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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Caslellamrnare di Stabia
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   di Tempio d'Ercole, di Tempio di Nettuno, ecc., non per altro che per aver appreso da Stazio l'esistenza dì tempii sacri a queste deità di Sorrento.
   Ma la celebrità principale di Sorrento derivava dal suo vino, che godeva di molta fama in Roma ed a cui alludono reiteratamente i poeti dell'Impero. Era creduto saluberrimo e raccomandato per conseguenza dai medici ai convalescenti e agli invalidi. Vero è però che Tiberio dichiarò, dicesi, ch'esso andava debitore della sua rinomanza unicamente ai medici e che in realtà esso non era migliore dell'aceto. Non raggiungeva la sua maturità che in capo a 25 anni. I colli che producevano codesto vino famoso erano quelli che circondano il piano in cui era situata Sorrento, i Surrentini Colles di Ovidio (Met., xv, 710). Marziale (xm, 110, ecc.) aggiunge che Sorrento andava rinomata anche per le sue terraglie.
   Dopo la caduta dell'Impero Occidentale Sorrento divenne una repubblica governata da consoli e ducili e, nell'anno 829, sconfisse la vicina Amalfi in battaglia navale. Nella notte del 13 giugno 1558 fu assalita improvvisamente da Pialy pascià, il quale la devastò, traendo duemila abitanti in {schiavitù.
   Uomini illustri. — Alla gloria di Sorrento basterebbe quella del grande Torquato Tasso (1), ma essa fu la culla di altri uomini insigni: Pietro Sersale, arcivescovo di
   (1) Torquato Tasso amò vivamente la sua città nativa, Sorrento, e ne lasciò un ricordo nella Gerusalemme conquistata. Tra' cristiani passali in Terrasanla, immaginò che ci fosse anche un sorrentino, di nome Tranquillo. E un poeta che cinge le armi del crocialo (i, 8t):
   Ili Nola Uunfralo, e di Salerno Ilenrico, E, lasciando la celra e '1 plellro amico.
   Curilo e Cruslan di Conca e di Gaeta*, Onde t'ire e '1 furor de l'arine aojuela,
   E di Sorrento, a' dolci sludi amico, Prese elmo e lancia, e pur con I allo carme
   Tranquillo, il qual cangiò pensieri e mela ; Talhora ei canla i Duci invilii e l'arme.
   Non è solo un ricordo di Sorrento; ma pare davvero che il Tasso voglia in questo poeta e guerriero raffigurare sè medesimo. E ciò parve anche meglio a quelli che prestaron fede alla leggenda dell'amore di lui per Leonora. Poiché un'altra volta Tranquillo ricomparisce nel poema, ed è nel momento in cui cade, fatalmente trafitto dalla mano d'una donna, Clorinda (x, 102):
   Passa Clorinda inlanlo al buon Tranquillo Te pianscr poi gli scogli e '1 mar tranquillo
   11 core ; e rivi iralie caldi e sanguigni, Del liei Sorrento, e di Selielo i Cigni :
   Perchè a femiiiea mano il Cini sortillo, 13 s'udir ne' bei monti e 'n su l'arene
   S'uspelLi ha pur si feri e si maligni. 1 lai quasi di Ninfe e di Sirene.
   Il 25 aprile 1895 si celebrò in Sorrento, a Roma, Bologna, Mantova, Ferrara, con feste solenni, il terzo centenario della morte del Tasso. In quest'occasione il prof. A. Solerti, dell'Università di Bologna, pubblicò tre volumi: nel primo si racchiude la vita del poeta, secondo gli ultimi documenti; nel secondo si trovano molte lettere inedite e discorsi del Tasso e una scelta di lettere di diversi a illustrazione della vita e delle opero del poeta; nel terzo si da una completa bibliografia delle opere del poeta, la riproduzione grafica di quattro medaglie, e ventotto ritratti. — L'Emporium, nel suo numero d'aprile 1895, diede la riproduzione ili molli frontespizi delle opere del Tasso, e saggi vani di illustrazioni della Gerusalemme liberala. — Anche VIllustrazione Italiana consacrò numeri speciali ad illustrare la vita del Tasso.
   Neil'11 marzo 1844 fu celebrata in Torino una festa secolare della nascita di Torquato Tasso. In quella circostanza, Silvio Pellico scrisse una cantica; e gl0vas.nl Prati compose il carme: Ultime ore di Torquato Tasso.
   Ecco le opere del Tasso. Il Rinaldo, suo poema giovanile; l'Auiiuta, favola boschereccia che si stampò in Venezia dall'Aldo, ed in Parigi colle note del Menagio; il Goffredo, tosto ristampata col titolo di Gerusalemme liberata, ed havvi un'edizione con ligure intagliale da Agostino Caiacci ; le Differenze poetiche per risposta ad Orazio Ariosto; il Torrismondo, tragedia; la Gerusalemme conquistata; le Sette giornate del mondo creato; le Rime; il tiomeo, ovvero del giuoco, dialogo; il Forno, ovvero della nobiltà, dialogo; Lettera nella ipuile si paragona l'Italia alia Francia ; il Gonzaga, ovvero del giuoco; il Messaggero ; Della virth eroica c delia virtù femminile; LI padre, di famiglia, dialogo;