Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Napoli', Gustavo Strafforello

   

Pagina (53/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (53/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Circondario di Napoli
   43
   Sotto l'Osservatorio è il così detto Romitorio del Salvatore, fondato nel 1031, con una piccola osteria moderna. A cinque minuti di là dell'Osservatorio è la Mh Ferrovia funicolare del
   Vesuvio, costruita nel 1879-80 ed acquistata nel 1889 dall'agenzia inglese Cook. Là si controllano i biglietti acquistati a Napoli e di là sino al Cono delle Ceneri la nuova strada non può essere percorsa che dai viaggiatori della funicolare; i pedestri devon pigliare l'antica via faticosissima fra le ceneri sciolte, oppure sborsar 5 lire.
   La nuova strada suddetta segue per qualche tempo la direzione sud-est, indi sale con grandi circuiti e termina alla Stazione inferiore della funicolare con ristorante, a circa 800 metri di altezza. Questa funicolare è lunga 820 metri e la differenza di livello fra le due stazioni è di 400 metri. La salita è in prima del 43%, ma essa raggiunge una media di 50% ed un massimo di G3%. Il tragitto dura 12 minuti nei due sensi. In alto stanno le guide numerate che conducono in 10-15 minuti, per un sentiere passabile sulle ceneri e le scorie, in cima al cratere. Non v'ha pericolo per solito, tranne clic appressandosi imprudentemente alla parete inferiore e a picco del cratere, ovvero esponendosi alle esalazioni solfuree od ai sassi lanciati dal cratere.
   Il panorama è indescrivibile: l'intiero golfo stendesi sotto come un mare argenteo, sopra l'immensa Napoli le alture boscose di Camahloli e a ovest la costa con la punta di Posillipo, Baia» Miseno, l'isola spianata di Procida, la piramide deil'Epomeo nell'isola d'Ischia; dietro, le cinque isole Pontine e il promontorio di Gaeta sino a monte Circello; a sud sopra Castellammare il dentellato ed aguzzo monte Sant'Angelo ed al suo piede, in situazione deliziosa, Vico, Sorrento e Massa con le loro baie incantevoli; indi la punta Campanella e la tricuspide famosissima Capri. Ben disse il Goethe : E Vesuvio e un picco d'inferno in un paradiso. Il panorama che vi si goda toglie, come un bagno, ogni stanchezza!
   La salita ai Vesuvio dal lato sud si compie meglio da Roscotrecase ove si arriva in 25 mimiti, a piedi da Torre Annunziata e in vettura da Pompei. Si arriva in 2 ore a traverso i vigneti e i
   del Vesuvio. Esso dista in linea retta dal cratere centrale per metri 2200. L'edifizio fu incominciato nel 1841 e fu compiuto nel 1847. Il celebre Macedonio Melloni era già stato nominato direttore dell'Osservatorio prima che si edificasse e quando doveva metterlo in atto fu destituito a cagione degli eventi politici del 1848. Nel 1852 il prof. Palmieri fu temporaneamente incaricato di far degli studii e riferire sulla convenienza di mantenere o abolire la nuova istituzione. Egli persuase il Governo dell'importanza dell'Osservatorio, ma ricusò di accettarne la direzione definitiva per riguardi di stima e di amicizia verso il Melloni. Morto costui nel 1854, il Palmieri fu nominato finalmente direttore dell'Osservatorio Vesuviano coll'esiguo stipendio di lire 1005. L'Osservatorio mancava di tutto; ma, avuto un piccolo assegno, il Palmieri cominciò a provvederlo delle cose più importanti. Fra gli strumenti che hanno rivelato fatti di maggior momento son da porre il sismografo elettro-magnetico e l'apparecchio a conduttore mobile che sono d'invenzione del direttore. Lo spettroscopio poi ha rivelato la frequenza dell'acido borico e la presenza nelle sublimazioni di alcuni metalli, fra i quali ricorderemo il tallio, sfuggito finora alle indagini chimiche.
   « L'Osservatorio ha permesso di fare la vera storia del vulcano, giacché da peregrinazioni staccate di esperti e laboriosi naturalisti si raccoglievano fatti slegati e quindi privi di vero significato scientifico. Ma le osservazioni perenni non solo hanno rivelato nuove cose, ma hanno affermato le leggi delle loro manifestazioni.
   « Da che il Palmieri andò a quel posto di sentinella avanzata della scienza geologica, il Vesuvio è stato per lo più in attività. Nel maggio del 1855 si ebbero ventisette giorni di copioso lave che passavano alle spalle dell'Osservatorio. Dal 1850 al 1860 vi furono fasi eruttive continue con un massimo di conflagrazione nel 1858. Nel 1801 vi fu un grande incendio di breve durata con elevazione del suolo a Torre del Greco e rovina di fabbricati. Ripigliò il vulcano la sua attività nel 1865 e continuò sino al novembre del 1868 per calmarsi dopo un incendio fragoroso. Si ridestò poi nel gennaio del 1871 e, dopo aver dato lave perenni, proruppe il 26 aprile in una delle più violenti eruzioni. In lutto questo tempo le lave scorsero quasi sempre dal lato dell'Osservatorio, offrendo larga copia di nuove indagini. Ma questa grande quantità di lave, colmate quasi le valli adiacenti all'elegante fabbricato, fa si ch'esso abbia quasi perduta quella sicurezza ed immunità che nasceva dal trovarsi per circa 200 metri elevato sopra il suolo di quello valli ».