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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   64 l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   Fig. 18. — Veduta interna del cratere del Vesuvio nell'anno 1880 (da fotografia Sommer).
   11 26 aprile, verso le 3 '/a del mattino, una quantità di curiosi trovavansi nell'Atrio quando il cono si spaccò in tutta la sua lunghezza dalla punta sino all'Atrio e ne usci fuori una fiumana dì lava (fig. 13), mentre la colonna di vapori saliva a 5000 metri dal livello del mare ed un nero nembo avvolgeva gli spettatori infelici che dall'Atrio non potevano più far ritorno al Romitaggio. Una grandine di proiettili infocati piombò loro addosso e nella loro vicinanza immediata scoppiò fuori la lava sì clic un gran numero di essi vi perirono arsi vivi e fra questi nove giovani medici italiani, La spaccatura della montagna nel lato nord era ampia e profonda: prolungatasi per 300 metri di lunghezza nell'Atrio ed crasi formato un crinale di lava alto 50 metri e simile ad una piccola catena di monti; il braccio più piccolo sprofondatisi in una gola che separava le correnti del 1867 e 1871 e seguitava poi la corrente del 1858 verso Resina; la massa principale precipitò nel Fosso della Vetrami, ne colmò l'intiera larghezza (circa 800 metri), lo percorse in 3 ore per una lunghezza di 1300 metri e si versò nel Fosso di Faraone.
   11 braccio sinistro colò sopra la lava del 1808 e il destro continuò il suo corso sopra la corrente del 1855, penetrò fra i borghi di Massa di Somma (fig. 16) e San Sebastiano al Vesuvio, li distrusse in parte e si arrestò presso una villa clic fu già del celebre pittore Luca Giordano. Era uno spettacolo meraviglioso quello della lava scorrente nei frutteti; ogni albero raggiunto dalla lava si accendeva e bruciava (fig. 17).
   Dalle 10 del mattino sino alle 11 di sera la lava percorse 5 chilometri e ne copri 6-7. Il gran cratere in cima, diviso in due parti, cacciò fuori, fra orribili boati, volumi immensurabili di fumo bigio e di vapori e lanciò scorie ardenti, lapilli e ceneri sino ad un'altezza di 1300 metri. Il fumo si addensò in pino al solito e i lapilli, eie ceneri si sparsero lontano. Nella lava formaronsi fumarole erutlive-0 si schiusero nuove Bocche. A Napoli i boati rassomigliavano ad un cannoneggiamento e