Napoli
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su diciassette colonne d'ordine corinzio, tolte ad antichi tempii pagani, di cui sette di cipolazzo, otto di granito orientale e due di marmo bianco e scanalate, le quali fiancheggiano l'aitar maggiore, che ha sotto la mensa una pila antica fra due grifoni marmorei antichi anch'essi e di buona scultura (fig. 52).
Dietro l'altare una tavola stupenda rappresentante la Vergine in troni) col Putto, con ai lati San Michele e Santa Resti tuia e sotto episodii in piccole figure della vita di questa Santa. Sulla base del trono si legge : Silvestro Buono fece, 1500; ma l'iscrizione fu falsificata ; è un dipinto della scuola del Perugino ridipinto in parte.
In mezzo al soffitto della chiesa: Arrivo dall'isola d'Ischia del corpo di Santa Restì tuia trasportalo dagli angeli sopra una barca e in alto la Vergine in gloria di eai San Gennaro implora la proiezione per la città di Napoli raffigurata da una sirena. Gli altri dipinti bislunghi della navata maggiore sono di mano di Santolo Cirillo e i tondi di Francesco La Mura.
A sinistra dell'aitar maggiore è la cosidetla cappella del Principio, con un'abside scmitonda, l'oratorio più antico di Napoli (donde il nome di Principio), fondato da Sant'A-spreno, il primo vescovo. Qui egli, con Santa Candida e gli altri cristiani primitivi, riduceva si a celebrar di nascosto i riti della nuova esordiente religione. Nell'abside semitonda un gran mosaico rappresentante la Madonna. Nel 1322, come leggesi nell'iscrizione sottostante, il clero di Napoli fece rifar questa immagine della Madonna a mosaico con la giunta ai lati di San Gennaro e di Santa Restitula, opera di un certo Lello ritoccata da Raffaele Predimonte (1309).
Nelle pareti laterali due bassorilievi marmorei di stile barbaro, ciascuno in quindici quadretti. Nei primi soprastanti, a manritta, cinque episodii della Vita di San Gennaro ; in quei di mezzo la Storia di Sansone e negli ultimi la leggenda di Sani'Eustachio. A sinistra Storia di Giacobbe. Questi due antichi bassorilievi, tanto importanti per l'istoria dell'arte e che sembrati di diversa mano per esser quello a sinistra meno rozzo dell'altro, fregiavano in origine due amboni, o pulpiti — costruiti nel secolo VI II dal vescovo Stcfanoll — sui quali i diaconi leggevano il Vangelo conforme al rito greco.
A destra dell'aitar maggiore una porta introduce nella eappella di San Giovanni in Fonte, antico battistero di forma ottagona irregolare, costruito nel 550 dal vescovo Vincenzo. La cappella ha una cupoletta ornata di mosaici ilalo-bizantini, rappresentanti varii fatti della vita del
Fig. 51.
Napoli (Duomo): Tomba del Card. Alfonso Carafa (da fotografia Mauri).
Salvatore, le teste di Gesù e della Vergine in ampie proporzioni, i simboli dei quattro Evangelisti negli angoli e la Croce di Costantino nel centro. Lo stile ili questi mosaici ha del secolo XIII quando quest'arte fioriva in Italia, segnatamente in Venezia, ove i mosaicisti bizantini lavoravano in San Marco e donde recavansi in altre città italiane, lavorandovi e formandovi allievi.
Nel muro dirimpetto all'altare fi un quadro (che deve esser copia di un altro più antico) con San Silvestro papa e Costantino imperatore e sotto, in un pezzo di marmo, un'iscrizione in vernacolo la quale dice che la cappella fu edificala