Napoli
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verso porta Capuana in due rami, muovo ora dal mare diritto, spazioso, elegante fino al Reclusorio per altri due chilometri. La via Campo Vecchio è scomparsa nel prolungamento del corso che da Foria e dal mare fa confluire al centro le varie correnti del traffico. Con le recenti demolizioni e la costruzione di nuovi e splendidi erlifìzi fu ampliata notevolmente l'antica cerchia della Stazione ferroviaria, donde 1111 piazzone rettangolare in cui shoccheranno le seguenti arterie e vie rettilinee: il lunghissimo rettifilo che, traversando via Duomo, giungerà dopo due chilometri a piazza di Porto, ove s'incontreranno due rami stradali provenienti da piazza Municipio e da San Giuseppe; il suddetto corso Garibaldi che l'interseca in mezzo; e per ultimo due altre arterie, una congiungcntesi qua a via Carbonara e l'altra attraversante gli angusti vicoletti della Duchesca. Immenso centro edilizio comunicante con molti e popolosi punti della città: piazza Municipio, San Giuseppe Toledo, Medina! Monteoliveto, Sant'Anna dei Lombardi, via Molo, Duomo, San Giovanni a Carbonara, Cirillo, Reclusorio, Duchesca; e finalmente la Marinella, che prolungasi da un lato sino a San Giovanni a Peduccio ed incurvasi dall'altro sino aH'Immacolatella e all'Arsenale militare. La gran piazza con tanti sbocchi attirerà nel suo centro la sparsa vita commerciale come l'immenso rettifilo, principiante a piazza Porto; sarà l'arteria principale della città, con 27 metri di larghezza, vale a dire 3 metri più di via Nazionale a Roma.
Altro gran centro edilizio sarà l'ampia piazza del Reclusorio con forma poligonale, in cui, oltre a due minori, metteranno capo tre grandi arterie, la prima a est traverserà, col relativo nuovo rione, la lunga via Arenaccia; la seconda s'incrocierà con quest'ultima a nord per risanare porzione della sezione Vicaria; e la terza ò il precitato e già ultimato corso Garibaldi.
E il vero che in alcune costruzioni del nuovo rione Vasto si andò troppo alla spiccia e niente affatto avvisati e guardinghi, sì che parecchi edilìzi non ebbero saldi fondamenti ed alcuni rovinarono non senza vittime del lavoro; ma, dopo un'inchiesta del Comune, fu istituita una Commissione municipale di sorveglianza tecnica.
Mail rinnovamento edilizio di Napoli non ha fine ili quel che giani venuti via via accennando; nuovi e vasti rioni già incorniciano, abbellendolo, l'immenso anfiteatro partenopeo: i già compiuti rioni Vasto e Orientale, inaugurati dai Sovrani sin dal maggio 1885; quello progettato di Santa Lucia, che trasporterà a più di 100 metri di distanza la magica situazione di quell'antica e storica contrada; il rione Amedeo fra il corso Vittorio Amedeo e la riviera di Ghiaia già sparso di bei villini e edilizi ; il precitato Vomero, illeggiadrito da splendide dimore e da più splendidi giardini, collegato alla città da due funicolari, quella di Montesanto e quella di Cliiaia; e finalmente i rioni Materdei, Miradois, Ponti Rossi, Sant'Efreni, Ottocalli, Regina Margherita, dei Granili, il parco Margherita, il parco Savoia, i quali tutti son come fregi intorno al letto in cui si adagia la bella Sirena davanti al suo magico Golfo. Soggiungeremo in fine che nell'agosto del 1894 scoppiò uno screzio fra il sindaco di Napoli e il prefetto, volendo il primo dare al rettifilo che va alla stazione il nome di Corso del Risanamento e il prefetto invece quello di Corso He d'Italia. Ma il sindaco si ravvide, ritirò lo dimissioni e rimase il secondo nome (1).
(1) Sforlunalainenle è sopraggiunta in questi ultimi tempi la crisi finanziaria e il ristagno, e noi porremo qui line con le seguenli giudiziose osservazioni tolte ila un articolo nella MAegmi Nazionale di Firenze sul libro Les Italiani d'aujouril'hui del l'r ancese JJazim : « 11 risanamento di Napoli è certamente un'opera che fa onore all'Italia; ma essa non va scevra d'inconvenienti. La speculazione, questa piaga del tempo nostro, vi ha lasciato qualche impronta ed ha tolto ad un lavoro di vera e grande utilità pubblica una parte almeno dei vantaggi, che poteva avere per il bene della città e della popolazione napoletana. Inoltre, a Napoli, come a Roani, si è lavorato 111 fretta, non si è studialo con ponderazione il problema, e soprulullo non lo si ù guardalo sollo