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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3-20
   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   tribunale, i giudici sedevano in fondo, sopra un posto eminente e vi si scorgono le finestrette coi cancelli da cui interrogavansi pubblicamente i delinquenti : due gradinate intromettono per due aperture circolari nella vòlta, in una stanza bassissima, la quale formava la prigione, con mura assai grosse c 20 palmi sotterra. In faccia alla tribuna, fra le quattro colonne del peristilio, sorge un gran piedestallo incrostato di marmo bianco, il quale doveva sorreggere qualche statua equestre. Infatti, all'ingresso si rinvennero i frammenti appunto di una statua equestre di bronzo dorato e di una marmorea.
   Tre strade isolano l'edilìzio appartenente ancora al periodo del tufo (200-90 av. G.), lungo ni. G7 e largo 25.3. Le mura compongonsi di ottimo opus ineertum di lava; in mezzo è una navata scoperta e due altre con portici a fianco, sorrette nel mezzo da ventisei grosse colonne di mattoni ben cotti, costruite con gran diligenza e solidità e rivestite di un finissimo stucco bianco. Le decorazioni murali erano nel primitivo stile decorativo (200-90 av. C.) ed imitavano grandi quadrati di marmi colorati. 1 portici andavano ornati di statue marmoree, la più parte colossali, e fra gli interstizi dovevano essere collocati busti di bronzo ed erme, posciachè se ne sono rinvenuti non pochi frammenti. La basilica ebbe molto a soffrire nel precitato tremuoto del G3 che precede di pochi anni la grande eruzione del 93, come attestano i frammenti. Dalla Basilica si andava al Fòro civile per cinque uscite.
   Presso la Basilica sono le Tre Curie o tre sale spaziose quasi intatte. A cagione della loro forma quadrangolare, con semicerchio in fondo, credesi dipendessero dalla Basilica e l'ossero assegnate ai magistrati, giudicanti le cause di minore importanza.
   11 più bel monumento è la Tribuna, o il Tribunale, ove vedesi il cornicione molto sporgente in fuori, raccomandato da Yitruvio nelle Curie per concentrare la voce degli oratori e dei giudici c renderla sonora agli orecchi degli uditori. Codesta sala era assegnata, in origine, alle tribù convocate per eleggere i magistrati, coinè indica la parola Tribunale. In seguito prese il nome di Curia, perchè i Decurioni e gli altri magistrati municipali vi peroravano le cause e vi discutevano gli affari più importanti dello Stato. 11 suddetto Vitruvio raccomandava infatti che la Curia fosse unita al Fòro e ai Teatri.
   Tempio di Apollo (come attcsta un'iscrizione osca nel pavimento copiata dall'originale trasportata nel Museo Nazionale di Napoli). —11 tempio è molto rovinato, ma è sempre una delle più belle rovine di Pompei. È lungo m. 54 e largo in. 33 rivolto a sud-est, e confina a destra col lato occidentale del Fòro. L'ingresso introduce in un portico a due piani, largo rn. 4, già coperto e con quarantotto colonne corinzie di tufo, rivestito di un bello stucco bianco ora caduto. Le colonne, d'ordine jonico in origine, furono trasformate in seguito in corinzie.
   Davanti alla quinta colonna, sopra un piccolo piedestallo, v'era l'erma di Ermete (Mercurio) con capelli corti e sembianze eroiche, giovanili, quasi melanconiche, stupenda opera greca. Anche davanti alle altre colonne sorgevano statue, fra le altre davanti la terza colonna, a destra, la bella statua in bronzo di Apollo ehe sprigiona la freccia dall'arco e in faccia a lui Artemide. Ora sono ambedue nel Museo Nazionale di Napoli
   Davanti alla scala del tempio era il grande Altare maggiore coi nomi dei suoi fondatori i Quatuor viri (Duumviri ed Edili de' tempi repubblicani). A sinistra della scala sorge isolala una colonna marmorea non scanalala con capitello jonico, sulla quale era anticamente un orologio solare. Nell'angolo sud-ovest due altari erano sacri a Venere c a Diana.
   Il tempio, già superbo ed elegante edilìzio, sorge sopra un'altra base a cui si sale per una scala libera di quattordici gradini in calcare. La cella era circondata da ventotto colonne corinzie dì tufo, e la vòlta dell'atrio spazioso sorretta da sei colonne di fronte e da quattro a ciascun lato.
   Il tempio di Apollo è l'unico tempio periplero (cinto di colonne), italico in Pompei. Dietro il vestibolo trovasi il santuario ov'era la statua di Apollo sopra un allo piedestallo; a sinistra YOmfulo o pietra di tufo, alta mezzo metro, in forma di un mezzo uovo, simbolo dcH'onibellico della Terra nell'intimo sacrario del tempio apollineo di Delfo. Le pareti andavano ornate di belle prospettive architettoniche e di scene eroiche (ora cancellate), della guerra di Troia. Dell'antica sala colonnare alle spalle del cortile del tempio, furono fatte delle camere nell'ultima delle quali, a destra, nella parete d'ingresso è una buona composizione di Bacco appoggiato a Sileno,