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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Napoli
   Fig. 25. — Napoli (Catacombe dì San Gennaro) : Ambulacro massimo (da fotografia).
   e quello del tempio di Diana, dalla chiesa di San Marco Maggiore.
   Ponti Rossi è il nome moderno dato agli avanzi delMpè Julia, acquedotto lungo circa 80 chilometri, costruito da Augusto per provveder d'acqua le squadre romane a Miseno Incominciava a Scrino in provincia d'Avellino (donde appunto fu dedotto il già descritto recente acquedotto di Scrino) ed era alimentato dalle acque del Sebeto. I residui visibili stanno in una cavità profonda sul pendio del poggio di Capodimonte e sono costruiti di solidi massi ili tufo, orlati ili mattoni rossi donde il nome di Ponti Rossi. Prima di giungere in questa cavità, o valle che dir si voglia, l'acquedotto dividevasi in due rami. Uno proseguiva nel cuore della città recandole la principale provvista il acqua sino al tempo ili Belisario, il quale lo ruppe facendovi passar le sue schiere. L'altro ramo attraversava il Vomere, ove scorgonsi ancora i suoi residui. A questo punto 1 acquedotto dividevasi di bel nuovo ed un ramo dirigeva»: alle ville romane presso la punta di Posillipo e l'altro, per Monteoliveto, a l'aia e a Miseno, ove terminava nel grande serbatoio della Piscina Mirabiìis. Le rovine dei Ponti Bossi furono riattate nel 1843 avendo cura di conservare l'antico loro carattere.
   L'Anticaglia, nella via omonima, è constitnita da due arcate ed altri avanzi di un antico teatro: dai frammenti che restano si arguisce che doveva essere assai vasto.
   Nel muro esterno del monastero di Santa Maria Egiziaca a Forcella è una lapide con suvvi una iscrizione greca che credcsi del tempo di Domiziano e che riferiscasi ad una statua e ad altri onori decretati ad una TetliaCusta, sacerdotessa.
   Le Catacombe (figg. 24-25), o piuttosto quelle porzioni ili esse dette le Catacomba di San Gennaro. — Sono situate nei fianchi del poggio di Capodimonte. L'unico ingresso ora aperto è dalla chiesa di San Gennaro de' Poveri, in fondo all'Ospizio omonimo.
   La chiesa di San Gennaro fu eretta nel secolo Vili sul luogo della cappelletti! in cui fu deposto il corpo del Santo al tempo di Costantino, ma fu ammodernata. 1 freschi nel vestibolo del cortile interno si possono, al dire del Burckhardt: « attribuire senza titubanza ad Andrea Sabini, e son forse il miglior portato posseduto da Napoli di uno de' suoi cittadini del periodo aureo. Sfortunatamente la storia di San Gennaro è assai guasta » (Iter Cicerone).
   Le Catacombe sono scavale nel tufo vulcanico e formano una lunga serie di corridoi c camere