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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Fig. 140. — Napoli (Museo Nazionale) : Flora Farnese (da fotografia Brogi).
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   Fig. 141. — Napoli (Museo Naz.): Gladiatore Farnese (da fotografia Brogi).
   Tornando all' estremità sud del portico dei Balbi si pon piede nella
   Galleria dei bronza. — Provengono la più parte da Ercolano ed alcuni da Pompei ; è facile riconoscere la provenienza dalla palina che ricopre i bronzi e che varia per la differenza dei metodi in uso in ciascuna di queste due antiche città sepolte.
   I bronzi d'Ercolano hanno un color cupo di un verde nerigno, laddove quelli di Pompei sono di un verde azzurrognolo e chiaro. Questa collezione, non che in Italia, è unica nel mondo tutto. Il numero e le dimensioni degli oggetti d'arte che contiene, la finezza del lavoro corrispondente a quella della materia adoperata, l'abilità con cui furono superate tutte le difficoltà che presentavano la fusione e la cesellatura attestano la perfezione raggiunta dagli antichi nell'arte di lavorare il bronzo.
   1a Sala (Animali). — In mezzo, un Cavallo (fig. 144), uno dei quattro della quadriga
   26 — (.a l'ai ria. voi. IV.
   di Nerone, trovato nel 1139 ad Ercolano. — Testa colossale di cavallo, uno dei più bei modelli pervenutici dell'arte greca, proveniente dall'atrio del Tempio di Nettuno in Napoli ; in seguito contrassegno della città. L'imperatore Corrado IV, dopo la presa di Napoli, gli fece porre una briglia e scrivere sul piedestallo : « Questo cavallo sinora indomito di Partenopc, ubbidisce ora alle redini dell'imperatore ». (/arcivescovo diNapolicardinal Carafa fece, nel 1322, mettere in pezzi e fondere in campane il corpo del cavallo e sol fu salvata questa testa maravi-gliosa dal congiunto del cardinale Diomede Carafa conte di Maddaloni, il quale la fece porre nel suo palazzo ove rimase sino al 1809. Il popolino tenne anticamente il cavallo per un lavoro di Virgilio e gli attribuì il dono miracoloso di sanare le malattie cavalline; per toglier di mezzo questa superstizione il cardinale sopracitato aveva fatto fondere parte di quel bronzo.
   Negli angoli sono quattro busti in bronzo: