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Parte Quarta — Italia Meridionale
dalle acque del Sarno ; cartiere, fabbriche di acque gassose, ecc. La suddetta fabbrica d'armi impiega più di 2000 lavoranti e circa 400 lo stabilimento Natanson per la lavorazione dei ferri sagomati
Torre Annunziata ha varie linee ferroviarie ed è allacciata al porto da un binario sulla banchina di levante lungo 150 in. Il porto di Torre Annunziata giace in direzione sud un quarto est dal vertice del Vesuvio, poco lungi da Napoli e meno ancora da Castellammare di Stallia. I lavori, incominciati nel 1887, sono ora compiuti con due inoli di difesa e le banchine. La sua superficie acquea misura 250,000 metri quadrati ed è rinchiuso fra il molo di levante, lungo m. 270 e quello di ponente lungo m. 830, i quali partono dalla spiaggia davanti alla città, distanti fra di loro ni. 500 circa e di m. 370 circa è la larghezza della bocca del porto. La banchina interna di ponente è lunga in. 180 e 270 quella di terra. I bastimenti di grossa portata si ormeggiano al molo di ponente e sulla banchina di levante tanto essi quanto i vapori possono imbarcare e sbarcare direttamente le merci senza bisogno di pont i. Su questa banchina è impiantata un gru di ferro girevole della portata di 7 tonnellate. La traversia del porto è sud-sud-ovest. I venti dominanti nel verno sono quelli del 2° e 3° quadrante; nell'estate, quelli del 1°. La marea non vi si sente e la profondità delle acque nel porto è di circa 9 ni. che vanno via via diminuendo. Due fanali, uno a luce fissa all'estremità del molo di ponente, l'altro, un fanale di porto in capo al molo di levante. I porti esteri coi quali son più frequenti i traffici di Torre Annunziata son quelli della Siria, del Mar Nero, della Tripolitania e delle Indie. Il piccolo commercio interno si fa con Napoli, Pozzuoli, Castellammare, Calabria, Sardegna, Sicilia, Ponza, Ischia, Procida, Capri, Civitavecchia e Gaeta.
Acque termo-minerali Nunziante. — Mentre faceva scavare un pozzo artesiano alla spiaggia il marchese Nunziante scoprì, il 18 giugno 1831, sotto il promontorio del-l'Oncino ed alla profondità di metri 6.59 un'acqua minerale, la quale, esaminata dal prof. Ricci, fu trovata della temperatura di gradi 30 a 31.25. Contiene carbonato di ferro e magnesia con un eccesso di gas acido carbonico e sgorga con qualche violenza e in un volume ragguardevole di sotto una massa di lava. È diuretica e catartica e si piglia per bevanda e per bagni, doccie, ecc. ; il marchese Nunziante ha fatto costruire uno stabilimento balneario, dal quale gottósi in giunta di una bella veduta del golfo di Castellammare e di tutto il litorale sino a Sorrento. Quest'acqua agevola la digestione e torna giovevole contro le malattie di fegato, le ostruzioni addominali, l'ipocondria, le emorroidi, la leucorrea, l'idrope e molte malattie cutanee.
Antichità. — Nella costruzione della ferrovia fra Torre Annunziata e Torre del Greco furono scoperti, nel 1842, i ruderi dell'antica stazione romana di Oplontum, segnata nella Tavola Peutingeriana a circa 10 chilometri da Ercolano. Consistono in parecchie case separate da vicoli e corrispondenti nel carattere e nella disposizione a quel nucleo di tabernae che costituiva ai tempi romani una cosidetta mulalio o stazione postale. Codesti ruderi furono trovati nella vigna di un prete, sotto un ammasso di ceneri e di pietra pomice : appartenevano a case ornate di colonne, musaici e dipinti dello stesso stile di quelli di Pompei. Yi sì rinvennero anche alcune scolture, di cui una rappresentava un Fauno che aveva chiusa nella sua nebride una piccola pantera ed un cane che la guardava abbaiando.
Prima di por piede in Torre Annunziata si passa a Torre Scassata, presso la quale sì può esaminare un ramo della corrente di lava del 1631, la quale, dove si scava per trarne pietre da costruzione, assume ima struttura colonnare.
Cenni storici. — Nel 1319 fu edificata in questo luogo una cappelletta dedicata all'Annunziata ed un ospedale. Molti anni dopo, sotto Alfonso I, Ugone d'Alagno, fratello di Lucrezia, amante del re, e gran cancelliere del regno, fece costruire una torre nel sito detto Sylva Mala, forse l'odierno iioscotrecase, per custodire la suddetta