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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
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   Dopo le splendido scolture decorative della cripta del Duomo eseguite dal comasco Tommaso Mai sita (1504), il migliore scultore napoletano fu Giovanni (Merliano) da Nola (1478-1558) con numerosissimi capolavori, il suo merito principale consiste nell'arte decorativa del pari che nei motivi sempre nuovi dei monumenti sepolcrali e nella verità dei ritratti.
   Nella più parte delle opere di Giovanni da Nola e della sua scuola un arido naturalismo sottentra, è vero, al caler della vita, ma gli ornati son sempre maravigliasi ed alcune opere del Nolano sublimatisi anche nella composizione e nell'esecuzione alla massima altezza dell'arte del Rinascimento. Citeremo il rilievo della Sepoltura dì Cristo nella sagrestia di Santa Maria delle Grazie, l'aitar maggiore in San Lorenzo, la tomba di Francesco Carafa in San Domenico (1514), la Madonna nella prima cappella a sinistra della medesima chiesa (1514), quindi, in San Severino, il monumento del fanciullo Cicara e i monumenti Santi Severini del pari che la Pietà nella cappella accanto all'aitar maggiore; e lilialmente il grandioso monumento del viceré Pietro di Toledo in San Giacomo, opera della sua vecchiezza, ma della più accurata esecuzione.
   Gareggiò con Giovanni da Nola il napoletano Girolamo Santacroce (1502-37) e le loro opere in concorrenza a destra e a sinistra dell'ingresso di Montoliveto e in Santa Maria delle Grazie porgono un paragone caratteristico. Lavorarono anche insieme al monumento di Caracciolo Rossi in San Giovanni a Carbonara.
   Il miglior allievo di Giovanni da Nola fu Domenico d'Auria: son suoi lavori, fra gli altri, il rilievo della Madonna e delle Aniìne purganti in S. Agnello Abate, le scolture nella Fontana Medina e nella cappella di San Giacomo in Santa Maria la Nuova, ecc.
   La scuola di Lorenzo Bernini, il quale nacque a Napoli ma lavorò il più sovente a Roma (1589-1080), è rappresentata in Napoli nella cappella Sansevero dai molto ammirati, tecnicamente ben eseguiti lavori del Sammartino, del Queiroli e del Corradini.
   4, Musica. — In questo ramo dell'arte Napoli ha il primato nel mondo intiero. Il risorgimento della musica moderna v'incominciò nel secolo XVI quando furono schiusi quattro collegi diversi agli studiosi di quest'arte ammaliatrice. Il primo che si acquistò rinomanza, introducendo innovazioni e perfezionamenti nell'arte musicale, fu Alessandro Scarlatti da Trapani (1049-1725), il quale si deve considerare a buon diritto qua! fondatore della musica odierna per aver riformato la parte istrumentale e resa ricca di nuove grazie ed espressiva la melodia, non iscompagnandola mai dalla semplicità e dalla chiarezza. Dalla sua scuola uscì Nicolò Porpora che andò a Dresda, a Londra, a Vienna finché morì a Napoli nel 1759; al Porpora debbonsi i progressi nel canto e parecchie opere teatrali, sulle quali studiando a fondo Leonardo Leo, suo discepolo (1094-1745), divenne direttore del Conservatorio di Sant'Onofrio e si acquistò fama europea.
   Alla perdita immatura del Leo soccorse provvidamente Francesco Durante da Frat-tamaggiore, morto nel 1755 a Napoli : egli ebbe il merito di agevolare lo studio del contrappunto e dalla feconda sua scuola uscirono Cristoforo Caresani, Domenico Gizzi, Ignazio Gallo e Domenico Sarro, il primo che musicò i drammi del Metastasio.
   Leonardo Vinci fu detto a buon diritto il padre del dramma in musica come colui che fece trionfare la melodia sugli accordi degli strumenti che sinallora ne avevano soffocato tutti i modi. Morto di veleno nell'ancor fresca età di 4-2 anni, lasciò in sostegno dell'arte il Feo, il Prato, l'Arala, il Carapello, il Logroscini, il Sala, il Caffaro e per ultimo quel portento del Pergolesi (1710-1730), morto anch'esso immaturamente a Pozzuoli, il Raffaello della musica, autore del famosissimo Stabat Mater, della Saire Regina e di quel famoso intermezzo che dette lo spunto all'opera buffa e sorprese tutta la Francia che cercò di modellarsi poi su quel metro: La Serva padrona, ecc.
   La fama della scuola musicale napolitano, erasi intanto ditfusa in tutta Europa e da ogni parte, italiani e stranieri, accorrevano a studio m Napoli. Ricorderemo fra gli altri Adolfo Ilasse, detto il Sassone; il maestro Geniiniani di Massa Carrara che studiò