Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Napoli', Gustavo Strafforello

   

Pagina (113/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (113/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Napoli
   93
   Fig. 4-3. — Napoli : Interno del Duomo (da fotografia Sommer),
   Donatello. Tutte queste sculture allogate giudiziosamente fra ornati non meno svariati che bizzarri son dell'abate Baboccio. Ora la facciata si rifa daccapo su disegno dell'Alvino.
   L'interno del Duomo (fig. 43) è a tre navate divise e sorrette da diciotto pilastri, ciascuno dei quali con un busto di un santo vescovo napoletano, con intorno colonne di granito orientale, o di marmo africano in tre ordini, sommanti in totale a ben HO e tolte ai due antichi tempii pagani di Apollo e Nettuno prementovati. Vi si annoverano quindici cappelle gentilizie oltre quella del Tesoro, l'ipogeo di San Gennaro, detto volgarmente il Soccorpo, e l'antica basilica di Santa Restituta che descriveremo più qna e che hanno ingresso dal Duomo.
   Nell'interno, sopra la porta maggiore, veggonsi le tombe di Carlo 1 d'Ani fio, di Carlo Martello, re di Ungheria, e di Clemenza d'Austria, sua moglie, innalzate dal viceré conte di Olivarcz
   nel 1599, quando le loro ceneri furono tolte dalla tribuna ampliata. Nella quai tribuna il quadro di San Gennaro e Sant'Agrippino che scacciano i Saraceni è del Pozzi e l'altro di rimpetto con la Traslazione delle reliquie dei Ss. Eutichele edAcuzio, del Corrado, ambedue pittori romani.
   Le due colonne preziose di diaspro rosso, poste in luogo di candelabri davanti l'aitar maggiore, furono rinvenute nello scavare le fondamenta della chiesa di San Gennaro all'Olmo e donate al cardinal Cautelino che le fece por qui nel 1705.
   Sotto l'aitar maggiore è il Soccorpo (fig. 44), o Ipogeo di San Gennaro, piccola basilica sotterranea, a tre navate di pari altezza, con soffitto piatto, dieci colonne e sette altari (al maggiore le reliquie di San Gennaro) e rinomata decorazione marmorea nel migliore stile del Rinascimento (1497-1500), di Tommaso Malvito, comasco. Si scende al Soccorpo per due rampanti di scale, rinnovati dal cardinale Spinelli. La cappella ha