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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
   245
   re di Napoli in luogo ili Giuseppe. Bonaparte ch'ebbe il trono di Spagna.
   Rislorazionc dei Borboni.
   Regno delle Due Sicilie.
   Col trattatalo di Casalanza (presso Capua) del 20 maggio 1815 Napoli fu restituita a Ferdinando, il quale, per disposizione del trattato di Vienna nel 1810, assunse il titolo di 1810. Ferdinando I, re delle Due Sicilie. 1825. Francesco I, figlio di Ferdinando I, e dell'arciduchessa Maria Carolina d'Austria, sorella dell'imperatore Giuseppe II. 1830. Ferdinando li, figlio di Francesco I, e della sua seconda moglie, l'Infanta Isabella di Spagna. Sposò in prime nozze, nel 1832, la principessa Maria Cristina, figliuola di Vittorio Éiumanuele I re di Sardegna, la quale mori nel 1836 dopo di aver procreato un figlio clic fu poi Francesco II ; e in seconde nozze, nel 1837, S. A. imperiale Maria Teresa Isabella, figliuola dell'arciduca Carlo d'Austria, da cui ebbe 9 figli. 1859. Francesco lì, duca di Calabria, proclamato re il 2 maggio, sposato a Maria Amalia, figliuola del re di Baviera, nel gennaio 1859.
   Pel mal governo degli ultimi tre re borbonici un grande malcontento si diffuse in tutte le classi del regno delle Due Sicilie si che nel 1859 era imminente una rivoluzione, quando le vittorie
   dei Franco-Sardi, nell'Alta Italia, contro gli Austriaci, l'annessione di Parma, Modena, Toscana e Romagna al nuovo regno d'Italia e il rfrtuio d'ogni concessioneda parte di Francesco 11 addussero la sua caduta e l'annessione per plebiscito del 21 ottobre 1800 del reame delle Due Sicilie al nuovo regno sotto Vittorio Emanuele II.
   Come già abbiamo narrato in fine ai Cenni Storici quest'annessione fu promossa dall'invasione della Sicilia per Garibaldi co' suoi Slille e dal suo ingresso susseguente in Napoli il 7 settembre, per cui il re Francesco si ritirò a Napoli c quindi nella fortezza di Gaeta dove, dopo una strenua resistenza, fu costretto ad arrendersi il 13 febbraio 1861 al generale Cialdini, duca di Gaeta. D'allora iti poi ì Borboni di Napoli vissero e vivono nell'esilio. Francesco 11 mori ad Arco nel Trentino il 27 dicembre 1894.
   Casa di Savoia (1800).
   Retjno Unito d'Italia. 1860. Vittorio Emanuele II, dopo la sconfitta dell'esercito borbonico e il risultato del plebiscito che annetteva il reame delle. Due Sicilie al nuovo regno d'Italia, fece il suo ingresso trionfale in Napoli il 7 novembre; mori in Roma il 9 gennaio 1878. 1878. Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II e di Adelaide arciduchessa d'Austria, nato a Torino il 14 marzo 1844 e felicemente regnante.
   Cenni Storici sulle Belle Arti a Napoli.
   La storia di Napoli sarebbe incompiuta senza un sunto conciso di quella delle Belle Arti che tanto vi fiorirono e tanti monumenti vi lasciarono che già abbiamo descritti.
   1. Pittura. — Dei freschi di Pompei, unica fonte della pittura antica, già abbiam tocco per incidenza nella descrizione del Museo Nazionale e ne riparleremo sotto Pompei.
   Secondo indagini recenti la storia dello sviluppo della pittura moderna in Napoli vuoisi cercare fuori di Napoli. L'affermazione di una scuola pittorica napoletana propria sia prima che dopo di Giotto si è chiarita una mera invenzione patriotica; tutti i dipinti esistenti ancora dei secoli XIII, XIV e XV attestando la dipendenza continua dalle scuole straniere, vale a dire principalmente dalla toscana, umbra e dalla fìammini/a.
   Il napoletano De Dominici che nel 1742 pubblicò un libro sullo Sviluppo dell'arte in Napoli, nomina Tommaso de Stefani, Pippo Tesa uro e Maestro Simone come rappresentanti di una scuola pittorica fiorente prima di Giotto. Ma a questi nomi vanno annesse immagini appartenenti ai tempi e alle tendenze più disparate. Il De Dominici, non sappiamo perchè, ha affastellato in questa sua storia dell'arte una quantità di inesattezze. Ora egli viene man mano smentito : uno de' primi ad occuparsi di lui è stato Benedetto Croce che lo confutò con argomentazioni assai stringenti.
   Giotto si recò bensì in persona a Napoli e dipinse nel 1330, per commissione del re Roberto, iu Castel Nuovo e Castel dell'Ovo, ma i suoi freschi andarono poi distrutti nei rifacimenti e nei restauri di quei castelli. Napoli possiede però sempre un dipinto giottesco, la Moltiplicazione dei Pani, in una sala di S. Chiara, dirimpetto alla Trinità.