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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
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   quella che era al certo in fiore al tempo di Cicerone e tal rimase per tutto il periodo dell'Impero romano.
   Non è improbabile che Neapoli ricevesse un corpo di nuovi coloni sotto Siila, ma non assunse al certo il titolo di Colonia, dacché Cicerone ne parla reiteratamente qualificandola Municipio (Cia., ad Favi,, xni, 30; ad Att., x, 13). Sotto l'Impero la troviamo nelle iscrizioni col titolo di Colonia (Geutee., Inscr.. pag. 110,8; pag. 373, 2); ma è assai dubbio quando la divenisse. Essa è però mentovata come tale da Petronio e parrebbe ricevesse primamente sotto Claudio una colonia a cui furon fatte aggiunte successive sotto Tito e gli Antonini (Lib. Colon., p. 235; Zujipt., De Colon., pp. 259,384).
   Oltre il suo territorio immediato, Neapoli possedeva in addietro le due isole importanti di Gap rea e (Capri) e di Aenaria (Ischia) ; ma quest'ultima erale stata tolta con la forza dell'armi probabilmente nel periodo della sua prima guerra con Roma. Capri continuò a rimanerle soggetta senza interruzione sino al tempo d'Augusto, il quale, invaghitosene, l'annettè al dominio imperiale, dando ili cambio ai Napolitani, l'isola più ricca e più importante d'Aenaria od Ischia (Svet., Aug., 92; Uion. Cass., i, ii,43).
   Le stesse attrazioni che avevano reso Neapoli una residenza preferita dai ricchi Romani sotto la Repubblica continuarono vieppiù sempre a renderla tale sotto l'Impero.
   I suoi ginnasii e giuochi pubblici continuarono ad esser celebrati e gli stessi imperatori condiscesero a presiederli (Svet., Aug., 98; Neu., 40; Vell. Pax., ii, 123, ecc.).
   La sua forte tintura di costumi ed usanze elleniche, che le procacciavano sì di frequente il nome di Città Greca, vi attrasse molti grammatici, cotalchè essa andò acquistando via via fama di dotta: Marziale e Columella la chiamano infatti dotta Parthenope. Intanto il suo clima dolcissimo la rese il soggiorno favorito degli indolenti e degli effeminati. Quindi Orazio (Epodv, 43) la definisce otiosa Neapolis, ed Ovidio {Mei., xv, 711), con maggior forza, in otia natam Parthenopem.
   Le coste lungo i suoi due lati erano seminate di ville di cui la più rinomata era quella di Yedio Pollione sulle colline fra Napoli e Puteoli, o Pozzuoli, a crii aveva dato il nome di ITaès&wMj, o Posillipo, nome esteso poi a tutto il colle su cui sorgeva e che conserva tuttora (Diox. Cass., liv, 23; Plin., ix, 53, s. 78).
   Neapoli fu la residenza favorita dell'imperatore Nerone del pari che del suo predecessore Claudio ; e nel suo teatro Nerone fece la sua prima comparsa come istrione od attore prima di avventurarsi a farla in Roma (Tac:., Ann., xiv, 10 ; xv, 33). È noto altresì che Neapoli fu per molto tempo la dimora di Virgilio, il quale vi compose, od almeno vi terminò la sua divina Geòrgica. Là fu poi anche sepolto secondo il suo desiderio e la sua tomba esisteva al tempo dei poeti Stazio e Silio Italico ì quali avevano verso di essa una riverenza quasi superstiziosa. Silio Italico stesso morì a Napoli ove aveva una villa, sua dimora prediletta, com'anco di Stazio nativo della città. Nò vuoisi per ultimo dimenticar fra le antiche ville romane la famosa villa di Lucuìlo in cui morì Tiberio.
   E certo clic Napoli antica non occupava la metà dello spazio dell'odierna, la città più vasta e popolosa d'Italia. Era cinta di forti mura e di torri e divisa in quattro regioni, la Palatina a nord, la Ter mense od Ercolanense a est, la Montana a ovest e la Nilense a sud. Primeggiava su tutte la Palatina come quella che conteneva il superbo tempio dei Dioscuri, il palazzo civico o Basilica Augustale e il Foro, il quale credesi si estendesse dal largo di San Lorenzo sino alla chiesa di San Gennaro all'Olmo. La regione Tennense ebbe il nome dalle Tenne di cui vedesi ancor qualche residuo. La regione Nilense fu così chiamata da un'antica statua del Nilo ivi scoperta, e in essa abitavano i mercanti Alessandrini con un tempio d'Iside. La regione Montana, o del Teatro, comprendeva la collina clic dal monastero della Sapienza va sino al vicolo dei Cinque Santi.
   II porto, riparato da tre erte rupi, e sicurissimo, slargavasi dal Aiolo Piccolo sino alla radice del colle di San Giovanni Maggiore. Sotto l'imperatore Tito la città fu quasi distrutta da un tremuoto, ma venne riedificata sul gusto romano.
   SO — La Pati-in, voi. IV.