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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Par te Quarta — Italia Meridionale
   cosidetto Vìcolo di Mare, ò tutto ciò che si può visitare. Vi si va in 15 minuti dalla stazione di Portici. Sull'ingresso sia scritto Scavi di Ercolano ; si piglia una fiaccola accesa e sì scende al
   Teatro ìfig. 170). — Del Teatro di circa 208 palmi di circuito (m. 54.91), tanto ne rimane da. ben conoscere la forma, l'ordine delle gradazioni e le parli accessorie. La cavea, o luogo dei sedili degli spettatori, ò divisa in tre ordini di gradazioni e sette scaletto formanti sci cunei o divisioni. La prima gradazione ò di cinque ordini di sedili più larghi degli altri, pei magistrati e i personaggi principali della repubblica clic avevano diritto di sedere sopra liscili o sedie curuli, e vi si saliva dalla scaletta di mezzo. Al popolo seliiudevansi le altre gradazioni: quella di mezzo, di sedici ordini ili sedili a cui ascendevasi dalle quattro scalette più prossime alla mediana e l'ultima superiore di tre ordini ili sedili a cui si saliva dalle due scalette più ampie a capo del seinicircolo.
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   Fig. 170. — Ercolano: Pianta del Teatro.
   Il Winckelniann (Letlre sur Ics déeouvertes d'llerculanum, Dresda 1700), assegnando un palmo e mezzo (m. 0.40) per ogni persona, giudicò dall'estensione dei sedili che vi potessero sedere 3500 spettatori. La scena è lunga 150 palmi (m. 39.00) e da essa tre porte mettevano nel prosccniinn con una decorazione di dodici colonne corinzie e due nicchie ove probabilmente erano statue. Sopra la scena furono rinvenute due are, una a destra sacra a Bacco, l'altra a sinistra dedicata al nume in cui onore o nella cui festa fu rappresentato l'ultimo spettacolo. I più bei marmi mischi eran profusi nelle pareti. Nelle due ampie sale ai fianchi della scena, abbellite da dipinti e da vaghi ornati, stavano i cori e dietro la scena era un porticato o galleria coperta, ove il popolo potesse riparare in caso di pioggia, sorretto da colonne doriche di mattoni rivestite di stucco, con copertura di legno e quando fu scavato si rinvennero pezzi di travi carbonizzate che serbavano intatta la loro forma.
   L'orchestra era rivestita di marmi niolticolori evi fu trovata una sedia curule di bronzo (ora nel Museo Nazionale), la quale, ivi posta per qualcuno dei duumviri della città, non ne fu più tolta per il sopragginngere della catastrofe.
   Ai due capi del proscenio due piedestalli, sopra i quali sorgevano due statue: una togata in marmo di Àppio Claudio Fulcro console e imperatore, dopo la sua morte, l'altra di M. Nonio Balbo pretore c proconsole, ma le statue non vi furono trovate, il clic induce a credere fossero state rimosse dopo il tremuoto già ricordato. All'orchestra ed ai sedili privilegiali si accedeva per due grandi vomitoru alle due estremità del semicircolo della cavea.