunsero dalla Francia a chiedere la mano della principessa Clemenza pel suo terzo tìglio Carlo di Valois. A richiesta di Maria di l'ra-bante, regina di Francia, gli ambasciatori erano accompagnati dalle loro mogli, incaricate da essa di esaminare la giovine principessa e di accertarsi se aveva alcuni difetti personali, essendo il padre suo, Carlo li, zoppo dalla nascita.