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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   ACQUE POTABILI, SORGENTI, TOZZI ARTESIANI, FONTANE ed ACQUE MINERALI
   Il recente, nuovo acquedotto del Scrino, da noi descritto più sopra, ha ormai surrogato le antiche e poco salubri provviste d'acqua di Napoli. Giova tuttavia, per l'istoria della grande città, dirne qui qualche parola.
   Acque potabili. — L'acquedotto, detto Acqua di Carmignano, fu costruito da Alessandro Cì-minello e Cesare Carmignano (donde il nome) a proprie spese al principio del sccolu XVII. Incomincia presso Sant'Agata de' Goti e porta in città le acque dell'Isclero per un circuito di circa 48 chilometri. Fu così danneggiato dal tremuoto del 1031 che fu necessario andare in cerca di una nuova provvista d'acqua a Maddaloni donde è condotta nel canal primitivo a Licignano. Dalla sorgente a Licignano il canale è murato e da Licignano a Napoli è sotterraneo. Nel 1770 si ottenne una nuova provvista d'acqua dirigendo nel canale li soverchio dell'acquedotto di Caserta. La più parte delle fontane, e in addietro anche delle case, rifurnisconsi d'acqua da questo acquedotto.
   L'Acqua della Bolla derivata da sorgenti e da un pozzo artesiano sul declivio dei monte Somma, è condotta in città da un canale coperto lungo 8 chilometri e provvede i quartieri bassi. Il soverchio scaricasi nel Sebeto.
   Sorgenti. — Sono quattro nei vari quartieri: i Tre Cannoli nella via omonima ; VAcqua Aquilia nella strada Conte Olivares; l'Acqua Dolce a Santa Lucia ; e \'Acqua del Leone a Mergellina, la quale é in fama della sorgente più pura.
   l'uzzi Artesiani. — La povertà d'acqua, segnatamente nella parte superiore della città, indusse, nun ha molti anni, il Municipio a stringere un contratto coll'ingegncre francese Degousée per scavar due pozzi artesiani — uno presso il palazzi Reale, l'altro nel largo della Vittoria presso Ghiaia. Il primo, dopo molti anni di lavoro e dopo raggiunta una grande profonditi sotto il mare, ha trovato due sorgenti copiose che danno una massa d'acqua giornaliera di 429G metri cubi, ma di tale una qualità che la rende disadatta agli usi domestici. Il secondo pozzo artesiano ne! largo della Vittoria ha raggiunto una sorgente di acqua più pura
   Due altri pozzi artesiani furono scavati più di recente appiedi Poggio Reale e del ('imiterò per dar moto a mulini e per l'irrigazione.
   Politane. — Delle principali toccheremo più sotto trattando delle Piazze e dei Larghi. Fra le altre voglionsi citare la fontana del Gigante, all'estremità est di Santa Lucia; la fontana di Nettuno, posta fino a pochi anni fa in piazza Medina; la fontana di Santa Cutenna Spinacoroaa a Porto;
   la fontana del Ratto d'Europa nella Villa Nazionale, opera di Angelo de Vivo nel secolo scorso; la fontana accosto allo sbarcatoio dell'Immacola-tella (fig. 32), adorna di statue e di cariatidi clic sostengono un arco con trabeazione sotto il quale è uua coppa, opera di Michelangelo Naccarini e Pietro Bernini; e la bellissima fontana in piazza della Stazione (fig. 33).
   Acque minerai.!. — Le acque minerali di Napoli stanno alle falde di Pizzofalcone presso il lido del mare ov'è la strada di Santa Lucia e la villa reale di Chiatamone, a breve distanza dal ponte che unisce Castel dell Ovo al continente.
   Le sorgenti più adoperategli numero di quattro, son proprietà del Municipio, stanno a breve distanza le une dalle altre e son conosciute sotto i nomi di : Acqua sulfurea di Santa Lucia, Acqua ferrata di Pizzofalcone, Acqua del fontaniello e Acqua acidula di Santa Lucia. Solo le due prime son rinomate, epperciù ne diremo qui due parole.
   il Acqua sulfurea di Santa Lucia, od Acqua sulfurea antica, come quella che è in uso già da gran tempo, sgorga sotto la piazza di Santa Lucia ed è versata da un condotto protetto dalle onde marine da un piccolo argine. E limpida, spumosa, coll'odore delie uova putrefatte e deposita zolfo al contatto dell'aria. Ila un'azione diuretica e leggiermente purgativa e diaforetica. I Napoletani ne fanno un uso od abuso grandissimo dal giugno al settembre, recandosi la mattina a berla alla sorgente o comperandola dagli acquajuuli che la portano per tutta la città. Vuoisi che i suoi consumatori ascendano annualmente a circa 10,000. Si amministra in bevanda da 1 sino a 0 libbre nelle dispepsie, nell'itterizia, contro i calcoli biliari, nei catarri inveterati, nelle affezioni scrofolose e reumatiche e in molte dermatiti croniche della cute. E per uso esterno si adopera nella cura delle piaghe sordide inveterate.
   L'Acqua ferrata di Pizzofalcone, o del Chiatamone, a circa cento passi dalla precedente, è limpida, frizzante, di sapore acido astringente ed è alquanto più pesante dell'acqua comune. Si usa in Napoli e nei dintorni dal giugno al settembre con un annuo concorso di circa 5000 persone e si trasporta in bombole di creta per tutta la città. Giova contro molte malattie del sistema digerente, contro le clorosi, le ostruzioni, le cachessie, la dismenorrea, ecc.