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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3-20
   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Fig. 190. — Pompei : Tempio della Fortuna Augusta (da fotografia Buogi).
   avanzano frammenti) sul quale slavano le lampe. No furono trovate più di 1300 in quesle Terme per far lume di notte e fors'anco perchè se ne faceva commercio. Cinque porte aprivansi in questo spogliatoio ove i Capsarii custodivano le vesti,
   Tepidarium (lungo ini 10.40, largo 5.00). Come rilevasi pure dal nome, era la stanza moderatamente riscaldata con uno scaldino mobile in bronzo, ad uso di spogliatoio per tutti coloro clic volevano prendere un bagno caldo nel Calidarium, e ad uso di refrigerante per coloro che l'avevano preso; serviva anche per le frizioni con lo strigile e le unzioni fatte da schiavi a ciò destinati.
   Il Tepidario era ornato splendidamente. Vi si vede ancora in parte la bella distribuzione dei colori (bianco, violetto e azzurro) del fondo della vòlta con bianchi rilievi in istucco (Ganimede, Cupido, Apollo) negli ordini inferiori e i bianchi dipinti nei superiori. Nelle nicchie dei muri (per deporvi gli asciugamani e le coperte), preziosi Atlanti o Telamoni (figure o mezze figure di uomini invece di colonne o pilastri per reggere gli architravi), in terracotta che reggono con le gomita i cornicioni. Questa sala riceveva la luce da un'apertura nella vòlta. Fra i molli utensili appartenenti ai bagni, clic vi si rinvennero, sono da ricordare la grande braciera e i due sedili di bronzo con l'iscrizione il/. Nigidius Vacilla P. S., ossia pecunia sua. Anche il bassorilievo rappresentante una Giovenca e varie Teste di bove di ornamento ai sedili, alludono al nome di Riarco Nigidio Vacala che fece le spese. 11 Tepidario era riscaldato, per mezzo di tubi sotto il pavimento, da un focolare di bronzo.
   11 Calidarium, o Siulntorium (lungo ni. 10.55 e largo ni. 5.35) tien dietro al Tepidario col suo Baptisterium, o vasca bislunga di marmo in cui potevano stare sei persone e sedere con le gambe nel recipiente. In fondo alla vasca è una cavità per l'intromissione e la circolazione del vapore condotto per mezzo di tubi. All'altra estremità è la stufa, il Laconicuin di Yitruvio, di forma semicircolare, col Labrum (bacino o conca) di un sol pezzo di marmo bianco, dal centro del quale spillava l'acqua bollente e sul cui orlo leggesi la seguente iscrizione in latine : Svito Gneo mimo Apro figlio dt