3-20 l'arie Quarta — Italia Meridionale
I gradini della media cavea, ove sedevano i cittadini e i soldati, sono spartiti da sei scalette per le ipiali scendevasi dai vomitorii corrispondenti col soprastante corridoio coperto ; e come queste scalene intersecavano la gradinata circolare in sei parti, formavano così cinque cunei perchè più larghi in cima e più stretti in fondo a mo' di cuneo come nel suddescritto Teatro Grande o Scoperto.
Anche questo Piccolo Teatro aveva assai sofferto nel treinuoto del GII dopo C. ed era in riparazione quando fu sepolto dall'eruzione susseguente. Il geologo può esaminare sotto la scena di questo Teatro porzione di una massa di lava butilica di apparenza vitrea, l'unica della roccia primitiva che' formava la base del colle su cui sorgeva Pompei.
Caserma dei liladialori (a cui si ascende dal Fòro Triangolare perlina scaladi trentasei gradini). — E una gran corte aperta, lunga 111. 5G, larga 111. 45, circondata da settantaquattro colonne doriche stuccate e dipinte in rosso al basso, in rosso e in giallo alternamente in alto. Anche i muri sono dipinti alternamente in rosso e in giallo.
Dietro la bla delle colonne, sessantasei celle, distrutte in parte, del diametro di m. 4 circa in due piani sovrapposti, stanze da letto, non ha dubbio, degli abitanti della Caserma. A est una grande cucina con focolare in muratura ben conservato, e, presso ad essa, una scala clic conduce in alcune stanze più grandi, l'abitazione per fermo del Lanista, il Centurione o Capo e Maestro dei Gladiatori che convivevano in corporazione, assoldati dai ricchi e dai patrizii di cui portavano i nomi
L'edifizio, tutto pieno di graffiti, di disegni e d'iscrizioni, reminiscenze della vita gladiatoria, quando fu scoperto e chiamato in prima Forum Nundinurium, o mercato settimanale, conteneva una granile quantità di oggetti fra quelli diniimerati con altri molti dal cav. Gaetano Nobili nel brano clic qui si riporta :
« Un'altra stanza serviva di prigione; vi si rinvennero i ceppi che attualmente, si veggono nei piccoli bronzi del Museo, con tre scheletri ed ossa di piedi ancora attaccati agli anelli della barra di ferro. Nell'appartamento del Centurione e Capo dei Gladiatori si rinvennero due fibule di cinto militare di argento, di specioso lavoro ; la guernizionc di dette fibbie rappresentava Marie sopra vii cocchio tiralo da quattro cavalli e Diana Lucifera di tal bellezza che si direbbero cammei. Dippiìi si scavarono molli scheletri e fuori le ossa ili un cavallo, vicino al quale erano mucchi di stoffe bruciate che si erano buttale fuori per portarle via, e tre lazze di argenlo. In una stanza appresso si raccolse uno strumento militare somigliante al Clarino, con più aperture e chiavi; il tutto in avorio foderato di bronzo. In quasi tutle le stanze superiori si trovarono scheletri clic ammontavano al numero di sessantatre, armature in bronzo consistenti in elmi, scudi, bracciali e gainbieri, ottimamente conservate, due parazonii, ferri di aste, ecc. ».
Porta Staliiana. — La porta più antica di Pompei, con vòlta restaurata e costruita in pietra calcare del Sarno. A destra dell'ingresso è. una fontana con lesta di Medusa; a sinistra gli avanzi della scala per cui si saliva sulle mura della città. Di là della purta un masso di travertino con iscrizione osca.
A il l'i teatro. — Isolato dalle altre rovine ed occupante quasi tutto lo spazio fra la porta che va a Nocera e quella che va al Sarno. E uno degli esempi più notabili di queste arene pei ludi gladiatorii e i uombatlimenti con le fiere tanto in voga nell'antichità. E della solita forma elittica, lungo ni. 130 e largo ni. 102 e poteva contenere circa 20,000 persone, numero superiore alla popolazione di Pompei ; ma è nolo che era eziandio frequentato dagli abitanti delle citlà e dei paesi circonvicini, perchè leggiamo in Tacito che, essendosi gli abitanti di Nuceria recatisi ad assistere ad uno spettacolo di gladiatori, vennero, per una leggiera contesa, alle inani coi Pompeiani e n'ebbero la peggio, di che il Senato romano vietò per dieci anni gli spettacoli. Un dipinto scoperto nel 1809, ed ora nel Museo Nazionale, rappresenta codesta zuffa.
Secondo l'iscrizione fu costruito a loro spese dai due Quinquennali Quinzio Valgo e M. Puccio, costruttori del Piccolo Teatro nei primi tempi della colonia Sillana, ed è per conseguenza 1 Anfiteatro più antico. È in vero più recente, più piccolo e meno perfetto nelle sostruzioni dell'Arena ili quelli di Capua e di Pozzuoli, ma più antico del Colosseo ili Roma, il quale non fu aperto che un anno dopo la distruzione di Pompei. Le mura esterne non torreggiano in alto come quelle del Colosseo, ma circondano con quaranta arcate un'Arena scavata nella terra lunga ni. 09 e