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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
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   con bozze ed ornato eli un vestibolo dorico su cui sta scritto il nome del fondatore Ferdinando I. È provveduto di eccellenti apparecchi astronomici per cura del suo direttore, l'illustre astronomo e senatore Annibale de Gasparis, nato nel 1819 a Bagnara Calabra. Entrando si presenta una gran sala illuminata dall'alto con vòlta sorretta da colonne di marmo carrarese e decorata di stucchi e di un bassorilievo rappresentante Urania seguita da Cerere in atto ci' incoronar e il suddetto He in lode elei quale sono incisi i versi che vi si leggono. Questa sala contiene la biblioteca ricca di libri di astronomia, matematica, fisica, e in altre sale, torri, gallerie trovansi sparsi cannocchiali, telescopi!, apparati magnetici, un equatoriale, teodoliti, orologi, ecc. ecc.
   CHIESE PRINCIPALI
   Le chiese di Napoli, in numero di oltre 340, compresi gli oratorii delle Confraternite, non attraggono, in tanta copia di bellezze naturali, l'attenzione che meritano. Molte di esse però, quantunque guaste dai tremuoti e dai restauri, segnatamente durante il dominio spagnuolo nei secoli XVII e XVIII, sono notevoli così per l'architettura come per le opere d'arte onde vanno ornate. Contengono, fra le altre cose, una collezione di tombe medieviche che non rinviensi in verun'altra città d'Italia e che non solo interessano per le loro associazioni storiche, ma giovano allo studio dell'arte e dei costumi contemporanei.
   Molti monasteri, con annesse le loro chiese, furon soppressi in questi ultimi tempi e i loro capi d'arte furono trasportati nel Museo; molto rimane però sempre meritevole di attenzione come vedremo nella seguente rassegna.
   Cattedrale o Puomo di San Gennaro. — In
   via del Duomo, fra la via dei Tribunali e la via dell'Anticaglia ; fu fondato nel 1272 da Carlo I d'Angiò, vincitore di re Manfredi e di Corra-dino i per esser l'antica basilica di Santa Rcsti-tuta divenuta angusta e rovinosa), nel luogo detto della Somma Piazza, ove ergevansi anticamente i due tempii di Apollo e di Nettuno. Carlo I non pose che le prime pietre ; e sno figlio Carlo lì continuò dal 129i la costruzione mentre l'arcivescovo Filippo Minutolo invogliava il popolo napoletano alle spese necessarie clic furono fatte : la chiesa fu ultimata da re Roberto nel 13li. Fece il disegno e diresse ì lavori l'architetto napoletano Masuceio, e non Nicolò da Fisa, e il suo allievo Maglione, come afferma il Vasari, il quale Masuecio piantò l'edilizio in mezzo a quattro piccole torri e gli diede le fonile a sesto acuto dell'architettura gotica, che fu anche chiamata architettura angioina dalla dinastia sotto la ipiale fu tanto in fiore.
   La chiesa ebbe forma di croce latina a tre navate e fu decorata dallo stesso architetto con ornati di sua invenzione e con belle scolture di Pietro degli Stefani, napoletano; ma, erollata pei tremuoti del 1456, fu riedificata da Alfonso 1 di Aragona col concorso divari nobili napoletani: del Balzo, Caracciolo, Pignatelli, Orsini, Zurlo, ecc. Gli arcivescovi in seguilo l'arricchirono un dopo I altro di pitture, scolture e dorature. Arrigo Minutolo allogò, nel 1401, le tre porte della facciata allo scultore abate Antonio Baboccio di Piperno. Decio Carata fece costruire il soffitto
   dorato, ornandolo di bei dipinti di Faliricio San* lafede, di Vincenzo Forli e di Francesco Imparato, e il Fonte battesimale (fig. 42), il cui pregevolissimo vaso di basalto egizio fregiato di maschere e tirsi, e già in Santa Restitula, aveva servito al culto pagano. Inigo Caracciolo fece imbiancar la chiesa, stuccar le colonne e dipinger la navata di mezzo e la crociera dal napoletano Luca Giordano soprannominato per la sua speditezza Fa Presto. Ranuccio Farnese fece costruire l'organu a destra da un Fra Giustino parmigiano ed Ascanio Filmnariiio, quello a sinistra, da Pompeo Franco, napoletano. Sotto quest'organo é un seggio arcivescovile marmoreo di valente scultore del secolo XIV e sotto il primo organo un pulpito marmoreo ili Annibale Caccavelle, i cui sportelli, ora sulle due porto minori, furon dipinti dal Vasari e rappresentano uno la Natività e l'altro vai ii Santi protettori di Napoli, nei cui volti ravvisau5.i ì ritratti di papa Paolo III e dei cardinali Ascanio Sforza, Alessandro Farnese, Tiberio Crispo e Ranuccio Farnese, cornatici» quelli di Pier Luigi Farnese e disuo figlio Ottavio.
   Su disegno di Paolo Posi, romano, Giuseppe Spinelli ridusse, nel 1744, nello stalo odierno la tribuna, il curo e l'aitar maggiore con la gradinata marmorea. Grand: e belli miglioramenti furono introdotti da ultimo, e non ha gran tempo, nel Duomo dal cardinale arcivescovo Filippo Caracciolo del Giudice, il quale lo rifece con ingente dispendio quale ora si vede. Le finestre furono ridotte alla lor forma primitiva; le mura rivestite al basso di marmi colorati e iu alto di