Napoli
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che intercettavano la veduta della collina e della città sottostante, la quale si presenta dalla villa Gallo in uno degli aspetti più grandiosi insieme e più ridenti che si possano immaginare, si che non v'ha paesista e fotografo italiano e straniero che non pigli da quel punto la veduta di Napoli.
11 casino sorge sopra archi e costruzioni massiccie per le difficoltà del terreno e contiene un gran numero di oggetti d'arte antichi e moderni, nostrani e stranieri.
Nel pianterreno un ricco museo, con gran numero di vasi italo-greci e quindi una collezione preziosa di storia naturale in ciascuna delle sue parti, ma segnatamente in quella degli uccelli e degli insetti. Curiosa la collezione delle armi e degli utensili dei selvaggi dell'America, ed importante quella delle antiche monete in oro, argento e bronzo, parte delle quali di pregio rarissimo e di conservazione perfetta. Notevole principalmente una tavola preziosa di bronzo con iscrizione latina, rinvenuta nel '1829 a Pesto.
Fra i molti quadri meritano particola.'' menzione i seguenti: una Sacra Famiglia di Leonardo da Vinci, incompiuta, ma degna di quell'artista sovrano ed incisa più volte ; un'altra Sacra Famiglia di Andrea del Sarto, di composizione e colorito vaghissimi ; e sopratutto una Cleopatra in mezza figura in atto di appressare al suo bel seno l'aspide velenoso, capolavoro mirabile del Correggio.
Non mancano lavori squisiti in ogni genere, principalmente nelle suppellettili, fra cui alcuni intagli dorati della Cina, ed un armadio con accordo armonioso di lavori in bronzo dorato e di finissimi smalti della rinomata fabbrica di Sèvres, dono di re Carlo X di Francia. Altri e varii doni di sovrani e di principi, fra i quali moltissimi ritratti di re, regine e principi reali congiunti per vìncolo di sangue alla regina Isabella. La villa Gallo passò poi in possesso del conte del Balzo, il quale sposò Isabella dinasta vedova di Ferdinando IV.
Fra le altre ville sparse per la collina di Capodimonte, non molto discoste dalla precedente e tutte belle per varietà di aspetti e di prospetti ricorderemo le già citate in addietro dei marchesi Ruffo, dei principi di Palliano, dei signori Meu-ricoffre ed altre molte, oltrepassato il già descritto palazzo Reale di Capodimonte, in quel lato della collina che scende ai Ponti Rossi; ove, per ampiezza e vedute, primeggia quella che fu già della famiglia Heigelin.
Villa Fluridiana. — Lungo il pendio meridionale della collina del Voniero : appartenne al generale Saliceti ministro in Napoli durante l'ultima occupazione francese, il quale l'acquistò nel '1807. Passò in seguito al suo genero, il principe di Torcila. Nel 1816 fu comperata con altri attigui poderi da Ferdinando I Borbone, ilquale ne fece donoalla sua seconda moglie Lucia .Migliaccio
rincipessa di Partanna e duchessa dì Floridia, onde il nome di Floridiana dato alla villa. Morta la duchessa, la villa fu divisa, nel '1827, in tre parti di cui la principale toccò alla figliuola, che la lasciò al marito Nicolò Serra conte di Monte-santangelo, il quale vi aggiunse per compera un'altra delle tre parti, rimanendo la terza al conte Luigi Grifeo de' principi di Partanna ambasciatore in Toscana sotto il governo borbonico.
Il conte di Montesantangelo, ricco ed amante dell'eleganza e del buon gusto, nulla risparmiò per migliorare ed abbellire questa bellissima villa. 11 grande e bel casino di forma rettangolare, fu costruito in diciotto mesi da Antonio Niccolini e nella facciata principale a sud ornato di due magnifiche scale in marmo bianco, per le quali lungo il dorso del colle si scende dagli appartamenti ai sottostanti viali alberati ed ornati di piante rare, di fontane, vasche, loggie con prospettive varianti ed amene.
Le decorazioni interne del casino rispondono alle esterne e fra gli arredi sontuosi veggonsi preziosissimi vasi della fabbrica imperiale della Cina, disegni, quadri ed oggetti cosidelti rococò. La villa è stata ultimamente comperata da un ricco inglese.
Villa Lucia. —La suddetta terza parte della villa Floridiana che toccò al succitato conte Luigi Grifeo ebbe il nome di villa Lucia, dal nome di Lucia duchessa di Floridia, seconda moglie, come abbiamo visto, di Ferdinando I. E anch'essa notevole per bella situazione e per le costruzioni di vario genere. Un ampio viale tortuoso e declive scende dall'ingresso della villa al piano del Casino, varcando un bello e solido ponte costruito dall'architetto Niccolini per accavalciare il vallone che separava la villa Floridiana da un'altra prossima che il re Ferdinando volle congiungere.
Il panorama di cui si gode dai balconi del casino è uno dei più estesi e più belli in questo lato della collina. Il casino è ornato esternamente di bei fregi in istucco ed è fornito di ampio bagno marmoreo, di un tepidario, di stufa e giardino di Invi sottostante e dominante tutta quella parte del golfo di Napoli.
Per molte scalette tagliate nel tufo per grotte artificiali e per anipii viali rotabili si possono percorrere i varii piani di codesta villa, la cui varietà in un queto spazio non ha forse uguale fra le ville napolitano. Un gran numero di bestie feroci era raccolto in serragli che ancor si vedono.
Altre ville del Vomcro e di l'osillipOs — Già ne toccammo in principio nella descrizione di Posil lipo e del Vomere. Su quest'ultima collina, ora nuovo rione o quartiere di Napoli a cui si ascende con le funicolari, come abbiamo visto, sono notevoli la villa già del famoso cardinale Ruffo, prossima alla suddetta villa Lucia a est, e, dal lato opposto, quella un tempo dei principi di Belvedere, cospicua allora, sì per la bellezza dei giardini o