Circondario di Napoli
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all'estremità la forma, già descritta dà Plinio, della chioma di un pino'gigantesco il cui tronco è alto alle volte sino 3000 metri.
Alle scariche di vapori, ceneri e arene tengono tosto dietro quelle dei lapilli, delle scorie (fìg. 8) e delle bombe, la cui dimensione dipende dal grado di resistenza della lava contro i vapori. Le pietre volano in aria a traverso il fumo come racchette e ricascano roteando e scoppiettando sul labbro del cratere e lungo i fianchi della montagna. Spesso i vapori erompono con tale una forza a traverso la liquida lava ch'essa si polverizza in ceneri, spinte, sotto il nome di pioggia di ceneri,
a distanze incredibili e cosi fitte e dense che offuscano il sole e cambiano il meriggio in crepuscolo. Questa pioggia di ceneri è assai perniciosa, nel suo primo cadere, alle piante a cagione del suo acido cloridrico. Che se la lava fluida e infocata erompe dal cratere, la si riversa in ardenti correlili di lava giù pel dorso e le rughe della montagna frangendosi negli anfratti con scoppio violento in superbe cascate di fuoco.
Fig. 7. — Cratere del vulcano durante l'eruzione.
Fig. S. — Cono di scoria sopra una corrente di lava del Vesuvio (1852).
La rapidità delle correnti di lava è assai varia come quella che ora scorre lentamente;, ora rapidamente o saltuariamente secondo i gradi di fluidità, di temperatura, di pendenza de) suolo e di fregamento ; per tal modo essa percorse, ad esempio, nel 1776 : 2000 metri in un'ora ; nel 1805 : 2300 metri; e nel 1872: 1000 metri soltanto. Nel raffreddamento formasi rapidamente alla superficie una crosta di scorie, sotto la quale la lava continua a scorrere. Si può perciò (ma non senza pericolo) camminar di traverso su questa crosta, mentre scorgesi per le spaccature la massa fluida ed ardente scorrer sotto di essa.
Cenni storici sul Vesuvio e le sue eruzioni principali.
1. Eruzioni antiche. — Vesuvius Mons e anche Yesevus presso i Latini, benché celebre ora per la frequenza e violenza delle sue eruzioni, rimase ne' tempi antichi cosi a lungo inattivo che ogni tradizione della sua attività primitiva andò perdala e sin dopo l'èra cristiana era rinomalo prin-, cipalmente per la grande fertilità del tratto che steudevasi intorno alla sua base e sul suo dorso (Virg., Georg., ii, 227; Sthab., v, p. 247), fertilità dovuta in gran parte ai depositi della fina