Circondario di Castellammare dì Stabia — Pompei
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Curia Isiaca. —Attigna al Tempio d'Iside è la eosidetta Curia Isiaca, corte rettangolare dei tempi pre-romani, lunga mi 24 e larga m. 17 in cui uno spazio aperto ai tre lati è circondato da un colonnato di venti colonne doriche ancora ben conservate in parte. La vera destinazione* di quest'edilizio è ignota e diede appicco a molte dispute. V'ha chi la vuole una palestra per gli esercizi ginnastici e chi il luogo in cui i sacerdoti isiaci iniziavano i neofiti nei misteri d'Iside ; ma ora si suppone generalmente fosse il Tribunale, a cui allude un'iscrizione, edificato da Olconio. In faccia al portico è un pulpito ili pietra con un piedestallo e una scaletta dietro da cui si suppone che il Giudice salisse al suo seggio. Nelle tre camere laterali si rinvennero mani d'avorio e dì vetro che ifanno le fiche, talismani contro il fasemum molto in uso presso gli antichi e in uso ancora al dì d'oggi nelle provincie meridionali contro la eosidetta jetlalura. Nel Musco Nazionale in Napoli ve n'ha una grande quantità.
Fòro Triangolare (fig. 200), avente da un lato un bell'ingresso restauralo in parte — Era circondato da un porticato di cento colonne doriche per ricovero degli spettatori teatrali, delle quali alcune furono rialzate modernamente in un con la travatura leggiera. A nord s'ergeva un piedestallo per una statua in onore di Marcello nipote d'Augusto con un'iscrizione. Il lato della piazza rivolto al mare era aperto. Qui sorgeva un Tempio di stile greco di una lunghezza di in. 31 su 20.50 di larghezza, dedicato ad Ercole. Aveva nella facciata un peristilio di otto colonne, undici sul lato e in mezzo il santuario, il tutto in antico stile dorico probabilmente del VI secolo av. C., ma dì quest'edilizio imponente non rimangono più che alcuni capitelli, due tronchi di colonne ed alcuni residui del muro della cella. Fu atterrato probabilmente dal tremuoto del 03 dopo C. e non fu più riedificato. Un recinto davanti il tempio era il luogo, probabilmente, in cui si ammazzavano gli animali pei sacrifizi. Dietro è il Iìidenlale, gran inargine di pozzo (puteale) in un tempietto circolare, con otto colonne doriche, del diametro di ni. 3.70. Dall'altro lato del tempio si vede un banco in emiciclo con quadrante solare.
Tempio d'Ercole. — All'estremità meridionale del Fòro Triangolare vedonsi gli scarsi ruderi di uu tempio greco di Ercole o di Nettuno, l'edilizio più antico scoperto a Pompei, sopra una delle più alte situazioni entro il circuito delle mura, alla distanza di m. 122 dall'antica spiaggia, sì che doveva fare un'assai bella figura da ogni punto della Baia. La sua grande antichità (VII secolo av. C.) attribuita generalmente ai primitivi coloni ellenici, è attestata dalle dimensioni massiccie delle sue colonne doriche, dalla grande profondità e proiezione dell'ateo (incoronamento delle colonne) e dalla costruzione generale simile a quella dei templi di Pesto. Di presente più non si veggono che cinque gradini del basamento rettangolare (lungo ni. 31 e largo m. 20.50); nel lato sud-est due grossi tronchi di colonne doriche di peperino; sullo sillabalo (base continua sotto una serie di colonne) quattro colonne doriche di travertino del Sarno (simili nella forma a quelle dì Pesto) ; frammenti del circuito della cella e la base tonda della slatini del Nume. Dinanzi alla facciata del tempio, a sinistra, sono tre altari, uno accanto all'altro, pei vara sacrifizi.
Davanti ai suddetti gradini è un recinto curioso, credesi per le vittime del sacrifizio. Di là da questo recinto gli avanzi di un Tempietto Circolare di otto colonne doriche che. copriva un puteale protetto da un'ara circolare perforata. Il suo uso è dubbio, supponendo alcuni che contenesse l'acqua pei sacrifizi ed altri clic fosse un altare espiatorio in un luogo in cui era caduto 1111 fulmine ed era riputato sacro. Un' iscrizione osca rinvenutavi dice che il Tempietto fu eostruito da Nitmerius Trebius Meddiatulicus (vale a dire Magistrato supremo per la seconda volta).
All'angolo ovest del tempietto un piccolo Emiciclo, sedile semicircolare 111 pietra rivolto a mezzodì, con piò di leone e anticamente un orologio solare nella spalliera e un'iscrizione dicenle che fu edificato a spese dei duumviri L. Sepunhis Saiidilianus e M. Ilereunhis Epidiauus. Superba da questo sedile è la veduta delle montagne sopra Castellammare, di Vico, Sorrento, Capri e del golfo di Napoli.
Casa dell Imperatore Giuseppe II d'Austria (ora ricolmata di terra). — Pare fosse una gran casa a tre piani e situata in modo che, entrando dalla strada, godevasi della prospettiva dell'interno di tutta la spiaggia Sorrentina. La parte sud pare si aprisse sopra un giardino che scendeva, digradando dolcemente, alla spiaggia.