Mandamenti e Comuni del Circondario di Napoli — Ercolano
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quale alzavasi una speeie di balaustrata che serviva di base ad un altro vaso di marmo esteriormente circolare, somigliante ad un guscio di pidocchio marino ; nel eentro stava il getto d'acqua. Fra le colonne clic adornavano questo bagno trovossi una statua di bronzo od un busto in eguale distanza ».
In altri luoghi della casa furon trovate tre vasello, una eon undici statuette di Fauni in bronzo dalle quali zampillava l'acqua in una sala eon pavimento a musaico; la seconda anch'essa eon quattro statuette di Amorini; e la terza formava una grande peschiera quadrilunga tutta foderata di lamine di piombo, ed abbellita da undici maseheroni di tigri in bronzo, eon un tubo corrispondente alla bocca da cui sgorgava l'acqua nella vasea.
Fu quindi scoperto un ampio giardino cinto da un portico con dieei eolonn'e di mattoni e di stueco da un lato e ventidue dall'altro, una maraviglia di magnificenza e buon gusto. Stavano fra le colonne alcuni busti e statue di bronzo e di marmo, di finissimo lavoro. Sorgeva in mezzo una peschiera ellittica terminante in due semicerchi, lunga 252 palmi (ni. 60.52) e larga 27 (ni. 7.12). Il Fauno ubbriaco (V. pag. 210) fu rinvenuto all'estremità della vasca e i due Nuotatori esser doveano ai fianehi.
Da questa Villa dell'Aristide e da qualche luogo prossimo ad essa, furono estratti lo statue ed i busti in bronzo ed in marmo ehe abbiamo descritto nel Museo Nazionale di Napoli, e che formano una collezione dell'arte antiea unica al mondo. Le rinomate sei Danzatrici, il Fauno addormentato (vedi pag. 200), il Mercurio in riposo (vedi pag. 207), i busti ereduti dei Toloniei, Filometore, Sotero /, Filadelfo, Alessandro, Apìone e di Berenice; quelli riputati di Platone, di Archimede, di Eraclito, di Saffo, di Democrito, eli Scipione Africano, di Siila, di Emilio Lepido, di Caio e Lucio Cesare, di Augusto, coppiera di Apollonio e di Livia, di M. Claudio Marcello, di Agrippinajuniore, di Caligola, di Seneca, di due sconosciuti; i due Daini, oltre varie figurine, fra eui un eorvo dal eui bcceo spicciava uno zampillo, il tutto in bronzo, e in marmo il eosidetto Aristide o piuttosto Eschine, 1 Omero e la Minerva etnisca, i busti di Tolomeo Sotero, due di Ducco indiano, la presunta statua di Siila, il eelebro gruppo erotico del Satiro eon la Capra, nella sala pornografica riservata del Museo — tutti questi tesori preziosissimi dell'arte furono rinvenuti in questo grande giardino e nel rimanente di codesta Villa dell'Aristide, la quale non era abitata ebe da un filosofo epieureo, senza potere e senza rinomanza. Or ehe dovevano essere le abitazioni, le ville, i giardini di un Lucnllo, di nn Crasso, di uno Scauro, di un Pomponio Attico e di un Pollione?....
Un lungo viale conduceva fuor del giardino ad un rotondo padiglione aperto da tutte parti che dominava il mare e a cui si saliva por quattro gradini. Tutta la easa dell'Aristide ora lastricata di bellissimi marmi e musaici i quali credonsi quelli onde fu ornato il real palazzo di Portiei.
Ma ciò non e tutto, che dal 1750 al 1760 fu scoperta la biblioteca di 1756 papiri greci e latini, scoperta mirabile ehe commosse l'Europa intiera per lo svolgimento e la decifrazione di quelli antichi chirografi ora nel Musco Nazionale, per isvolgerc i quali fu inventata una macchina dal P. Antonio Piaggi e che furono poi pubblicati a più riprese e iti più volumi col titolo di Volumina Ilerculanensia. Questi papiri furono trovati in una piceola stanza di eui due nomisi potevano, con le braccia tese, toccare le estremità. Lungo le pareti erano degli armadii alti quanto un uomo, e in mezzo alla stanza o gabinetto un altro armadio isolato in cui ponevansi i libri dai due lati, potcndovisi girare comodamente intorno. Il legname degli armadii era carbonizzato e, narra il Winckclmann, clic non si tosto si volle toeeare eon la mano, andò in frantumi II pavimento era in musaico. Oltre i papiri si rinvennero nella biblioteca i piccoli busti in bronzo di Demostene, di Zenone, duo di Epicuro, di Metrodoro e di Ermarco.
Nell'abbondanza degli utensili raccolti in codesta Villa dell'Aristide odei Papiri, meritano ancor menzione duo candelabri in cima ai quali erano scolpiti alcuni ippogrifi ehe divoravano un toro ed un daino e due altri eesellati; ancora un tripode, aleuni erotali, una gran tazza, un piceolo prosciutto foderato d'argento, per uso di orologio solare, una grande quantità di oggetti in vetro e molto grano.
In altre ricerche fatte nel 1774 trovaronsi, fra le altre cose, il celebre Lettisternio (letto che mettevasi nei tempii intorno ad una tavola onusta di vivande consumate poi dai sacerdoti) ed il ùisellio (sedia per duo persone), ornati di bassiriliovi di animali e di tarsie d'argento, quali ammiratisi nel Museo Nazionale.