Circondario di Castellammare di Stabia — Pompei
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Gneo, e Marco Stqjo Bufo, figlio di Marno, fìimmari e Giudici per la seconda volta, si è costruita questa vasca a spese del popolo e per decreto dei Decurioni. Costò 750 sesterzi.
FrtioiD\rio (di ra. 5.74 di diametro). Dallo spogliatoio si passava nel Frigidario o bagno freddo che riceveva la luce da una finestra con lastre di vetro. Nel mezzo stava la vasca circolare o piscina profonda m. 1.30 con intorno un sedile largo IH, 0.28 e in cui scendeva l'acqua fredda da un cannello di rame per raffrescare le membra estenuate dal calore del Calidarinm.. La vòlta, ora scoperta, formava un cono tronco dipinto in azzurro e nelle nicchie erano dipinte delle piante. Vi si raccolse una grande quantità di lampe di terracotta, un centinaio di monete d'argento, strigili in bronzo ed ossa umane presso una delle nicchie nel muro.
Separato da quello degli uomini era il Bagno delle donne, ora convertito in magazzino. Anche il cortile con colonnato dorico ed un andito coperto è inaccessibile. Di fuori eranvi delle botteghe ma senza comunicazione con le Terme nel cui interno introducevano sei ingrossi.
Casa del Poeta Tragico. — Detta anche Casa di Omero e Casa del Cave Cunem, una delle più piccole, ma più eleganti case private di Pompei. Quando fu scoperla divenne celebre in tutta l'Europa per la varietà e la bellezza dei suoi dipinti, i quali furono rimossi in gran parte e trasportati nel Museo Nazionale di Napoli. E la casa di Glauco del famoso romanzo di Bulwer: Gli ultimi giorni di Pompei.
Da uno dei suddetti dipinti rappresentante una figura maschile che sta leggendo da un rotolo e dal musaico del Corago (capo del coro), che ammaestra gli attori, la casa fu detta del Poeta Tragico; ma il gran numero di anelli, braccialetti, orecchini, catenelle e altri siffatti oggetti ornalizi in oro e in argento del pari che le stufe portatili e le lampe in bronzo che vi si rinvennero avrebbero dovuto suggerire piuttosto che la era la casa di un orafo.
Esternamente la parte inferiore presenta alla strada un muro diviso in quadrelli dipinti in rosso ; il piano soprastante ha finestre che apronsi sulla strada. Laporta girava sugli arpioni di bronzo che ancor vi si veggono. Nel pavimento del vestibolo si trovò il musaico rinomato del Cane incatenato, col motto Cave Canem (guardati dal cane), ora nel Museo Nazionale, ove furono anche trasferite le celebri pitture dell'atrio rappresentanti soggelti tolti dal Ciclo Omerico. Vi si veggono ancora nella seconda stanza a sinistra dell'atrio, ina sbiaditi affatto, Dafne ed Apollo; nel fregio, Combattimento delle Amazzoni ; in mezzo al fregio, Venere Pompejana; a sinistra del Tablinum (sala dietro l'atrio), una camera con dipinti di animali. Dietro al peristilio con colonnato, un bel Laratium (cappella domestica coi Dei Lari). Nella prima camera a sinistra del peristilio vedesi a destra una Pescatrice (Venere) e a sinistra, logorata, Arianna abbandonata da Teseo, e Narciso che si specchia nell'acqua, molto logorato anch'esso.
A destra e il Triclinium (sala da pranzo), lungo ni. 6 e largo m. 5 ; un dipinto di Leda che presenta al marito Tindareo, re di Sparta, Castore, Polluce ed Elena quali uccellini, vati in un nido. Arianna dormente e Teseo che l'abbandona. Ai lati, le Stagioni e Giovani armati. Nella parete a destra, Diana ed Orione. Nel pavimento, pesci in un musaico bianco e nero. Attigua, la cucina col forno e nell'angolo destro la latrina. Del secondo piano non veggonsi più che le vestigia. Dal terreno sconvolto presso la casa argomentasi che essa fu rovistata dopo l'eruzione per trame fuori i tesori clic conteneva.
Casa di l'ansa. — Ora Domus Cn. Allei Nigidi Mai, una delle case più grandi ed interessanti di Pompei per armonia delle masse e perfezione del disegno, modello delle case dell'antichità, con solo nel pianterreno cinquanta locali diversi. Forma da sé sola m'fumila od isola, circondata da quattro strade, uu rettangolo quasi regolare, lungo in. 08 e largo in. 38. Prese il nome di Pausa dall'iscrizione: Pansam Aed. Paratus Hogat (Parato chiede che l'ansa sia scelto edile), che leggevasi allato alla porta principale ornato di due pilastri corinzi! (lig. 191). Questa porta come l'altra in fondo, era foderata di lastre di bronzo e accanto ad essa vedesi la cella ostiaria o stanza del portinaio. 11 vestibolo, cosa rara in Pompei, è scoperto e sopra la soglia dell'atrio, con pavimento marmoreo e a musaico, leggesi Salve, saluto consueto agli entranti.
11 cavedio, o cortile, è circondato da molte stanzette, simili alle claustrali, che ricevono luce soltanto dall'usciolo c vanno ornate di molti e bellissimi rabeschi, il che fa supporre che la casa, cosi per la sua architettura come per la distribuzione giudiziosa di tutte le sue partì, secondo abbiamo