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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   37-2
   Parte Quarta — Italia Meridionale
   questi ingenti archi vedevansi alcune conserve di acqua lavorate con piccolissimi mattoni appresi a durissimo cemento; ma sorprendente è che ad altezza cosi smisurata si potesse fare ascendere l'acqua le cui sorgenti si ravvisano'oggi nel fondo dell'isola ».
   Avanzi delle altre undici ville di Tiberio. — Di queste altre ville liberiane, di cui parla Tacito, si tentò variamente l'identificazione, la quale al presente è come segue : II. Villa Giunone a Moneta, prima di arrivare a Santa Maria del Soccorso. •— III. Palazzo della Marina con ruderi a ovest della Marina Grande sur un pianoro alla spiaggia in cui furon rinvenuti monunienti marmorei, come vedremo più sotto. — IV. A Domecuta, avanzo sopra la Grotta Azzurra con un albergo. - V. Presso la Certosa, alla cui fondazione e costruzione delle mura, vòlte e arcate contribuirono i ruderi di un'altra villa di Tiberio. .£ - VI. Villa Nettuno presso Castel Monte Castiglione a sud di Capri ; anche in questa furon trovate antiche opere d'arte, come vedremo —VII. A Grotta Mitromania, che ritroveremo più innanzi. —VIII. Nella pianura Sopra-Fontana, nella vigna Àrcucci, ove veggonsi ancora le forme delle camere e le cosidette Grotte Tìberiane. — IX. Sulla punta Tragara sudde-scrilta. -— X. Sul terrazzo del citile San Michele, prima di arrivare a Santa Maria del Soccorso al sud-ovest. — XI. Vesta nel Campo di Fisco, di là di Santa Costanza. — XII. Sopra la Marina Piccola.
   Palazzo della Marina. - Seorgonsi 1 ruderi a destra della spiaggia ove si approda e sotto la salita ad Anacapri. La maggior parte dei ruderi sono in mare e la villa doveva ceder poco o nulla alla suddetta di Giove. 11 precitato tedesco Iladraf vi rinvenne, nel 1790, la tavola cilindrica dedicata a Cibele la quale aveva in bassorilievo una testa di ariete con due granili festoni di fiori, di spiche, e di fruita con sotto un vaso sacrificatorio. Ne fece acquisto il celebre inglese llainiltun e conservasi ora nel Museo Britannico a Londra. Vi si scavarono anche le due stupende colonne di cipollino egiziano le quali, vendute al governo Borbonico, vedevansi in addietro nella villa Reale tagliate in quattro pezzi per basamento a quattro vasi di finto porfido. Eran di un marmo rarissimo ed ora ignorasi dove siano.
   Ma il monumento più bello rinvenuto nel palazzo fu il celebre Capitello Corinzio cosi ben lavorato e tornito da servir di modello inarrivabile dello stile più perfetto. Ora si trova nel Museo Nazionale ili Napoli Altre colonne furono ancor tratto fuori di marmo detto Pietrasanta, in un con una bella scalinata di marino bianco e per ultimo due vaghi pavimenti : il primo di marmo giallo, africano, bigio e di portasanta, di bigio e giallo antico, inviato in Russia alla contessa Woronzotl sorella della principessa Galitzin. I marmi staluarii che si trovarono fuori pesavano 1000 quintali. Vi era altresì un tempietto circolare, molte stanze e terrazzi che protendevansi nel mare, come a Baja e come se la terra più non bastasse ad offrir delizie a que' Romani effeminati.
   La Certosa. — A cui si sale dal palazzo della Marina e in cui credesi fosse la quinta villa di Tiberio, villa rusticana che doveva essere in mezzo ai boschetti. Se ne ignora il nome perchè non si è trovato alcun monumento e perchè la Certosa è situata sopra ruderi di antichi edilizi. E uno dei più bei sili di Capri : qui la regina Giovanna I fece costruire pei Certosini un monastero ora convertilo ad uso militare, con ampia corte sull'orlo della valle ili Tragara. Amiuiransi nella chiesa alcuni monumenti della famiglia Àrcucci. Un'eco in vicinanza risponde per ben tre volte.
   Villa Setto™, — È la sesta villa Tibcriana, situata poco lungi da Capri, a sud, nel sito detto Castiglione. Dagli scavi fattivi nel 1787 dal predetto signor Iladraf si trasse fuori un gran numero di staccili raffiguranti mostri marini e gemi alati con code di pesci, il che induce a credere che Tiberio avesse qui fatto costruire un Ninfeo. Vi si rinvenne pure una grande quantità di marmi e mattoni, un superbo vaso greco ili marino, comprato da un signor Styvens, inglese, ed un magnifico pavimento in musaico che fu trasportato nel già descritto palazzo della Favorita a Resina. E lungo 24 palmi e largo 18 e i marmi ond e composto in romboidi sono il giallo antico, il turchino venato e il rosso antico. La composizione ne è molto ingegnosa. Scoprironsi inoltre, a diciatto palmi di profondità, cinque stanze ornate di stucchi e di rabeschi dipinti, con gran vasca a tubi, dal che si arguì fosse il Bagno della villa Nettuno. Nella quinta stanza si rinvenne il bellissimo bassorilievo con una Vittoria alata che sta libando, Tiberio in regia benda, un Genio in atto di sacrificare e il frammento di una Mann che sta suonando uno strumento. Fu acquistato dal principe di Seliwar-zenberg, ambasciatore straordinario per l'incoronazione dell'imperatore Leopoldo.