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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Par te Quarta — Italia Meridionale
   Sull'alto del colle sovrastante all'antico porto sorgeva un tempio di Giano Vitifero, così chiamato perchè introdusse pel primo la vite nel Lazio, ed anello oggidì addimandasi Paiano, abbreviazione in italiano del latino Fanum Jani. Il Milantc scoprì il pavimento del tempio in musaico, varie colonne mozzate ed alcune pareti ornate di freschi raffiguranti fiori, frutta e uomini. Ei vi rinvenne inoltre il lavacro di pietra pipcrnina pei sacrifizii e i tubi di piombo per la conduttura dell'acqua; codesti tubi cran saldati insieme con lo stagno.
   Di un altro tempio di Cerere fa menzione Giulio Cesare Capaccio, autore del Forassero e segretario del municipio di Napoli verso gli ultimi anni del Cinquecento.
   L'ultimo tempio dell'antica Stabia è il rinomato di Giove Stigio o Plutone nel luogo detto ora Grotta di San Biase. È cavato nel fondo della terra e fuvvi chi il volle sacro piuttosto ad Apollo per una contrada vicina detta Carminiana, ma che fosse sacro a Plutone 6 attcstato dalle tante lamine d'oro e di argento e dalle molte pietre preziose e dai bronzi rinvenutivi perchè Plutone era, com'è noto, il Dio delle ricchezze.
   Nel lungo detto Pioppaia fu scavato un sepolcro a certo Sinio Vittorino innalzatogli dalla sorella: altri se ne rinvennero poco oltre il ponte San Marco lungo la strada di Nocera. E quasi nel medesimo luogo fu anche tratta in luce una statua creduta una figura consolare-.
   Sul confine della montagna fra Stabia e Nocera, presso la chiesuola della Madonna delle Grazie, furono trovati gii avanzi di un tempio sacro al Genio di Stabia di forma quadrata con sacrario decorato da quattro colunnc ed una lampada. E del Genio fu anche detta una casa che nel 1754 s'in-cominciò a scoprire nel podere Gerace a Varano. Quivi si rinvenne un Gcnietto d'argento con patera e cornucopia dorato. Questa leggiadrissima figurina era il Bonus Eventus degli Antichi. La casa, simile nella disposizione alle pompeiane, ha un ingresso signorile a cui tien dietro l'atrio con l'impluvium, o vasca per raccogliere le acque. Ricorreva in giro un tetto sorretto agli angoli da quattro colonne dirimpetto a una cappelletti, A sinistra dell'atrio, dei passaggi mettevano nel giardino circondato da portici a colonne e dal giardino si passava al Ninfeo, o bagno, formato da una gran vasca. A destra dell'atrio era una stufa con pavimento a mosaico bianco con fauna marina: ed annesso era il Tepidario. Di riscontro a codesta sala e dal lato del suddetto ingresso signorile si trovò una serie di botteghe con camere soprastanti, al certo per la servitù e per riporvi masserizie od utensili dei quali fu pur trovata una grande quantità.
   Nella stessa regione di Varano e nello stesso podere fu scoperta una casa detta della Venditrice degli Amori a cagione del dipinto leggiadrissimo di una donna che ha innanzi una gabbia in cui è un Amorino, mentre ha in mano un altro Amorino che cerca vendere a due donne titubanti ed tari-solute a comprarlo. Di questo cimelio dell'arte antica già abbiam detto parlando del Museo Nazionale di Napoli (vedi pag. 182). In varii altri scavi eseguiti nel 1772 e 1778 furon trovati molti oggetti con dipinti stupendi. Fu pure scoperta la Villa del Filosofo, così detta per una corniola rinvenutavi rappresentante un filosofo. Vi si rinvenne eziandio una stufa ed una Venere ignuda in (stucco con le Grazie nude anch'esse e in varii atteggiamenti. Nel 1779 fu tratta in luce una casa rusticana con portico, bagno domestico, un mulino c vasi grandi di creta.
   Ma la più importante fra le ville poste a luce fu la Villa del Satiro, così detta dalla statua in marmo di un Satiro dal cui otre sgorgava il getto dell'acqua. I suoi portici, formati da un doppio ordine di colonne, in numero di duecento, circondavano un boschetto domestico.
   Nel luogo detto Casa di Miri fu scoperta un'altra villa composta di un porticato e di varie stanze con begli ornati e paeselli dipinti in color giallo.
   Tutte codeste ville componevansi il più sovente di un atrio e di colonnati molto estesi intorno ai quali erano ì bagni, le stanze da letto, da pranzo e di conversazione. Vi si rinvennero recipienti assai curiosi per la fabbricazione del vinu e dell'olio. I dipinti più squisiti, frammenti di statue e musaici eleganti ornavano quelle dimore.
   Finalmente furono dissotterrate anche varie tombe ed eran quelle dei primi abitanti di Stabia.
   Tutti i freschi, i vasi, le statue ed altri oggetti scoperti a Stabia aininiransi ora nel Museo Nazionale di Napoli.