37-2
Parte Quarta — Italia Meridionale
nord-est dell'isola la villa di Giove; nella stessa direzione il colle San Michele con a sud quello di Castiglione e fra i due, restringentisi in valle, la piccola città di («apri e quindi in alto, a nord-ovest, Anacapri cinta da giardini e da alberi. A levante 1 Faraglioni isolati e quindi ili là del mare l'intiera costa d'Italia da Terracina sino alle montagne della Calabria e, sporgenti in mare, Gaeta, capo Miseno, e i capi Campanella, Licosa e Pali miro ; sdraiate superbamente in un mare argenteo stanno Ischia, Procìda c le Sirene; dietro la costa, le belle lince degli Apennini e dinanzi ad essi i due magnifici golfi di Napoli e di Salerno. Dove trovare al mondo un più stupendo e grandioso panorama ?
l'unta Trailara. — Anche questo promontorio, a sud-est dell'isola, offre una veduta pittoresca della medesima e in particolare della costa sud. Vi si veggon gli avanzi di un sepolcro romano In vetta all'altura più prossima, detta il Monacane. Nel 4885 furono scoperti presso il promontorio i ruderi di una casa romana.
Scendendo dalla punta Tragara la scala a destra della villa Tragara, si segue il piovente per un buon sentiero guemito di banchi in pietra donde si hanno belle vedute dei Faraglioni e dello scoglio Polifemo; indi costeggiasi por i scale che scendono e salgono l'altura detta Telegrafo o Tv oro Grande, sulla quale trovansi l'antico telegrafo ottico e gli avanzi di una delle tante ville 'liberiane.
11 Capo. — Altro promontorio orientale dell'isola sul quale ergeva si, dicesi, la villa di Giove, ove Tiberio visse nove mesi dopo la caduta di Se; a no. Vi si va da Capri passando per la via principale, l'angusto corso Tiberio, e seguendo sempre la stessa via lastricata clic sale in breve sino ad una gran casa in rovina. Di là parte a destra la strada deUMreo Naturale e del Telegrafo suddetto ; la nostra via passa invece a sinistra fra codesta casa e la chiesetta di San Michele, indi prosegue a un dipresso alla stessa altezza in vista della cappella e del faro antico della villa di Tiberio, dinanzi alla quale è il cosidetto :
Salto di Tiberio. — Parapetto sopra un abisso a perpendicolo nel mare di 240 ni. Secondo Sveloiiio ( Vita Tiberii, 02) l'imperatore Tiberio, dopo aver latto torturare i condannati, li faceva precipitare da quella grande altezza che dà le vertigini a eluvi si affaccia; e, giunti al basso già sfracellati dalle punte sporgenti della roccia, eran finiti co' remi da schiavi appostati.
Equi uopo e narrare in ampia parentesi clic Tiberio aveva permutato co'Napoletani l'isola d'Ischia per quella di Capri, preferita da Augusto per la freschezza della vegetazione, l'aria balsamica e le vedute stupende. Tiberio, il truce tiranno, già settantenne, vi passò gli ultimi dieci anni della sua vita semi-demente « Odiando terree colonie (narra Tacito nel voi. ìv degli Amali, traduzione del Davanzali) e ciò cli'ò in terra ferma, Tiberio si rinchiuse nell'isola di Capri, tre miglia oltre il capo di Sorrento. Dovette piacergli per esser solitaria e senza porti : per appena potervisi accostare navigli piccoli, ne alcuno di nascosto approdarvi ; d'aria il verno dolce, per lo monte che le ripara i venti crudi ; volta per la state a ponente, con amena vista del mare aperto e della costa bellissima non ancor deformata da' fuochi del Vesuvio. L'isola di Capri era nobile per dodici ampie ville che s'intitolavano, cralesi, a dodici Dei. Tiberio occupò con nuovi edilizi lo spazio di esso distruggendone anche i nomi ».
Tornando ora al Salto di Tiberio soggiungeremo clic, gettando sassi dall'alto del parapetto, essi non vanno a cascare perpendicolarmente nel mar sottostante ma rimbalzano ad arco nell'abisso. Presso al parapetto è un Ristorante che mesce, a chi nel richiede, del famoso viri bianco e rosso di Capri li si può anche per pochi soldi veder ballare la Tarantella da giovani donne.
Trenta passi a destra è l'antico Faro di Capri che rovinò alcuni giorni prima della morte di Tiberio ed è ancor alto 18 ni. Salendo ancora alcuni passi si arriva ad una spianata con la:
Villa 'liberiana. — È detta anche Villa di Giove, c di essa cosi parla Svetonio (05) : « Quando era già repressa la congiura di Sejano, Tiberio tenevasi ancora si mal sicuro clic pei successivi nove mesi non lasciò inai la villa di Giove ». Presentemente veggonsi ancora vòlte, stanze, corridoi, sotterranei in gran numero trasformati in parte in vigne e stalle, frammenti architettonici d'ogni fatta e avanzi di musaici.
In alto si arriva, per un'apertura in un muro, ad una scala che conduce alla cappella Santa Maria del Soccorso (340 ni.). A sinistra, presso la cappella, alberga un eremita che tiene Vallatili dei visitatori ed olire loro una seggiola per contemplare il seguente panorama ineffabile: i monti