Napoli
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verso il 536, distrutta nel 1232 da un tremuoto, diede argomento alle tante contese sull'inven-ceduta nel 1234 ai Minoriti e restaurata nel 1240 zione della pittura a olio, contrastata fra Gio-daTommaso daTerracina, rifatta intieramente nel vanni di Bruges, Antonello da Messina e Colan-1280-1324. Carlo I d'Angiò, prima della famosa tonio del Fiore. Nella sesta cappella, Madonna battaglia di Benevento contro re Manfredi (1265), col Ballista e Sant'Antonio di Padova, di Fran-aveva fatto voto a San Lorenzo d'innalzare nna cesco Curia. Nella settima cappella (del Balzo), nuova chiesa su quella distrutta dal suddetto tremuoto del 1232 ed un documento del 1284 la dice presso ad esser finita.
Della costruzione longobarda rimangono ancora le porte. L'esterno è intieramente rinnovata in gran parte; la porta principale è ancora la gotica ; il semplice campanile fu innalzato nel 1487 ; la facciata fa rifatlasenza gusto, dopo un tremuoto nel 1732, da Ferdinando Sanfelice.
La chiesa sorge maestosa in una sola, alta ed ampia navata tagliata all'estremità da una corta crociera. L'arco maggiore, mirabile per la lunghezza straordinaria della sua corda, è opera ardimentosa di Ma-snccio IT, il quale compi ed ornò la chiesa che può dirsi architettata più da lui che da Maglione, allievo di Nicolò Pisano, chiamato da Firenze da Carlo d'Angiò.
Sulla porta principale vedesi una gran tavola (capolavoro di Vincenzo Corso, allievo di Piorin del Vaga) in cui è dipinto Gesù con la croce in ispalla e conducente per una funicella San Francesco anch'esso con la croce e sotto molti Santi che adorano l'Eucaristia. Dello stesso Corso è l'altra tavola del\'Adorazione dei Màgi, accanto alla prima.
La chiesa contiene trentuna cappelle comprese quelle della Tribuna. Nel pavimento, a destra della prima cappella entrando, la- Fig- 57. — Napoli (Chiesa di San Lorenzo): Monumento pide sepolcrale del celebre natu- a Caterina d'Austria (da fotografìa Mauri).
ralista Giambattista della Porta
(morto nel 1616) che suggerì il primo disegno di un 'Enciclopedia. In essa prima cappella, a destra, Sacra Famiglia, di Giuseppe Marnili, allievo di Massimo Stanzioni, del quale è la Madonna del Hosarìo con varii santi, nella terza cappella. Nella quarta, altare del Rinascimento con begli ornati e Madonna, di Luca della Robbia. Nella quinta, monumento di G. B. Manso, mar-
San Lodovico d'Angiò, arcivescovo di Tolosa, che incorona suo fratello Roberto re di Napoli, di Simone di Martino da Siena. La predella ha cinque scompartimenti, in cui son dipinti con semplicità insuperabile cinque fatti di San Lodovico e nell'orlo dell'arco sta scritto: Sytnon de Scnis me pin.vit (verso il 1320). Nella crociera destra, gran cappella con San
chese di Villa, amico e biografo di Torquato Francesco che distribuisce la regola dell'ordina
da lui fondalo, attribuito allo Zingaro, ma ere-desi fiammingo della scuoia di Van der Weyden.
Addossato al gran pilastro, a destra dell'arco massimo, è il pulpito marmoreo con baldacchino
Tasso; all'altare, con due colonne di verde di Calabria, testa del Salvatore, dipinta su muro da Colantonio del Fiore in una casa privata e qui collocata come in iuogo più dicevole, dipinto che