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l'arie Quarta — Italia Meridionale
detto, appartenesse ad uno dei più ricchi abitanti di Pompei. L'impluvio, o bacino clic riceveva dal compluvio quadrato, aperto in alto, l'acqua piovana, è, come di regola, nel centro dell'atrio e vi fu trovato un secchio legato ad una fune vicino al pozzo. Un piccolo piedestallo, su cui doveva sorgere qualche Deità domestica, teneva le veci di larario, che, al dire di Servio, doveva essere nell'atrio.
Intorno alla corte aperta vi sono sei stanze da letto (cubiculo) e due alae o camere con pavimento più bello d'opus signinum, e a sinistra una camera per gli schiavi. In mezzo, il Tablinum (m. 5 su
m. 5.50), già con musaico bianco, orlato in
__. nero, aperto ai due lati e, a sinistra, la cosi-
---, _¦ pHj detta Biblioteca in cui furono trovati dei ma-
L'angusto corridoio (Fmices) attinente al tablino dalla parte pubblica dava adito alla parte privata della casa, in cui incontrasi una corte con un peristilio quadrangolare e nel mezzo una peschiera (piscina) marmorea profonda m. 2, in cui nuotavano varie specie di pesci ed il cui margine era piantato di fiori e piante acquatiche. Delle stanze intorno al peristilio le prime a destra e a sinistra formano una specie i'Exedra, o portico con sedili per la conversazione.
All'estremità del lato destro del peristilio sta un gran triclinio (sala da pranzo) con piccolo buffet laterale ed alle spalle del peristilio, la più ampia e bella stanza della casa, ì'Oeco, o saladi società come suol dirsi (lunga m. 10.40 fflKBBi . c 'nrSa 111 ¦ 7-40), con largo ingresso.
-^asgaflll A destra dcll'Oeco è il Sacrario e a sini-IÉBÌÌRbGSSSÌS^^ÌÉÌÌÌÌÌÌÌIÌBìII s'r;i una'tro corridoio perscendere allo xgslus ' ' ' ' o midariwn (giardino), contro il cui muro
Fig. 101. — Pompei: Entrata alla Casa di Pansa. fu rinvenuto in una caldaia il gruppo prezioso
di Bacco ed Ampelo incrostato vagamente di argentei ornati, che ammirasi ora nella sala dei grandi bronzi del Museo Nazionale in Napoli. Vi furono anche trovate due grandi ale di bronzo di mirabile magistero, le quali dovevano appartenere ad una statua che, a far argomento dal terreno smosso anticamente in quel luogo, dovette essere trafugata. In fondo al giardino è una sala coperta con un padiglione ove la famiglia riducevasi a cenare e a prendere il fresco nell'estiva stagione.
Vicino al Fauces (corridoio) clic introduce nel giardino è un secondo atrio che dà adito nell'interno donde accedevasi alla cucina e alle sue dipendenze. I fornelli erano alti come gli odierni e contenevano ancora le ceneri. Sulle pareti erano dipinti due serpenti, custodi dell'altare sacro alla dea Fornace, e altri oggetti commestibili, come una lepre, un prosciutto, un inaiale, costolette di vitello come le nostre, tordi, pesci ed una testa di cinghiale. Vi si scoprirono eziandio molti utensili di cucina in bronzo e vasellame in terracotta. A sinistra presso la cucina è la stalla pei cavalli od i muli ed il cesso. Alla stalla e alla cucina tiene dietro la rimessa con ampia uscita nella strada attigua, pei cavalli u i veicoli. Fra la cucina e YOeco un passaggio conduce al giardino.
A destra dell'Osco era una stanza alta di due gradini con dietro una cella, certamente pel giardiniere. Davanti al giardino correva per tutta la larghezza della casa una galleria coperta (Pergula) con undici colonne, e qui furono rinvenuti i più bei candelabri in bronzo che conservansi nel Museo Nazionale in un coi tubi in piombo e l'acquaio del giardino. Tutto l'appartamento a destra dell'Orco sembra una parte distinta e speciale della casa e doveva comunicare con la strada per una porta particolare. Vi si estrassero cinque scheletri con orecchini ed anelli d'oro, monete d'argento e altri