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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Circondario di Castellammare di Stabia —
   Pompei
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   col globo in mano, donde il nome dato alla casa. Il tablino in faccia all'entrata é decorato leggiadramente con riquadrature di varii colori. In mezzo alle due pareti laterali due quadretti, a destra Adone in riposo con un Amorino, a sinistra Venere allo specchio. Si passa quindi in un secondo cortile con una fontana capricciosa, nel centro della quale ergesi una piramide quadrata, con in vetta una statuetta (ora nel Museo Nazionale di Napoli) che stringeva sotto il bràccio un'oca, dalla cui bocca sgorgava l'acqua precipitandosi su quattro scalette marmoree situate in ciascun lato della piramide. La fontana è cinta da un muricciuolo nel cui giro interno sono tante scalette, formando in tal modo una specie di peschiera per lo oche. La parete a cui è addossala la peschiera é dipinta a mo'di boschetto con alberi fruttiferi ed uccelli. ' ' *•>
   Si passa poi nel giardino in fondo al quale son tre nicchie per gli Dei Lari e in quella dì mezzo è un ornato in musaico. A sinistra di esse una stanza da letto situata ad un livello superiore al piano del giardino ed a cui si sale per tre scalini di marmo bianco. È sorprendente la freschezza dei dipinti architettonici che ne adornano le pareti e fra i quali sono varie figure di Dei. Là parete dirimpetto è decorata anch'essa da tre Deità con diadema e sedute su sedie eurulL Nel muro esterno della medesima stanza altro quadretto in musaico rappresentante Achille scoperto da Ulisse sotto le vesti donnesche.
   Casa di Melcagro. — Detta anche Casa delle Mereiài; bella casa riccamente ornata senza botteghe e i cui dipinti migliori ammirassi nel Musco. L'avervi trovato in varie stanze recipienti pieni di calco e la freschezza delle decorazioni indicano ch'essa era in riparazione quando avvenne l'eruzione vesuviana. La disposizione doU'intcrno, unitamente a questa riparazione, induce a credere che la casa 6 una delle più antiche che sieno state tratte in luce.
   A ciascun lato dell'atrio dipinti di Melcagro e di Mercurio. Nell'atrio e notevole l'impluvio per la sua fontana e il piedestallo di marmo con dietro una tavola marmorea sopra grifoni alati. A sinistra schiudesi un'ampia corte in una stanza della quale le pareti erano colorile in giallo sopra un plinto rosso con nel centro un dipinto. Le stanze da letto dall'altra parte dell'atrio erano rischiarate da fincstrette sopra le porte decorale ricchissimamente dì rabeschi. Un ampio triclinio compie l'edifizio da questo lato.
   Passando dall'atrio si arriva al peristilio più magnifico che sia stato scoperto in Pompei. I buchi nella soglia marmorea attestano ch'csso era separato dall'atrio da una porta a quattro imposte pieghevoli. L'area spaziosa contiene ventiquattro colonne ed alla base di ciascuna un anello di ferro per legarvi le funi della tenda sopra l'impluvio nel centro, che serviva evidentemente per la pesca ed era disposto in modo che l'acqua di una fontana cadeva su sette gradini formando una cascatclla in miniatura. Lungo il margine corre ancora un canale profondo in cui furon trovati avanzi di arbusti.
   Le pareti dei portici erano ornato di dipinti, molti dei quali furono, còme abbiam detto, rimòssi. Il migliore di quei che rimangono rappresenta il Giudizio di Paride. In fondo al peristilio, dirimpetto alla fontana, sono due nobili appartamenti uno, dei quali notevole per le sue file di colonne. Il soprastante è sormontato da una galleria che posa sopra archi sporgenti dai capitelli delle colonne più basse, archi formati di piccoli segmenti di circolo, unico esempio in un edilìzio di quel tempo in cui l'architrave fu abbandonato acciocché le colutine si potessero cullegare con una serie d'archi. All'estremità della casa da questo lato e un secondo triclinio con pavimento in musaico. Dietro il peristilio, la cucina eòi Lari. Nella casa di Melcagro furono rinvenuti quattordici vasi d'argento, j
   Casa dell'Aigeuleria (Uomus S. Centisti Maximi et Lac[li] Tro[plnmi}). — Gran casa nobile (con due ingressi) di massi di pietra di Sarno e del più antico periodo architettonico. iNel tablino bei dipinti d'architettura con figure alatc'e un piccolo Mercurio nel pilastro all'uscita. Nel Viriduv'unn, circondato da nove colonne, un bacino e 1111 larario ; dirimpetto alla quarta colonna, un recesso col medaglione di Venere, nn fanciullo c una fanciulla obliterati.
   Casa del Centauro. — Cosidelta da un Centauro dipinto nel tablino, ora a Napoli L'atrium thuscanicum (atrio tusco) è circoudatu da parecchie camere con una doppia fila di cornicioni stuccati. In faccia il tablino è un giardinetto co' suoi portici sorretti da culunne duriclie sormontate da un altr'ordine jonico che sostenevano terrazzi e altre camere ornate di pilastrini corinzii. Vi si rinvennero: il busto in bronzo di uno sconosciuto (ora nella grande Collezione dei Bronzi) con gii occhi di vetro
   41 — I.a l'atri», voi. IV.