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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
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   la dice una colonia Cumana, ma soggiunge ch'essa ricevè in seguito un corpo addizionale di coloni Calcidici ed Ateniesi con alcuni abitanti della vicina isola Pitecusa od Aenaria (Ischia) e fu per tal cagione chiamata Neapolìs o Città Nuova (Strar., v, p. 24G).
   Alla sua origine calcidica od eubea allude reiteratamente Stazio, ch'era natio della città, nelle sue Silvae; ma queste espressioni riferisconsi probabilmente all'essere una colonia della città calcidica eli Cuma. 11 nome stesso accenna sufficientemente al fatto che essa era uno stabilimento più recente di qualche altro esistente previamente nella medesima vicinanza; e che ciò non si riferisca meramente alla città madre dì Cuma è provato dal fatto che noi troviamo menzione (quantunque soltanto in un periodo relativamente tardivo) di un luogo chiamato Paleopoli o Città Vecchia (Liv., vili, 22). Ma le relazioni fra i due luoghi sono oscurissime. Niun autore greco fa menzione di Paleopoli, di cui ignoreremmo l'esistenza se non fosse di Tito Livio, il quale ci dice che essa non era lontana dal luogo di Neapoli. I)a,l passo precitato di Strabone chiaro apparisce che questa era lo stabilimento originale dei coloni Cumani; e che il noine di Neapoli fu dato alla colonia posteriore di Calcidii e di altri che stabilironsi in un luogo non guari distante dal primo.
   Una versione diversa della sua storia, ma di autorità assai più dubbia, è citata da Filargirio dallo storico Lutazio, secondo la quale i Cumani abbandonarono la loro prima colonia per tema che ecclissasse la città madre, ma ebbero ordino da un oracolo di ripristinarla e diedero alla colonia ristabilita in tal modo il nomo di Neapoli (Fu arg., Ad Georg., ìv, 504). 11 nome originale di Paleopoli (che ovviamente non poteva essere così chiamata se non dopo la fondazione della Città Nuova) par fosse Parlenope (Plk., in, 5, s. 9; Filarg., I. e.), nome poetico dato a Neapoli dai poeti romani, Virgilio, Ovidio, ecc.
   Stefano Bizantino parla di Partenope come città dell'Opicia (nome antico della Campania); ma è assai singolare che tanto egli quanto Strabone la chiamino una colonia dei Rodii senza far menzione nè dei Calcidici nè dei Cumani. Dall'altra parte, Licofrone (Alex., 717) allude al luogo ove fu gittata sulla spiaggia la sirena Partenope, denominandolo Falera; e Stefano Bizantino altresì dice che Falero era una città dell'Opicia, la stessa che fu poi chiamata Neapoli. Il nome di Falero (Falerum) ha un carattere tirrenico o pelasgico; e non è improbabile, come suggerisce il tedesco Abeken nella sua opera Mittel Italien (p. 110), che fosse là in origine uno stabilimento tirrenico.
   La connessione leggendaria della sirena Partenope col sito o la vicinanza di Neapoli era bene stabilita e ricevuta universalmente; quindi Dionisio Periegete, geografo greco, designa la città qua! dimora di Partenope e Strabone soggiunge che la Sirena fu seppellita in Dicearchia (Puteoli o Pozzuoli), ove anche ai tempi suoi additavasi la sua tomba e celebravansi giuochi in onore di essa.
   Il luogo dello stabilimento primitivo di Paleopoli, o Città Vecchia, non è indicato in verun luogo, ma è probabile fosse sul colle di Posillipo che separa la baia di Pozzuoli da quella di Napoli. La Città Nuova al contrario, Neapoli, stava sul fìumicello Seheihus (Sebeto) e doveva perciò occupare il medesimo luogo dell'odierna Napoli (Abeken, Mittel Italien, p. ni; Nieluiir, voi. in, p. 170). Quest'ultima città paro, pervenisse rapidamente ad un alto grado di prosperità ed oiluscasse in gran parte lo stabilimento più antico di Paleopoli; ma è chiaro da Livio clic Paleopoli continuò ad esistere accanto alla nuova colonia finché caddero ambedue sotto il dominio dei Sanniti. Non pare che la città vecchia o la nuova fossero sottomesse con la forza delle armi dai conquistatori Campani; sembra piuttosto stringessero con essi un compromesso ed ammettessero un corpo di Campani ai diritti di cittadinanza del pari che ad una partecipazione nel governo (Stiub., v, p. 240). Ciò non (li manco l'elemento greco prevaleva sempre grandemente; ed ambedue Paleopoli e Neapoli erano, al dir di Tito Livio (vni,22), intieramente città greche, quando vennero primamente a contatto con Roma, quasi un secolo dopo la conquista della Campania pei Sanniti.