Napoli
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procacciate comode, salubri ed eleganti dimore sul mare, sui colli e intorno la periferia della città, ma il popolo, l'immenso popolo di Napoli, struggeva® sempre e deperiva nei covi mefitici della Vicaria, di Mercato, di Pendino e di Porto. Bisognava vederli, anclie alla sfuggita, quei fetidi labirinti di viuzze sepolte fra alti e mostruosi edifizi, di trivii, quadrivii, crocicchi contorti, in cui, priva d'aria e di luce, menava una misera vita la plebe innumerevole di Napoli, vale a dire quasi due terzi degli abitanti.
Non ci voleva meno della strage colerica del 1884 — a mitigare la quale accorse con pietosa sollecitudine Umberto I, accompagnato dal suo primo ministro Depretis — per fare dannano al risanamento dell'immensa città e per affrettarne il risorgimento igienico. Bisogna sventrar Napoli! gridò con felice ispirazione ed espressione il Depretis, e fu questo l'inizio del grande sventramento e rinnovamento della città sempre in via d'esecuzione e di cui diremo per disteso più innanzi, premettendo qui un cenno su due opere grandiose: YAcquedotto del Serino e la Galleria Umberto 7, eseguiti prima che fosse dato mano ai lavori grandiosi dello sventramento.
ACQUEDOTTO .DEL SERING
I lavori, presi in appalto da una Società francese, con partecipazione del cornili. Stefano Breda, furono inaugurati nel 18S5 alla presenza del He. E una costruzione cbe emula quella degli antichi acquedotti romani e cbe devesi particolarmente alla perizia tecnica dell'ingegnere Giacomo Profumo, autore del progetto a cui aveva consacrato l'ingegno grande e gli studi indefessi sin dal 1870, ma di cui non vide il compimento per esser rimasto vittima di uno scoppio (li gas infiammabile in una delle gallerie della condotta detta galleria Ciantelli, il 9 maggio del 1S70.
Le acque delle sorgenti Orciuoli in quel di Scrino, provincia di Avellino si raccolgono in tre gallerie della complessiva lunghezza di 500 metri. Situate alla profondità di circa 15 metri esse hanno un fondo naturale ed opportune feritoie nelle pareti. Vennero scavate in trincea per poterle circondare lateralmente di un grande involucro di pietrame a secco e ricovrirle di strati d'argilla pei impedire il passo alle acque piovane. 1 tre collettori fanno capo ad una gran vasca di forma circolare da cui ha principio l'acquedotto. Esso attraversa per disotto il fiume Sebeto e si svolge sulla riva sinistra passando inferiormente al villaggio di Cesinale fino a giungere ad Àtripalda ove si ha una caduta d'acqua (li circa 4 metri. Qui si presentano i due grandiosi e bellissimi ponti-canali, l'imo sulla via d'Atripalda e sul torrente Pentarola di circa 000 metri di lunghezza, e dopo 1700 metri l'altro di Montevergine, lungo 800 metri clic cavalca il rio Vergine ed il rio Noce; seguono le due gallerie di Toppole, l'una di GG5 e l'altra di 72*2 metri; e da qui si svolge per la ri [lidissima e difficile mezza costa di Prata, con altri trafori e ponti-canali, sino a giungere alla città di Alta-villa-Irpina, che attraversa con una galleria sotterranea di 1520 metri, abbandonando così la valle del Sebeto. Passa con sifoni in ghisa le due valli vicine dei Tronti (588 ni.) e ilei Gruidi (52G m.) e s'interna nei gran traforo di Ciardelli lungo 31G1 metri (Vedi tavola: Piano generale degli Acquedotti).
L'acquedotto, dopo Ciardelli, sbocca sull'altopiano di Montesarchio clic costeggia al sud, ai jiiedi dei monti d'Avella, e passando per Panna-rane, San Martino, valle Candirei, Cervinara, Rotondi, Paolise, giunge ad Arpaia mercè notevoli opere d'arte fra cui son da citarsi i trafori di Paimarano di 836 inetri, quello di Valle, lungo 517 metri e l'altro di Arpaia di 075 metri. Da Arpaia — piccolo paese posto al sito famosissimo detto delle Forche Caudine, là ove dovettero passare le legioni consolari romane battute dai Sanniti nell'anno 321 av. Cristo — dopo una caduta di 30 metri ii canale si addossa al versante nord dei monti d'Avola e giunge sulla collina di Cancello ove ternana nella camera di carica dei grandi sifoni, misurando dal punto di partenza la lunghezza di metri 551.75, dei quali circa 14,500 in traforo e 1114 in sifoni.
Dalla collina di Cancello cominciano i tre grandi sifoni paralleli di ghisa: uno lungo chilometri 22 fatto con tubi del diametro interini di 0.700 e con una pressione massima di 18 atmosfere, termina al serbatoio dello Scudillo ed alimenta il servizio dell'alta città; gli altri due lunghi ognuno eliilom. 20, del diametro interno di 0.800, lavorano sotto una pressione massima di 10 V2 atmosfere.
Il sistema dei tre sifoni taglia in linea retta la pianura di Napoli ; passa al nord di Acerra, ove presenta ai II. Lagni la massima depressione, poi tra i paesi d'Afragolae di Casalnuovo, e tocca il villaggio di San Pietro a Patierno; ove i due