iòi l'arie Quarta —
Palazzo Gravina.— Il più bel palazzo di Napoli come opera d'arte, con gli uffizi postale e telegrafico, in piazza Montoliveto, con dirimpet to una fontana sormontata dalla statua in bronzo di Carlo II, del Cafaro (1008). È un maestoso edilizio del Rinascimento costruito (1180-1510) da Gabriele d'Angelo di Napoli per Ferdinando Orsini, duca di Gravina. I Gravina lo vendettero ai Ricciardi. L'architetto De Cesare lo adattò poi a usi pubblici. I busti della famiglia Gravina furono venduti ai rigatieri nel 1818 il palazzo fu cannoneggiato, poi il Governo lo comprò al principe di Cariati. Era già stato alterato nelle sue belle proporzioni originali da un piano aggiunto barbaramente sopra il vago cornicione antico e da cambiamenti nel pianterreno fra cui il portone dorico in marmo. Fu anche rimossa 1 iscrizione ospitale: sibi, suisque et amicis omnibus (per sé, rie' suoi e per tutti gli amici) fattavi apporre dal Gravina.
Narrasi che il palazzo rimanesse incompiuto, perchè all'ingresso dell'imperato!' Carlo V, che ne ammirò l'architettura, il proprietario diè parola che, non sì tosto ultimato, ne avrebbe fatto dono all'imperatore. Sopra il pianterreno in rustico poderoso ergesi un piano liscio di nobile semplicità con pilastri corinzii e medaglioni sopra le finestre.
Palazzo illaddaloni. — Ora sede della Banca d'Italia, all'angolo formato da strada Quercia e strada Roma a Toledo, è uno dei palazzi principali di Napoli fondato dal marchese del Vasto, ma che divenne in seguito proprietà dei duchi di Maddaloni dai quali ebbe il nome. 11 partirne e la scala dell'edilìzio imponente son del Fansaga. 11 salone di belle proporzioni ha nella vOlta un dipinto a olio di Francesco di Mura, rappresentante ['Assedio di Napoli per Ferdinando I.
Palazzo del Vasto d'Avalos — Uno dei più grandi palazzi moderni di Napoli con liei giardini e cancellata, in piazza del Vasto dietro la riviera di Ghiaia. Conteneva in addietro molti oggetti d'arte rinomati, primi fra tutti i Cesari di Tiziano e sette arazzi regalati da Carlo V al marchese di Pescara in guiderdone dei suoi servigi alla battaglia di Pavia nel 1525. Questi arazzi rappresentano scene di quella celebre battaglia e le figure al naturale ritraggono i personaggi principali che vi si illustrarono. Furono eseguiti in Fiandra su disegni degli artisti principali d'Italia ; le figure furono disegnate da Tiziano e gli ornati dal Tintarelle. I suddetti Cesari di Tiziano (11 in numero, col 12 nella galleria di Firenze e sur-gato nella serie con una copia di Luca Giordano) con le altre collezioni di dipinti, oggetti d'arte e d'interesse storico che trovavansi in questo palazzo fu roti legati nel settembre del 1802 dall'ultimo discendente maschio dell'eroe di Pavia al Museo Nazionale; ma il legato fu impugnato.
Palazzo miranda (o palazzo Principessa Olta-jano, duchessa di Miranda). — Nella strada di
Italia Meridionale
Ghiaia a destra, presso il Caffè Benvenuto : ha una quadreria nel piano superiore coi seguenti dipinti . Prima sala, muro sinistro: una Pietà, del Ribera, o Spagnolette, con un San Gerolamo, dello stesso e cinque piccoli paesaggi di Salvator Rosa. '— Seconda sala, muro d'ingresso : Trittico fiammingo con gli Sponsali di Santa Caterina; a sinistra, Natività, fiammingo anch'esso; a destra, Cristo, di Pierin del Vaga; nel muro a destra, Sacra Famiglia, di Giovanni Bellini (?); Santa Maria Egiziaca, di Guido Reni. — Terza sala, a sinistra: Banchetto degli Dei ; a destra, Trionfo della Bellezza, di Rubens. *— Quarta sala: Ritratto, di Van Ryck; Vedute di Venezia, del Canaletto ; Giuseppe e la moglie di Pvtifar, di Guido Reni ; all'estremità del muro, a destra, Artista che sta contemplando delle antichità, che vuoisi di Michelangelo Buonarroti.
Palazzo Cuonio, con Museo Civico Filangieri. — In via del Duomo a destra ; bel palazzo del principio del Rinascimento (fine del secolo XV) costruito probabilmente da maestri fiorentini por Angelo Como (o Cuomo), ricco mercante del secolo XV, onorato dell'amicizia di Alfonso II di Aragona. Fu comprato nel 1581 dai Domenicani di Santa Caterina clic vi rimasero fino al 1800. Crollato nel 1820 in gran parte, fu rifatto nel 1827. Nel 1803 vi tornarono i monaci. Demolito per aprire la nuova strada, fu rifabbricato n eli 888 coi medesimi materiali da Gaetano Filangieri, principe di Satriano, per allogarvi le collezioni da lui donate alla città e che formano il Museo Civico Filangieri (fig. 108), d cui catalogo contiene anche una storia del palazzo e del museo.
Il gran vestibolo del pianterreno decorato dal Salviati di mosaici nello stile del secolo XIV, contiene armi, alcune antichità, ecc., e una colubrina aragonese del secolo XV che caricasi dalla culatta.
11 piano superiore fu trasformato in una bella sala d'esposizione coll'aggiunta di finestre nel tetto e di un'alta galleria i si ammirano ricche armadurc dei secoli XVI, XVII e XVIII, due casse tonde italiane del secolo XVI, oggetti preziosi, smalti e circa 00 quadri. Gli smalti principali (nulli. 1023 e 1025) nella vetrina 25 sono di Giovanni III Pénicaud di limoges.
Fra i quadri citeremo i seguenti. la Vergine e la donatrice, una Bentivogho, di Bernardini Luini (1-489), la Vergine, di Bernardo Lanini (?) ; Deposto di Croce, del Pordenone; Santa Maria Egiziaca e Testa di San Giovanni Battista, dello Spagnoletto; Ritratto di un nomo, di Sandro Botticella e non del Ghirlandaio; alcuni quadri fiamminghi ed olandesi, fra i quali la Vergine, di Van Eycli (?) ; Gesù in Croce, di Van Dyck, ecc. Nella galleria vi sono belle majoliche italiane, porcellane di Capodimonte,ecc., evasi d'argento.
Palazzi Carafa. — Uno venne fondalo nel 1512 in cima a I'izzofalcone da Andrea Carafa, conte