40
l'arti; Quarta — Italia Meridionale
quello dei crateri Flegrei ed il suo cratere da uua parete all'altra può misurare 5 chilometri con un'altezza di circa 000 metri. La formazione di questo ramo gigantesco incomincia probabilmente sotto il mare ma si compì sopra la superfìcie di esso.
Una valle falcata separa la Somma dal Vesuvio; nella parte nord-est questa valle chiamasi Canale dell'Inferno; nella parte nord Atrio del Cavallo (a 711 metri dal livello del mare) e gli Alrii nella parte nord-ovest. La continuazione dell'Atrio del Cavallo è formata dalle Piane, aspro campo di lave formante uua zona quasi piana che servo a sud di base alla vetta, il Vesuvio propriamente detto.
Fra le Piane occidentali e l'estremità nord-ovest della Somma sta l'Osservatorio (010 metri dal livello del mare) sul cosidotto Monte de' Canterani, avanzo sgretolato del muro della Somma. Per ie numerose moderne correnti di lava l'Atrio s'innalzò sino all'altezza dell'Osservatorio e i burroni in cui precipitarousi dall'Atrio le lave furono in parte colmali.
La figura 4 fa vedere esattamente l'aspetto del Vesuvio veduto dall'isola di Nisida. Essa è interessante, perchè mostra nel modo più evidente quanto l'occhio possa ingannarsi nel giudicare l'altezza e la pendenza dei monti.
Figi 4, — Il Vesuvio veduto dall'isola di Nisida.
La cima del Vesuvio, la cui altezza attuale ragguagliasi a 1282 metri dal livello del mare, va soggetta per le eruzioni del cratere a grandi e frequenti variazioni. Ogni eruzione ne cambia la configurazione e l'altezza che, nel 1845, era di 1200 metri, crebbe sino a 1297 nel 18C8 ed è un po' diminuita dopo l'eruzione del 1872. La punta più alta della Somma, detta Punta del Nasone, s'innalza 1137 metri dal livelle del mare. Anche il diametro del cratere in vetta e assai mutabile (circa 750 metri), del pari che il baratro e il fondo del cratere che assumono ad ogni eruzione una forma diversa. Orli, profondità e forma del cratere vanno soggetti a cambiamenti radicali secondo l'intensità dell'eruzione ed è perciò che il Vesuvio andò e va soggetto a tante variazioni. Nelle eruzioni laterali formansi coni secondari di scorie (lig. 5) come quelli del Foìso della Monaca, del Viìdo, dei Vaccoli e delle Bocche Nuove.
Dal baratro del cratere, oltre i caldi e fiscliianti vapori acquei, salgono anche idrogeno solforato e acido carbonico, mentre le pareti squarciate rimangono incrostate di zolfo e altre sublimazioni.
11 vapor acqueo sbuca dalle fenditure del cratere, dalle correnti di lava e spesso anche dalle pareti laterali della montagna e genera cosi le fumarole il cui aggregato forma quoH'eiionne pennacchio di vapori sopra il Yesuvio clic è il barometro dei Napoletani. La direzione clic piglia questo pennacchio indica spesso 24 ore prima i cambiamenti del vento e della temperatura. Se si dilige verso Capri è seguo di bel tempo, vale a dire, nel verno, di un tempo chiaro e fresco. Se piega verso Ischia ciò annunzia il greco-levante e con esso un freddo sensibile. Quando poi il cratere si copre di fitte nuvole 6 imminente il vento di mezzogiorno con l'orti pioggie.
Mineralogia del Vesuvio. — Sembra, scrive il Marmocchi, che la Natura abbia stabilito nella fucina del Vesuvio un laboratorio particolare in cui, combinando in varie guise e proporzioni diversi elementi chimici, compone roccie delle specie e forine più variate, la serie numerosa dei minerali vulcanici. Oltre le specie comuni agli altri vulcani sono proprii del Vesuvio : il ferro muriato, permuriato e trisolfato (pirite nera); il manganese solfato e muriato; i! rame muriato, solfato,